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Banca Mediolanum restaura la Natività di Procaccini

Oggi, 18 dicembre, nella Chiesa di Sant'Antonio Abate, è stata presentata l'opera restaurata grazie al supporto dell'istituto bancario. All'evento erano presenti Ennio Doris, presidente di Mediolanum, il professor Stefano Zuffi, critico d’arte e Vittorio Sgarbi, assessore alla cultura del Comune di Milano.

procaccini0.JPGNella Chiesa di Sant'Antonio Abate a Milano, oggi, 18 dicembre, è stata presentata la 'Natività' di Camillo Procaccini, restaurata grazie all'intervento di Banca Mediolanum. All'evento sono intervenuti Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, il professor Stefano Zuffi, critico d’arte e Vittorio Sgarbi, assessore alla cultura del Comune di Milano.

Dietro la sua dimessa facciata, la chiesa di Sant’Antonio Abate continua a rivelare nuovi tesori. Il progressivo restauro dello stupefacente vano interno e dei suoi molti tesori sta restituendo alla città una delle sue chiese più belle e segrete, una delle poche che ha mantenuto quasi intatta la sua decorazione seicentesca, e l’unica in cui si trovano opere significative di tutti i maggiori rappresentanti dell’arte milanese nell’età di Federico Borromeo.

L’impegno di sostenere e seguire il recupero di tutte le parti architettoniche, ornamentali e pittoriche della chiesa dà continue, emozionanti soddisfazioni. L’ultima in ordine di tempo, ma certamente una delle più imprevedibili negli esiti, è la pulitura della pala di Camillo Procaccini.
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La pala d’altare di Sant’Antonio Abate andrebbe definita propriamente Adorazione del Bambino, e non 'Natività': Maria, Giuseppe e gli angeli, infatti, sono raccolti in atto di preghiera intorno al piccolo e luminoso Gesù posato a terra. La struttura è molto semplice: Camillo imposta una duplice corona di figure a semicerchio, in terra e in cielo, per sorridere al Bambino appena nato. La sobrietà dell’impostazione corrisponde con il rigore dell’arte sacra procaccini3.jpgmilanese nel periodo dei Borromeo, ma Camillo ha la sensibilità per inserire un non trascurabile rimando alla tradizione locale: la Madonna riprende, con le opportune variazioni, lo schema e il sorriso della Vergine delle rocce dipinta ormai un secolo prima da Leonardo per San Francesco Grande.

Non sono stati finora rinvenuti documenti che possano essere collegati alla pala: nelle carte di archivio riguardati la chiesa di Sant’Antonio Abate c’è un 'buco' tra il 1584 e il 1609, e dunque proprio nel periodo di esecuzione dell’opera. La collocazione in sagrestia non è evidentemente quella originaria. E’ assai probabile infatti che la tela sia stata concepita per l’interno della chiesa, e più esattamente per il primo vano a sinistra: l’ambiente di passaggio, da poco restaurato. Da questa prima collocazione, la tela è passata in seguito alla controfacciata, per essere successivamente rimossa in occasione della messa in opera della nuova cantoria dell’organo.
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Nella primavera di quest’anno Banca Mediolanum ha proposto al Molto Reverendo Don Tarcisio Bove, della parrocchia Santi Apostoli e Nazaro Maggiore proprietaria dell’opera, di effettuare il restauro per ridonare alla comunità e al patrimonio culturale della città di Milano, un capolavoro che si riteneva perduto. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha autorizzato il restauro e pochi mesi dopo è stato affidato alle restauratrici Paola Ronchetti e Giuseppina Cattaneo di C.R.D. (Conservazione Restauro Dipinti) che hanno garantito il recupero dell’opera nei tempi previsti.

procaccini4.jpgQuesta grande tela è oggi a disposizione della comunità, degli storici e degli appassionati d’arte. Il Gruppo Mediolanum, che quest’anno festeggia il 25° anniversario della fondazione, è onorato di restituire al suo originale splendore questo capolavoro che contribuirà ad arricchire il patrimonio artistico e culturale della città di Milano