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Stati Generali degli Eventi 2025: la tecnologia è un abilitatore, negli eventi vince chi la sa usare

Il talk "Tecnologia e creatività: il contenuto fa la differenza" ha chiuso la giornata dei lavori esplorando l'impatto dell'intelligenza artificiale nel settore. Moderato da Andrea De Micheli, il panel ha visto la partecipazione di Simone Adami, Stefania Filippone, Sergio Pappalettera e Maurizio Murciato.

"È stato un pomeriggio intenso e faticoso, ma spero anche per voi utile fare un po' mente locale sul lavoro che fate e facciamo", queste le parole di Salvatore Sagone, presindete ADC Group, durante l'introduzione dell'ultimo talk degli Stati Generali degli Eventi 2025, l'incontro promosso da ADC Group e Powered By Plesh e BEA / Club degli Eventi.

Andrea De Micheli, Chairman CEO di Castativa Group, socio del Club degli Eventi, ha coordinato il panel "Tecnologia e creatività: il contenuto fa la differenza", un argomento che appassiona e che tocca da vicino tutti i professionisti del settore.

De Micheli ha colto l'occasione per fare un piccolo spot pubblicitario, annunciando insieme agli NC Digital Awards l'introduzione del Web3 Alliance Awards, un nuovo premio dedicato a progetti su Intelligenza Artificiale, blockchain e tecnologie Web 3.0. "Un'opportunità - ha sottolineato - per chi opera in questi ambiti e desidera veder riconosciuti i propri progetti."

Hanno poi preso posto sul palco, pronti a condividere le loro visioni, speaker di alto profilo come Simone Adami, Direttore Creativo e Partner FM; Stefania Filippone, Managing Director Accenture; Sergio Pappalettera, Founder Studio ProDesign, artista da sempre caro al moderatore per le loro collaborazioni passate, e Maurizio Murciato, Founder & CEO, Plesh, co-produttore degli Stati Generali degli Eventi insieme ad ADC Group.

Simone Adami ha aperto il dibattito con una domanda che risuona in molte agenzie: l'IA generativa può davvero creare eventi emozionali? La risposta è un convinto "sì". FM utilizza l'IA per realizzare foto, video, spot e cortometraggi, alcuni dei quali hanno già partecipato a festival e vinto premi importanti.

"La possibilità di creare contenuti realistici e artistici in qualsiasi stile è ormai alla portata di sempre più persone", ha spiegato Adami. Tuttavia, ha subito posto un distinguo fondamentale: "Se la tecnologia ci dà la possibilità e la semplificazione di arrivare a un contenuto, a un obiettivo, non bisogna mai perdere la parte umana, la visione, e ciò che stiamo raccontando". L'IA, in questo senso, è vista come una "grande tela bianca": è facile perdersi se non si mantiene il fattore umano al centro.

Un punto cruciale sollevato da Adami riguarda la distinzione tra professionisti e "cugini" – coloro che offrono servizi simili a prezzi stracciati. La differenza, secondo lui, si gioca su due livelli:

  • La sfera umana: questo settore non è solo tecnico, ma accompagna, emoziona e guida le persone all'interno di storie. L'IA è uno strumento, come un cervello o un computer, ma non tutti scrivono libri. L'accompagnamento umano nella narrazione è ciò che rende un professionista distinto.
  • La sfera tecnico-legale: L'uso dell'IA richiede una forte consapevolezza. Dalla scrittura del prompt, che non può citare fotografi o artisti (sarebbe plagio), al caricamento di dataset, ogni azione ha implicazioni legali. Adami ha portato l'esempio di un progetto per Aperol Spritz, dove si è lavorato per tutelare il diritto d'immagine, creando modelli personalizzati per attori e altre maestranze, garantendo etica e qualità.

L'IA, inoltre, può facilitare e velocizzare la preparazione di contenuti video, riducendo i tempi di produzione. Tuttavia, Adami ha messo in guardia dal non trasformare questa efficienza in una corsa verso l'automatizzazione: "Il tempo che si guadagna nella produzione deve essere messo al servizio del pensiero e della qualità".

Stefania Filippone ha portato la prospettiva di un'azienda che conta 700.000 persone nel mondo e 17.000 in Italia, impegnata in un vasto progetto guidato dall'AI. "Pensiamo che l'AI sia veramente disruptive", ha affermato, sottolineando come impatti profondamente ogni aspetto aziendale. "L'AI diventa una guida fidata e un compagno fedele, ma anche un "secondo io", capace di creare agenti che lavorano al nostro posto".

La personalizzazione è un tema chiave: l'AI consente alle aziende di comportarsi come persone, offrendo un'esperienza cliente unica. L'AI amplifica anche il valore dell'esperienza , aiutando a mettere insieme possibilità e a dare visibilità anche a player più piccoli.

L'interfaccia per qualsiasi tipo di esperienza, sia essa di viaggio o di evento, diventerà sempre più conversazionale. L'altro elemento fondamentale è l'efficienza: l'AI accelera processi, lasciando al tempo umano la riflessione strategica. Accenture sta quindi esplorando come evolvere la forza lavoro, dato che certi tipi di ricerca manuale non sono più necessari.

Alla domanda sulla misurazione dell'efficacia, Filippone ha risposto che i business case sono essenziali. L'AI deve portare a un aumento della top line o a un taglio dei costi operativi. "È finito il tempo degli esperimenti", ha concluso, "ora è il momento di portare efficacia su larga scala".

A farle seguito, Sergio Pappalettera che ha espresso una preferenza per il termine SAI (Sistema Artificiale Intelligente), preferendo dissociarlo dall'intelligenza umana per un approccio più "consapevole". Per Pappalettera, l'AI è uno strumento di avventura e possibilità, un mezzo per esplorare tempo, sincronicità e spazio.

Sulla co-creazione con il pubblico negli eventi, Pappalettera ha risposto con un'interazione live, mostrando come sia possibile che il movimento del pubblico si trasformi in qualcosa di visivo e dinamico, aprendo scenari interessanti per le future installazioni artistiche e gli eventi dal vivo.

Maurizio Murciato: la Tecnologia come Abilitatore di Partecipazione

Maurizio Murciato ha sottolineato come la sua azienda sia nata per usare le tecnologie informatiche non solo per rendere gli eventi più efficienti, ma soprattutto per renderli partecipativi e interattivi. "La tecnologia aiuta a lavorare meno e meglio, a migliorare l'esperienza del pubblico e a misurare i risultati. Anche nel lavoro delle agenzie, dall'organizzazione alla progettazione, l'AI abilita, non sostituisce".

In conclusione, ha dichiarato: "L''intelligenza artificiale, come stato dell'arte del digitale connesso, non ruberà il lavoro agli umani. Saranno gli umani che sapranno usarla a rubare il lavoro a quelli che non la sanno usare."

Lorenzo Rocca