
Scenari
AI Forum 5°edizione. L'Intelligenza Artificiale apre le porte alle tecnologie del futuro e attiva la re-industrializzazione dell'Europa. Tech e conoscenza diventano strumenti geopolitici. Le abilità umane si evolvono nel confronto con la macchina.
È andato in scena oggi la quinta edizione dell'AI Forum, il più grande e importante appuntamento italiano in ambito Artificial Intelligence per il mondo delle imprese.
L'evento, ideato e promosso dall’Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale (AixiA), si pone l'intendo di discutere con le aziende delle concrete opportunità e delle grandi potenzialità offerte dall’Intelligenza Artificiale nell’ottimizzazione dei processi e molto altro, nonché per comprendere a fondo l’evoluzione tecnologica in atto e abilitare, anzi anticipare, le trasformazioni, individuando gli strumenti necessari per competere in un mondo in continua mutazione e accelerazione.

Ad aprire i lavori è stato Gianluigi Greco, Presidente, AixIA (in foto), il quale ha tracciato un quadro della situazione italiana inserita nel contesto generare. Ne emerge un quadro che vede il nostro Paese molto attivo nel recepire il cambiamento legato all'AI e che possiede picchi di eccellenze a livello mondiale. Anche il settore universitario risulta essere quasi all'avanguardia. Nel 2022 abbiamo assistito a un +32% di crescita del mercato dell'AI in Italia, una dinamica non distribuita omogeneamente, e che vede le grandi aziende rappresentare il 34% degli investimenti sul fronte dell'implementazione delle tecnologie legate all'AI, contro un 15% delle PMI.
Dalle parole di Greco si evidenzia come nel giro di pochissimi anni l'intelligenza artificiale abbia raggiunto delle performance “superumane”, basti vedere come già i software AI siano in grado di creare ex novo fotografie e video indistinguibili dal reale. Ciò però non ci deve spaventare. Col supporto di alcune casistiche citate, si evidenzia come anche come le abilità mentali dell'uomo abbiano beneficiato dal confronto con i super computer portando, ad esempio, l'attuale campione del mondo di scacchi ad un livello quasi doppio nella capacità di analisi che aveva Kasparov; e in un altro caso il campione del mondo di dama cinese in carica ha sconfitto, dopo anni di imbattibilità, l'avversario elettronico. A dimostrazione che l'uomo continua a migliorarsi quando si confronta con entità più abili di lui.

Altro aspetto fondamentale è tenere in considerazione gli elementi limitanti dei super calcolatori, che hanno immense RAM a disposizione a fronte di costi enormi nella costruzione degli stessi e del loro mantenimento, anche dal punto di vista energetico: basti pensare che le 5 aziende informatiche più grandi al mondo consumano la stessa elettricità annuale dell'intera Polonia.
Quindi? Quale futuro possibile soprattuto per le imprese, tenendo conto delle PMI? “Dobbiamo inventare soluzioni software più furbe, che migliorino le elaborazioni e consentano di scaricare a terra le potenzialità di calcolo che già abbiamo” sostiene il Presidente di AixIA. Attualmente rimane presente un forte limite da parte dell'AI nell'individuare connessioni e abilità logiche nella semantica dei testi.
Da questo intervento risulta come: “La nuova onda dell’AI ha bisogno di gruppi di lavoro con competenze diverse e complementari, affiancando agli esperti di informatica e algoritmi, gli esperti aziendali dei vari settori in cui vogliamo applicare questa disciplina. Risulta quindi necessario la contaminazione dei saperi, affrontare i progetti in modo innovativo, puntare su realizzazioni a breve, medio e lungo termine costruendo una nuova catena di trasmissione fra ricerca di base e applicata, enti di ricerca e aziende. Solo così l’AI sarà veramente in grado di generare valore per le imprese e solo così l’Europa, che ha programmi ambiziosi, potrà competere con Cina e Stati Uniti, che stanno investendo grandi somme di denaro in ricerca.”
Proprio sul fronte degli investimenti è emerso durante il dibattito di come l'Europa si stia muovendo per riportare l'industrializzazione nei nostri Stati, la quale ha ovviamente bisogno di tecnologie, e quindi dell'intelligenza artificiale.
L'intervento di Emanuela Girardi, Founder, Pop AI ha avuto il focus su l'AI e robotica, che ha mostrato l'urgenza di investire e sviluppare queste tecnologie con fondi e valori europei (democrazia, ambiente, inclusività) e di come la dinamica AI+dati+robotica sia una strada imprescindibile per sviluppare anche un ruolo strategico dell'Europa, dando voce a agendo per le PMI, Università e industria.
Sembra azzardato parlare dell'AI come elemento chiave geopolitico, ma non è così. Lo ha dimostrato l'intervento di Fabrizio Maronta,Consigliere scientifico e Responsabile relazioni internazionali di Limes, che, partendo da una sintesi storica e fattuale, dimostra come il microprocessore sia il vero leader della globalizzazione, soprattutto degli ultimi anni, e di come la partita della AI si inserisca in un contesto più ampio di ricollocazione delle filiere tecnologiche che configura lo sforzo, da qualche tempo innescatosi negli USA e in Europa (vedi finalità del PNNR), nel dare il via ad un enorme sforzo di re-industrializzazione dell'occidente, verso settori di punta, come elettronica e tutto ciò che abilita l'AI, tecnologie e green tech.

“USA e Cina si stanno contendendo l'AI. Rispetto anche a solo dieci anni fa la loro interdipendenza economica, che assicurava una relativa stabilità ai due Stati, oggi è diventato un fattore dirimente. Oggi il mondo economico che abbiamo conosciutao dalla seconda guerra mondiale in poi viene messo in discussione. Serve quindi fare politiche industriali, l'Europa lo deve fare altrimenti rischia di essere il vaso di coccio tra quelli di ferro. Le tecnologie sono concepite come strumenti di una competizione geopolitica e utilizzati come elementi di negoziazione e relazioni internazionali.”
Giuseppe De Pietro, Direttore, ICAR CNR ha illustrato come in Italia sia in essere la più grande iniziativa mai messa in campo a favore dell'AI, tramite la Fondazione FAIR alla quale sono stati affidati 114 milioni di euro di fondi per l'innovazione. “L'Italia ha a disposizione tutto per innovare l'AI mondiale. Una possibilità assolutamente da sfruttare nei prossimi anni. Va ricordato che i molti dottorati di ricerca che sosterremo saranno spesi direttamente nelle aziende, sviluppando così una sinergia intima tra Università e aziende.”
Durante l'Innovation Talk della mattina, alcune aziende si sono confrontate portando la propria visione e raccontando alcune progettualità realizzate utilizzando l'AI. Elementi di spicco emersi che meritano una particolare citazione sono come la tecnologia abbia generato nuovi strumenti, dinamiche e potenzialità impensabili fino a pochi anni fa nel campo della pubblicità, dove si prospetta, come ha raccontato Luca Scagliarini ,Chief Product Officer expert.ai, la creazione di strumenti di profilazione privi della necessità di acquisire dati personali degli utenti del web, senza quindi violare nessuna privacy.

Di come le banche stiano investendo massicciamente nel settore, anche per gestire il credito smaltendone alcune fasi, anche a livello di monitoraggio legale dei contratti. Strumenti che sondano la situazione consegnando al decisore una visione di qualità capace di agevolare la scelta finale. Sul fronte assicurazioni Genertel ha creato la prima APP in grado di liquidare i sinistri stradali semplici (quelli dove entrambi i coinvolti sono d'accordo sulla colpevolezza) quasi istantaneamente, aprendo le porte a una revisione dell'intero processo di gestione degli incidenti stradali.
“L'AI riduce la distanza che c'è sempre stata tra uomini e dati. – ha dichiarato Uljan Sharka, CEO, iGenius- “Il 'consumatore' dei dati e l'IT sono andati fino ad oggi a due velocità diverse: oggi non è più così. Non bisogna avere paura della tecnologia ma capire come utilizzarla, perché consente di risparmiare tempo agli operatori per dedicarlo ad attività a grande valore aggiunto.”
Quello di Tiziana Catarci, Direttrice Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale "A.Ruberti", Sapienza Università di Roma, è stato uno dei molti interventi che hanno richiamato l'attenzione sulle dinamiche legali da tenere in considerazione nell'amplicazione dell'AI in alcuni ambiti. Richiamando su come esista il rischio che i dati gestiti non correttamente possano propagare pregiudizi sulle persone, aumentare diseguaglianze, rimarcando di come oggi: “Il potere è anche nelle mani di chi possiede i dati”.

Dal convegno emerge, per i non addetti ai lavori, un quadro del sentire sociale ben tracciato dalle indagini raccontate da Davide Guzzi, Presidente, Italo Foundationun, che analizza il quadro emotivo-razionale dei lavoratori circa l'implementazione dell'AI in azienda dove, tolti gli estremi positivi e negativi, i dipendenti in media risultano ben propensi alle nuove tecnologie, viste anche come elemento di sviluppo della propria professionalità, soprattutto se incentivati dall'azienda in formazione.
Nel quadro complessivo della giornata di lavoro il vero protagonista è stato sicuramente l'intelligenza artificiale, di lei hanno discusso ad altissimo livello uomini, importanti professionisti, tutti concordi che la messa a terra e gestione delle potenzialità strumentali sia legata unicamente all'azione umana. Il progresso va avanti. L'essere umano non deve temere le sue invenzioni, se queste sono in grado di apportare benefici e sviluppo. Alla politica il compito di gestire la tecnica.
Davide Riva