Ricerche
Alberghi, strategie di competitività
"Il settore alberghiero italiano: rilancio verso nuovi modelli di business". Questo il titolo dello studio condotto Servizio Studio e Ricerche di Banca Intesa nel 2006, oggetto di una tavola rotonda organizzata oggi, a Milano, dal Touring Club Italiano.
I dati della ricerca hanno offerto l’occasione per fare il punto sulla situazione alberghiera italiana, per raffrontarla con quella estera e per far emergere aree di criticità.
Riassumendo, il quadro è abbastanza confortante per quanto riguarda i segnali di ripresa, ma vede un’eccessiva frammentazione dell’offerta: in Italia si contano 33.600 alberghi per un milione di camere a disposizione.
Carente, rispetto ai competitor, la presenza di grandi catene alberghiere: il tessuto imprenditoriale nazionale è ancora fortemente ancorato a un tessuto ‘artigianale’ e familiare, tanto che il 92% delle imprese alberghiere italiane gestisce un solo albergo e due terzi di esse ha meno di 50 addetti.
Le poche che ci sono, inoltre, faticano a entrare nel settore low cost, perché, come ha specificato Renzo Iorio, “è in vigore una norma autolesionista, che obbliga i costruttori a rispettare i limiti di 14 mq per camera più bagno”.
A proposito di catene, Marco Cerrina-Feroni, responsabile direzione merchant banking Banca Intesa ha annunciato l’accordo della Banca con Nh Hotel, catena alberghiera spagnola e Joker, per la costituzione di Grande Jolly, destinata a controllare Jolly Hotels. Ad oggi, si sa che la nuova società sarà controllata al 51% da Nh Italia (oggi controllata al 51% da Nh Hotel e dal 49% da Banca Intesa), al 42% da Joker e al 7% da Banca Intesa. Grande Jolly promuoverà, successivamente, un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle azioni Jolly Hotels che ne costituiscono il flottante, pari a circa il 25% del capitale.
Per un rilancio del settore in un’ottica competitiva, infine, occorre investire su fattori immateriali quali il marchio e l’Ict, stringere legami più strutturati con aggregazioni, tour operator e soggetti pubblici e privati, puntare su un modello manageriale. Il turismo rappresenta una fonte in espansione, che va adeguatamente sfruttata. Come scrive Roberto Ruozi (nella foto), presidente Tci nell’editoriale di "Qui Touring" di dicembre 2006, “Il disporre di ricchezze naturali, artistiche e culturali di tutto rilievo, come quelle di cui è dotato il nostro Paese, non è più sufficiente per vincere la battaglia concorrenziale e accaparrarsi quote più ampie di attività turistica”.