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Il bello e il buono dell'Italia: necessaria una digital transformation per un nuovo umanesimo digitale. Sostenibilità e digitalizzazione al centro del rilancio del settore

Secondo lo studio condotto da AICEO e Deloitte, un’unica piattaforma digitale, basata su sistemi di intelligenza artificiale, può rappresentare un asset strategico per la gestione dell’informazione, della promozione e della commercializzazione dell’offerta turistica italiana in una logica del tutto “customer-centrica”

AICEO, l’Associazione italiana CEO, con il gruppo di lavoro dedicato al settore Turismo ha presentato nello studio “Il bello e il buono dell’Italia: il turismo in 5 mosse” realizzato in collaborazione con Deloitte, le linee guida per la “reinvenzione” della industria turistica italiana.

Il progetto nasce dalla maratona virtuale “Il bello e il buono dell’Italia: The Tourism Day_9to5” organizzata, con un gruppo di soci di AICEO, da Elena David, Past President e fondatrice di AICEO con una carriera pluriennale alla guida di aziende leader nell’industria turistica, a cui hanno partecipato oltre 40 figure* di grande rilievo e numerosi professionisti del mondo dell'hotellerie, dei trasporti, dell'innovazione tecnologica, dell'arte e della cultura, dell'università, dell'enogastronomia, del turismo termale, del mondo del tour operating, di agenzie e network e delle istituzioni.

La maratona ha offerto l’occasione per un sondaggio allargato tra gli operatori del settore turistico, da cui è emerso che:

  • l’81% di loro ritiene che la destinazione Italia non sia sufficientemente promossa nei Paesi esteri;
  • l’84% pensa che il turismo non dovrebbe essere di competenza delle Regioni;
  • il 95% considera la tecnologia un fattore determinante per il rilancio del Turismo in Italia;
  • il 73% darebbe visibilità alla propria offerta turistica se fosse consentito all’interno di un portale digitale nazionale centralizzato, a condizioni vantaggiose.
  • il 54% ritiene che sarebbe utile avere un portale digitale centralizzato su cui far confluire tutta l’offerta turistica.

Lo studio “Il bello e il buono dell’Italia: il turismo in 5 mosse” finalizzato a seguire dal tavolo di AICEO con il supporto di Deloitte, ha definito le “5 mosse” cruciali per la ripresa e lo sviluppo del turismo in Italia:

  1. Ascoltare: ovvero comprendere a fondo le dinamiche per agire e per valorizzare.
  2. Innovare: l’emergenza COVID ha messo in evidenza l’esigenza di innovare l’industry e tutti gli stakeholder, aziende, istituzioni e cittadini, sono interessati a partecipare ad un cambiamento che è percepito come una necessità di sopravvivenza.
  3. Investire: la pandemia ha generato una forzata necessità di trasformazione digitale.
  4. Accogliere: l’analisi si sofferma su due aspetti principali: la capacità ricettiva del Paese e la cultura, intesa come percorso preparatorio in termini formativi ed esperienziali.
  5. Mantenere: è fondamentale che il post pandemia generi una presa di coscienza in merito alla necessità di un radicale cambiamento nel modello di Business del turismo. Serve un rinnovamento che converga verso un turismo digitale, integrato e sostenibile.

Lo studio sottolinea che le bellezze e l’unicità che caratterizzano il nostro Paese non sono più sufficienti a garantire da soli la ripresa del settore. È necessaria una digital transformation all’interno del progetto Paese da sviluppare con i fondi del Recovery Fund, essenziale per il rilancio di un settore strategico che rappresenta il 13% del PIL nazionale.

Gli strumenti digitali sono già oggi la principale leva strategica per la promozione dell’offerta turistica, poiché rappresentano il primo e principale canale di reperimento di informazioni turistiche.

È quindi fondamentale sviluppare la capacità di comunicare online le risorse del Paese, per attrarre il target giusto nei luoghi e in occasione degli eventi in linea con i suoi desideri e per fidelizzarlo dopo la visita.

A questo scopo lo sviluppo di un’unica piattaforma nazionale, accessibile da desktop e mobile, che offra un sistema integrato per la gestione dell’informazione, della promozione e della commercializzazione dell’offerta turistica italiana in una logica del tutto “customer-centrica” è determinante per la ripresa del settore, e può fungere da traino ad altri settori economici collegati (ad esempio l’artigianato, o le produzioni tipiche e a chilometro zero).

In particolare l’intelligenza artificiale può oggi essere usata per arricchire gli itinerari più adatti ai singoli turisti con proposte in linea con i loro gusti e percorsi, attingendo da mondi adiacenti come quelli dell’arte, della cultura, della gastronomia, dello sport, del benessere e della moda.

Tuttavia, al di là degli strumenti, il settore turistico italiano deve cogliere post pandemia l’opportunità di un profondo ripensamento, per superare alcuni suoi limiti obiettivi:

  • l’eccessiva frammentazione, sia a livello istituzionale che privato, che rende difficile una programmazione incisiva e di lungo periodo;
  • il fenomeno marcato dell’overtourism in alcune stagioni e alcune zone, che oltre a depauperarle ne limita il potenziale di crescita;
  • le strutture ricettive esistenti sono spesso datate e l’eccessiva burocrazia scoraggia gli investimenti, soprattutto edilizi;
  • la “fuga dei cervelli”, ovvero dei professionisti più preparati del settore che completano la loro formazione all’estero per poi non tornare in Italia.

L’analisi evidenzia numerose possibili soluzioni e opportunità, quali:

  • la valorizzazione di nuove aree, le cosiddette ‘secondary location’, e la destagionalizzazione, pianificando l’accoglienza per più mesi possibile all’anno.
  • stimolare gli investimenti, basati su criteri green di sostenibilità e fruibilità, a cominciare dagli immobili e dai sistemi di trasporto;
  • investire sul capitale umano formando e valorizzando le figure professionali: un’attività da fare sia a livello istituzionale che privato, partendo dall’insegnamento delle lingue e delle logiche più moderne di accoglienza e intrattenimento dell’ospite.

E’ormai necessario agire con visione e tempestività, perché lo stop imposto dalla pandemia possa divenire una reale opportunità per il rilancio in una prospettiva profondamente rivisitata. Il COVID ha cambiato abitudini e preferenze, l’ascolto deve consentire di sintonizzarsi sulle nuove aspettative, a cui dare risposte attingendo alle più aggiornate innovazioni e dando seguito ad investimenti realizzati con visioni di medio termine, sostenuti da convergenze tra pubblico e privato.

La promozione del brand “Italia” deve partire da una nuova concezione di sistema-Paese, con un approccio ancora più forte ed innovativo di quanto già fatto da altri Paesi fino ad oggi, concretizzandosi con la presenza sui mercati esteri in una connotazione di valore che leghi turismo, cultura, enogastronomia, moda, design.

Il nuovo umanesimo digitale, indotto dalla forzata accelerazione della digitalizzaizone, può essere un’opportunità rilevante ed unica per l’intero tessuto economico italiano.