Scenari

De Matteo (MINT) sul mantenimento dei cookie di terze parti in Google Chrome: " Una decisione che offre una 'stabilità tecnica' al settore e permette all'industria di continuare a sviluppare soluzioni alternative più robuste e rispettose della privacy"

Il Co-Founder & Chief Operating Officer MINT in una nota sottolinea che "la scelta di Google deve essere accolta positivamente dall'industria pubblicitaria digitale, in quanto elimina l'incertezza che ha frenato le decisioni strategiche degli ultimi anni e preserva l'equilibrio nel mercato, proteggendo soprattutto i piccoli editori dalla dominanza dei social media".

Carlo De Matteo, Co-Founder & Chief Operating Officer MINT, interviene con una riflessione sull’annuncio del mantenimento dei cookie di terze parti da parte di Google.

“La notizia del mantenimento dei cookie di terze parti in Google Chrome è da accogliere positivamente, perché elimina lo status di incertezza e rinvio generale di decisioni strategiche che aveva caratterizzato questi ultimi anni, un lusso che la nostra industry non poteva più permettersi. Questa decisione afferma inoltre in maniera definitiva l'importanza critica del business pubblicitario per l’intero ecosistema publisher: l’incertezza nella selezione dei canali di investimento nell’era post-cookie da parte di brand e agenzie avrebbe avuto ripercussioni devastanti specialmente per i piccoli editori, accentuando ulteriormente lo squilibrio di potere a favore dei giganti dei social media. In questo senso, la decisione di Google ha un impatto, probabilmente non voluto, nel preservare una certa equità nel mercato dell’advertising digitale".

"La decisione di Google offre una sorta di 'stabilità tecnica' al settore, permettendo alle piattaforme esistenti che ancora si basano sui cookies, come gli ad server, le piattaforme di analytics e i sistemi di attribuzione, di
continuare a operare ed evolvere.
Tuttavia, sarebbe miope considerare questo come una soluzione definitiva ai problemi di privacy e conformità normativa che hanno inizialmente spinto verso l'eliminazione dei cookie di terze parti. In effetti, questa mossa di Google potrebbe essere vista come una nuova fase di passaggio che permette all'industria di continuare a sviluppare soluzioni alternative più robuste e rispettose della privacy. Le tecnologie server-side, i persistent IDs, le identity resolution, le data clean rooms e le Customer Data Platforms (CDP) stanno emergendo come potenziali
successori delle vecchie tecnologie cookie-based tradizionali, offrendo una maggiore durata e persistenza dei dati ma certamente non una maggior protezione della privacy per il consumatore. Tuttavia, bisogna riconoscere che il panorama di queste nuove tecnologie rimane frammentato e complesso. A differenza del consolidato ecosistema dei cookie, dove poche soluzioni dominano il mercato, l'ambito delle alternative è caratterizzato da una sovrabbondanza di offerte che confondono molti marketer. C'è quindi ancora una chiara necessità di consolidamento e standardizzazione in questo spazio per facilitare l'adozione e l'implementazione di queste soluzioni da parte delle aziende.”