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Bea Expo Festival 2011. ‘Think globally, act locally’ il must del futuro delle agenzie di eventi

Pensare a livello globale, agire a livello locale. Questo l’obiettivo delle agenzie europee appartenenti al network internazionale 27Names che hanno partecipato al dibattito nel corso del Bea Expo Festival insieme a grandi aziende internazionali. Il futuro del settore? Il successo sta in un approccio sempre più integrato di tutti i mezzi, dove gli eventi ricoprono un ruolo strategico.

La vera sfida di oggi per aziende e agenzie di eventi è creare un ‘above dell’above the line’, come l’ha definito Pablo Turletti (nella foto), ceo e founder di Karpa.net.

Negli anni l’evento da strumento tattico è diventato strategico quanto l’adv.

Ora ad essere davvero strategica è l’integrazione e il futuro dell’industria degli eventi pare proprio basarsi su un approccio sempre più integrato dei mezzi.

In parallelo, si creano dei network internazionali di agenzie, come 27Names, il network cui appartengono le agenzie che hanno partecipato alla conferenza tenutasi nell'ambito del Bea Expo Festival, il cui obiettivo è creare collaborazioni a livello internazionale, pur mantenedo la propria autonomia locale.

E’ il concetto del ‘think globally, act locally’, necessario poichè ogni struttura locale conosce in profondità il proprio mercato di riferimento.

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Conosciamo i protagonisti del dibattito dal titolo 'Is there a need in Europe for European agencies? Agencies and companies discuss the past, the present and the future of the event industry'a cura di 27Names. Nel corso della conferenza sono intervenuti Pablo Turletti, CEO and Founder Karpa.net (Spain), Jos Feijen, Strategy Director Zandbeek Communication Group (The Netherlands), Andrew Savill, Business Development Director WRG Creative Communication (United Kingdom), Carlo Hermes, Consultant at Eni (Italy), Frank Schultz, Manager Live Communication Global Marketing Volvo Car Corporation (Germany). Ha moderato Salvatore Sagone, Presidente di ADC Group e Direttore Responsabile e20.

Due, come vi abbiamo anticipato, le tematiche al centro del dibattito: integrazione e globalizzazione. Carlo Hermes ha spiegato come, per apportare un miglioramento decisivo all'industria degli eventi, sia necessario mantenere una prospettiva globale, e ha posto un esempio considerando uno degli elementi alla base della comunicazione, ovvero la lingua. In passato, infatti, è capitato di dover organizzare un'evento di portata globale e scontrarsi con la difficoltà che non tutti i soggetti coinvolti nel progetto fossero in grado di parlare la stessa lingua. Hermes ha poi proseguito dicendo che ora gli eventi sono diventati dei mezzi di comunicazione con un'importanza pari ai canali classici, quali radio e televisione. "La stessa natura degli eventi sta attraversando una fase di cambiamento profonda, anche grazie alla tecnologia. Ora milioni di persone possono virtualmente partecipare a un evento, interagendo solo attraverso uno schermo, o non vedendosi del tutto".

Jos Feijen ha poi sottolineato l'importanza per il brand di definire la propria indentità e, soprattutto, di approfondire la propria conoscenza sul mondo degli eventi e sui risultati che vuole ottenere attraverso l'organizzazione degli stessi.

schultz.jpgIl dibattito, quindi, si è spostato sul tema dell'integrazione tra i diversi agenti del mondo degli eventi. "L'offerta in questo campo è molto ampia, virtualmente si hanno a disposizione tutti i mezzi necessari per creare qualsiasi tipologia di evento - ha detto Frank Schultz (a destra, nella foto)". "Le agenzie devono cooperare tra di loro e con gli altri attori in gioco, in modo da poter offrire nuovi strumenti in risposta alle esigenze dei clienti - ha aggiunto Hermes - . Non bisogna assolutamente considerare la comunicazione come un processo a senso unico".

Nonostante questo, però, Feijen ha affermato di non credere nella possibilità di creare un'unica industria degli eventi globale: "Non si tratta di creare una grande industria singola; bisogna, piuttosto, avere molti partner in ognuno dei Paesi in cui ci si trova a lavorare, perchè essi conoscono meglio la realtà e il mercato locali".

Proprio a questo proposito, Pablo Turletti ha individuato tra le tre caratteristiche fondamentali nell'ambito della progettazione di un evento, insieme al pensiero strategico e alla definizione dello standard da raggiungere, lo svolgimento di operazioni a livello locale, per una consocenza migliore della realtà in cui ci si trova ad operare.

Infine, ipotizzando l'identikit dell'agenzia del futuro, Hermes ha sottolineato come sia importante, oltre che avere una visione globale con una costante attenzione all'aspetto locale, creare una comunicazione tra gli attori coinvolti nell'organizzazione di un evento, attraverso la creazione di network e mailing list dedicati che consentano loro di mantenersi in contatto nel corso del progetto.