Evento culturale

Salone del Mobile.Milano porta il Made in Italy a New York con la rassegna “Italian Design: from Classic to Contemporary”

Un progetto espositivo a cura dell’architetto e designer Ferruccio Laviani in collaborazione con Bloomingdale’s, dedicato all'eccellenza d'arredo Made in Italy ha reso omaggio alle icone e alle nuove proposte di 23 brand italiani.

Dal 5 al 29 settembre, il Salone del Mobile.Milano è sbarcato oltreoceano, a New York, presentando “Italian Design: from Classic to Contemporary”, una rassegna dedicata all’eccellenza della produzione d’arredo Made in Italy che si è inserita nell’ambito del progetto “From Italy, With Love” di Bloomingdale’s dedicato alla cultura, al lusso e all’arte italiana. Gli USA sono il terzo mercato di destinazione delle esportazioni della Filiera Legno-Arredo italiana, che nei primi quattro mesi di quest’anno ha registrato una variazione positiva del +5,2% per un valore pari a 663,6 M€.

Una scenografia speciale, firmata Ferruccio Laviani. Il progetto è stato curato dall’architetto e designer Ferruccio Laviani e ha visto protagonista dello storico department store newyorkese un allestimento che ha celebrato le piazze metafisiche di Giorgio de Chirico e l’immaginario di due figure chiave della cultura italiana: Luca Ronconi e Achille Castiglioni. La scenografia ha accolto 23 brand che esprimono l’eccellenza della produzione italiana d’arredo, tra icone e nuove proposte: Artemide, Edra, Flexform, Flou, Foscarini, Frigerio, Gallotti&Radice, Gessi, Kartell, Lema, Living Divani, Minotti, Molteni&C, Oluce, Porro, Riva 1920, Scavolini, Sigma L2, Tacchini, Technogym, Turri, Villari, Visionnaire.   

Il set ha preso forma al sesto piano dello store, nel reparto Home/Furnishing di Bloomingdale’s: una vera e propria esperienza immersiva che ha messo al centro l’heritage del Salone e la creatività degli espositori, coinvolgendo la community internazionale di design lover. 

Un calendario di incontri dedicati alla cultura del progetto. Per conoscere da vicino e approfondire la produzione italiana d’arredo, il programma di talk “Conversations about Italian Design” curato da Annalisa Rosso, Editorial Director & Cultural Events Advisor del Salone, ha visto la partecipazione di alcune tra le figure di spicco del panorama nazionale e internazionale dell’abitare. La rassegna è stata supportata da partner simbolo della qualità italiana: Cà del Bosco, S.Bernardo e illycaffè.  

Mercoledì 4 settembre. Il palinsesto si è aperto con un incontro che ha visto protagonisti Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano, Kelley Carter, Bloomingdale’s Fashion Director, Marva Griffin Wilshire, Curatrice e Fondatrice del SaloneSatellite e l’architetto Ferruccio Laviani,  con la regia di Felix Burrichter, fondatore della rivista PIN-UP. “Quando ho concepito l’installazione, volevo che le persone scoprissero la storia del design italiano attraverso un progetto tridimensionale al tempo stesso comprensibile e accessibile. Per questo, il riferimento a Giorgio de Chirico è stata una scelta naturale: la piazza è un elemento riconoscibile all’interno del paesaggio urbano italiano. La selezione di aziende che rappresentano il Salone del Mobile.Milano comprende un arco temporale di 60 anni. Il mio obiettivo è stato suscitare curiosità e raccontare una storia ai visitatori, la storia dell’Italian Design”, ha raccontato Ferruccio Laviani.  

A proposito di Italian Design, la Presidente Maria Porro ha dichiarato: “Quello che c’è dietro ogni prodotto è ciò che lo rende unico. La storia delle sinergie tra le menti creative e gli imprenditori è certamente la caratteristica più distintiva dell’Italian Design, che nasce dall’incontro tra l’ingegno e il saper fare manifatturiero. Creatività e processi di produzione che integrano elementi di tecnologia avanzati sono fondamentali, ma anche la capacità di raccontare una storia. E il Salone del Mobile.Milano, da oltre 60 anni, è il palcoscenico dove viene raccontata questa storia. Una storia rilevante, consistente e rivoluzionaria. La nostra eredità per il futuro.” 

Marva Griffin Willshire ha sottolineato la centralità del SaloneSatellite per le nuove leve del design: “Questa Manifestazione rappresenta il futuro nel mondo del progetto. Oggi, la terza generazione di designer di prestigio proviene proprio dal SaloneSatellite, ed è una cosa di cui sono molto fiera e al tempo stesso onorata". La lista annovera moltissimi designer italiani come Davide Groppi, Cristina Celestino, Alessandra Baldereschi, Francesca Lanzavecchia. Il SaloneSatellite è il luogo dove si avverano i sogni dei designer. 

Infine, sulla relazione che intercorre tra moda e mondo del progetto, è intervenuta Kelley Carter: “La moda e il design sono lo specchio di ciò che accade nella società. Nella moda le tendenze cambiano ogni sei mesi, mentre nel design gli arredi sono progettati per durare anni, decadi. Credo che il design possa imparare dalla moda a reagire e comprendere rapidamente i cambiamenti culturali. D’altro canto, la moda può guardare al design, per esempio, per apprendere come creare prodotti che integrino una componente di sostenibilità e durabilità”. 

Mercoledì 11 settembre. Il secondo appuntamento ha visto protagonista una conversazione tra Eleni Petaloti, Co-founder, Objects of Common Interest, e Qiyao Li, Associate Principal at Skidmore, Owings & Merrill, moderata da Ingrid Abramovitch, Executive Editor di ELLE DÉCOR. 

La designer Eleni Petaloti ha sottolineato il suo legame con l’Italia: “Quando parlo dell’Italia, mi piace considerarla come la nostra casa dal punto di vista intellettuale. È il luogo dove la maggior parte dei nostri lavori prende vita ed è il luogo che maggiormente ci ispira nel realizzare nuove idee. Il Salone del Mobile segna l’inizio e la fine di ogni anno, tutto ruota intorno a quella settimana. La nostra volontà più grande è quella di collaborare con aziende italiane che vantano una storia di artigianato unica e hanno realizzato idee ineguagliabili.” 

Sull’importanza del mercato statunitense per il Made in Italy, Qiyao Li ha dichiarato: “Penso che il mercato statunitense sia un ecosistema che riesce a rimanere fiorente perché veloce e duttile, sempre allineato al ritmo della domanda di mercato. Il suo funzionamento ha una certa efficienza implacabile, da macchina calibrata per reagire sempre in tempi rapidi, alimentata da decenni di successo economico. Al contrario, la frase “Made in Italy” evoca qualcosa di completamente diverso. È un omaggio alla tradizione, dal sapore lento, regionale. Penso che questo sia ciò che lo rende così attraente per il mercato statunitense in questo momento. Molte aziende italiane sono orgogliose della propria storia, ed è un valore che negli Stati Uniti si è diluito. Sta maturando una certa stanchezza attorno al costante ricambio di beni, sfornati in serie e promossi da Internet. Le persone sono alla ricerca di prodotti che offrano un senso di prestigio e di artigianalità: tornano i prodotti di alta qualità e di lunga durata. Questa convergenza tra i due mercati rappresenta un’opportunità unica per entrambe le parti.” 

Mercoledì 18 settembre. Il ciclo di appuntamenti si è concluso con una conversazione tra l’artista Francesco Simeti, e Stefano Giussani, Partner & COO Lissoni Architecture New York, moderata da Wendy Goodman, redattrice di design della rivista NEW YORK.  

Sulla relazione e l’interconnessione tra cultura italiana e americana, Francesco Simeti ha raccontato: “New York è in fondo quello che l’Italia è stata durante i secoli, un melting pot di culture e saperi che coesiste più o meno pacificamente e la cui commistione risulta incredibilmente stimolante. Il continuo dialogo e la possibilità di vedere “altro” sono alla base del mio lavoro come del resto di ogni espressione artistica. Arrivando qui non ho fatto altro che amplificare un processo che era già atto in Italia.” L’artista di stanza a New York, ha poi concluso: “L’italianità è il frutto di secoli e secoli di scambi avvenuti con altre culture, non è qualcosa che è nata all’interno dello stivale come se fosse una camera stagna. Io ho un padre siciliano e una madre americana di origine anglosassone e sono nato e cresciuto in una Sicilia che ha visto tutti: i fenici, che poi sono mediorientali e nordafricani, i greci, i romani, gli arabi, i normanni, i francesi e gli spagnoli. L’isolazionismo culturale che i nazionalismi d’occidente oggi stanno portando avanti è non solo un falso storico ma è un vero e proprio suicidio, ricchezza e arricchimento ricchezza e arricchimento scaturiscono dall’incontro fra le diversità e da questo è venuta fuori l’Italia.” 

Sul prestigio e la rilevanza del design nostrano è intervenuto Stefano Giussani: “Credo che il design italiano contemporaneo sia da sempre espressione di molteplici linguaggi oltre il passare del tempo.  Ogni oggetto contiene un mix di valori e significati che vanno oltre la materialità e l’aspetto che tutti conoscono. I dettagli quali elementi espressivi di grande ricerca e la sperimentazione senza confini che gli artigiani Italiani con coraggio e passione trasmettono da una generazione all’altra. Sono aspetti ineguagliabili perché espressione anche del contesto, quello Italiano che è unico al mondo. Questa grande libertà espressiva come è facile immaginare, trova apprezzamento e interesse ovunque e molto qui in America. A mio avviso il design iconico Italiano per la sua unicità si contestualizza nel momento in cui viviamo, superando epoche e stili".