Evento b2b

Presentato il Techno Park Dubai alle imprese lombarde

È stato presentato alle imprese milanesi e lombarde il Techno Park Dubai, il più importante parco tecnologico per imprese del Medio Oriente con 2300 ettari attrezzati e più di 80 clienti già presenti.
È stato presentato alle imprese milanesi e lombarde lunedì 17 marzo presso il Circolo della Stampa di Milano il Techno Park Dubai, il più importante parco scientifico e tecnologico per imprese del Medio Oriente con un’estensione di 2300 ettari. Alla presentazione sono HamadalHashemi.JPGintervenuti Abdalla Al Banna e Hamad al Hashemi (nella foto a sinistra), rispettivamente vice presidente e Managing Director del Techno Park, Luigi De Matteis e Giorgio Fanfani in rappresentanza della SET, società incaricata di rappresentare il Techno Park in Italia, Sergio La Verghetta dell’ICE di Milano e Mohamed Hilal, Sales Manager della Jafza International.
 
“Le aziende milanesi e lombarde interessate a investire a Dubai possono trovare grandi prospettive nel settore meccanico ed elettronico, in quello dell’energia, della lavorazione dei metalli e delle pietre preziose, nei trasporti e nell’edilizia – ha dichiarato Abdalla Al Banna (nella foto a destra) –.49875-AbdallaAlbanna.jpg Il Techno Park è una struttura unica nell’area Mediorientale e dai grandi contenuti tecnologici che ha l’obiettivo di aiutare le aziende a investire con profitto in una terra piena di opportunità e in grande crescita ma purtroppo ancora poco conosciuta in Italia. A Dubai esistono condizioni eccellenti per investire dato che è possibile detenere imprese con il 100% di capitale straniero, non ci sono rigidità relative al mercato del lavoro ed è possibile riesportare senza problemi di capitali e profitti”.

Il parco tecnologico è stato realizzato a partire dal 2002 dalla Techno Park, società controllata della holding governativa Dubai World ed è destinato ad aziende dei settori Ict, dell’energia e dei servizi ambientali interessate a utilizzare una piattaforma logistica con un alto tasso d'innovazione e dai rilevanti contenuti tecnologici in un’area geografica dalla grande importanza strategica e in pieno boom economico. Attualmente operano nel Techno Park più di 80 imprese di rilevanza internazionale tra le quali Total e Nestlè.

“Gli italiani hanno un’ottima reputazione a Dubai e crediamo che vi siano tutti i presupposti per un rilevante sviluppo dei rapporti commerciali tra le due nazioni – hanno dichiarato Luigi De Matteis e Giorgio Fanfani –. Un’efficace internazionalizzazione delle aziende italiane e di quelle lombarde in particolare passa attraverso una stretta collaborazione tra istituzioni quali l’ICE, imprese e strutture come il Techno Park, in grado di accompagnare nella maniera migliore le aziende in un nuovo mercato. Milano e la Lombardia possono rappresentare un interlocutore economico di grande importanza per il Dubai e il nostro obiettivo è quello di rafforzare attraverso il Techno Park i rapporti economici tra Milano, la Lombardia e Dubai che rappresenta una fondamentale testa di ponte verso i grandi mercati asiatici”.
 
“Progetti come il Tecno Park di Dubai costituiscono una modalità innovativa e di lungo periodo da conoscere ed approfondire, per un radicamento sul territorio che meglio favorisca la partecipazione dell' 'Azienda Italia' allo straordinario processo di sviluppo degli Emirati. La crescita del PIL per gli Emirati si attesta intorno al 10% dal 2003 in avanti e solo per le infrastrutture legate allo sviluppo del turismo, gli Emirati genereranno una domanda globale stimata in oltre 33 miliardi di $ entro il 2015. – ha affermato Massimo Mamberti –. La conduzione della crescita su questa rotta ha portato l'economia degli Emirati, in pochi anni, ad affrancarsi dalla 'monocoltura' del petrolio. Se nel 1980 il PIL del paese derivava per il 74% dal petrolio, nel 2005, solo il 30% del prodotto era legato all'oro nero e, per lo specifico di Dubai, questa cifra scendeva al 6,1 %.

"La nostra bilancia commerciale - ha continuato Mamberti - che presenta attivi nell'ordine dei 3 miliardi di Euro per il 2006 (e con quasi 2 miliardi di Euro già raggiunti per i primi 6 mesi del 2007), mostra una composizione mista fra beni di consumo del made in Italy più rappresentativo e affermato nel mondo, spesso riesportati anche verso altri paesi, insieme a beni d'investimento e beni durevoli, destinati ad alimentare lo straordinario sviluppo di industrie manifatturiere e dei servizi della federazione”.