Poltrone
Ferrauto: 'La crisi non si combatte a parole'
Dopo aver dato spazio alle riflessioni di Luca Ciarla e
Emanuela Cavazzini sull'attuale scenario economico-finanziario
e sui suoi risvolti sul comparto della comunicazione (vedi notizie
correlate), oggi ADVexpress ospita oggi
un nuovo intervento, quello di Gianluca Ferrauto (nella
foto), consulente strategico nella comunicazione integrata e supporto
operativo sviluppo new business Conca Delachi.
" Ritengo inutile e persino dannoso continuare a parlare della crisi come intercalare quotidiano. In particolare mi riferisco al mondo della comunicazione che purtroppo si è bloccato. Allineata verso il basso, ha perduto il coraggio di proporsi come innovatrice e come elemento positivo nello sviluppo della nostra economia grazie a campagne che hanno segnato decenni di consumi e di mode, utilizzando tutti i media a disposizione, above e below the line.
La crisi non troverà soluzioni parlandone in modo generico e nemmeno usandola come argomento di apertura di qualsiasi incontro, infatti, da diversi mesi, dopo un breve e spesso distratto saluto, le prime parole che ascoltiamo e diciamo sono certo che la crisi si sente, chissàquandofinirà. Non è questione di essere ottimisti ma certo è che il pessimismo riduce le soglie di sopportazione, intaccando persino gli equilibri familiari, i punti di riferimento ai quali ci siamo sempre rivolti ed esprime un atteggiamento di malessere fastidioso e degenerativo.
In effetti non posso dire sia un bel periodo ma lo sforzo da fare è quello di trovare soluzioni adeguate, risposte operative che permettano un cambio di direzione deciso e concreto. Le idee ci sono e ci sono anche coloro che cercano di proporle, motivando e sostenendo tesi che forse basterebbe ascoltare con maggiore disponibilità invece di chiudersi e aspettare i così detti momenti migliori. L'evoluzione è una necessità naturale, non fermiamola. Troppo facile sostenere che la colpa è degli altri e che conviene aspettare la fine della burrasca nella speranza che non ci tocchi, non è giusto restare passivi e non è corretto verso i nostri familiari, le persone che lavorano con noi o per noi e nemmeno verso la società.
Non restiamo fermi a fare le comparse, diventiamo attori protagonisti che bene interpretano i ruoli assegnati. Non chiudiamo le porte, questo è il momento di aprire relazioni nuove, allargare la visione mantenendo alta la concentrazione e l'attenzione sul proprio business e sui personali interessi. E' tempo di reagire, di cambiare e modificare alcune abitudini senza stravolgere regole consolidate e accettate dal gruppo ma che non sono comandamenti scritti nella pietra. Utilizzare una buona dose di coraggio e provare a fare qualcosa di nuovo, adattandoci flessuosamente alle necessità del momento.
L'altro giorno ho incontrato un vecchio amico che non vedevo da anni, alla domanda come stai mi ha risposto con un sorriso sincero. Che gioia sentirlo! Ma cosa fai? Come fai a essere così positivo? La risposta, ancora una volta pragmatica e affettuosa : faccio quello che ho sempre fatto con più attenzione, meno sprechi e con molto più sentimento. Gli sprechi sono tanti e così calcificati da rendere meno fluide le connessioni, l'attenzione è doverosa e agevola la buona riuscita delle varie attività infine i sentimenti, quelli veri, che proviamo nel guardare i nostri figli o le persone che amiamo ci consentono di non perdere mai di vista le priorità.
Non è facile e non sarà sicuro neppure il risultato ma, almeno per me, è necessario provare, provare a spostare le pedine in maniera diversa, muoversi, fare uscire il prodotto, farlo provare al consumatore nel luogo che meglio si addice e al momento giusto. Basta subire, frasi come 'mal comune mezzo gaudio' sono quanto di peggio si possa immaginare e intristiscono. La ricchezza nasce dallo scambio, dal confronto e dalla critica costruttiva, pareri diversi non è detto che non abbiano soluzioni positive. I valori di un'azienda, dei suoi uomini e dei suoi prodotti non vanno in crisi se costruiti su solide basi etiche ed economiche e questo andrebbe comunicato con forza e creatività e valorizzato da coloro che ascoltano, leggono o guardano. Serve coinvolgimento!
Un proverbio dice 'tutte le strade portano a Roma' fosse vero, chissà, vorrà dire che il Summit della pubblicità del prossimo marzo a Roma sarà il luogo ideale per dare una sferzata di coraggio e novità sulle stanche gambe di molti operatori del settore. Nascondersi dietro alla crisi non risolve i problemi, anzi, costringe la creatività progettuale, limita la curiosità e rallenta la sperimentazione, caratteristiche comuni al successo di molti imprenditori e manager che hanno ideato o realizzato prodotti straordinari di uso comune e di assoluto livello mondiale".