Scenari
FIND. L’AI generativa sta trasformando anche in Italia il modo di cercare e fare shopping: la usa già il 78% di quanti sono online e il 24% degli intervistati si fida ciecamente delle risposte fornite dai motori basati su GenAI
Se dici ChatGPT pensi generalmente a un assistente per lo studio; a uno strumento che scrive, revisiona e traduce documenti; a uno strumento che ti aiuta in cucina a preparare un piatto con gli ingredienti che hai in frigo… E, oggi, anche a un prezioso assistente per lo shopping, avvenga questo online o in negozio.
L'intelligenza artificiale generativa sta infatti rapidamente trasformando il modo in cui gli italiani cercano informazioni online e prendono decisioni d'acquisto. Sia che si compri online o in un negozio.
Secondo una nuova ricerca condotta da FIND e scaricabile gratuitamente sul sito www.findsdm.it, il 78% degli italiani online intervistati ha già utilizzato almeno una volta motori di ricerca basati su AI generativa come ChatGPT, Copilot o Perplexity per cercare informazioni su prodotti e servizi di interesse.
La ricerca, parte dell'osservatorio "Search in Italy" che dal 2004 monitora i comportamenti di ricerca e di acquisto degli italiani, evidenzia come l'adozione di queste nuove tecnologie sia sorprendentemente rapida e trasversale alle fasce d'età. Contrariamente alle aspettative, anche il 42% degli over 50 ha già sperimentato l'uso di questi strumenti per le proprie ricerche online
"Siamo di fronte a un cambiamento che sarà epocale nei comportamenti di ricerca degli italiani", afferma Marco Loguercio (nella foto), CEO di FIND e autore della ricerca. "Questi nuovi strumenti basati su intelligenza artificiale generativa stanno infatti velocizzando un percorso di ricerca di informazioni pre acquisto che, con i motori di ricerca tradizionali, in occasione di acquisti complessi può durare ore se non giorni. Queste nuove piattaforme, se correttamente istruite con tutti i dettagli, nel giro di pochi secondi ti possono fornire in risposta il prodotto che più si avvicina a ciò che hai chiesto, con tanto di supporto delle recensioni raccolte in rete e analizzate sui criteri di maggiore interesse per chi sta cercando. Non sono ancora strumenti perfetti, visto che dipendono molto dalla qualità delle fonti da cui attingono le informazioni, ma la velocità con cui stanno progredendo è impressionante. E il fatto che siano semplicemente accessibili anche via smartphone attraverso apposite app li rende estremamente duttili. Per questo sempre più spesso sono utilizzati in affiancamenti ai più tradizionali Google e Amazon prima dello shopping, anche in negozio. E le aziende, che siano brand che vendono al consumatore finale o retailer omnicanale, devono prenderne atto.”
Tra i risultati più significativi della ricerca:
• Il 24% degli intervistati si fida ciecamente delle risposte fornite dai motori basati su GenAI, nonostante il rischio delle cosiddette allucinazioni, che potrebbero portare a risposte errate; mentre il 54% le considera affidabili ma occasionalmente verifica le informazioni.
• L'elettronica di consumo è la categoria merceologica su cui gli italiani cercano più frequentemente informazioni tramite motori GenAI (68%), seguita da viaggi e turismo (52%) e abbigliamento (47%).
La ricerca evidenzia anche come questi nuovi strumenti stiano diventando parte integrante del processo decisionale d'acquisto. Il 62% degli intervistati dichiara di aver utilizzato motori di ricerca GenAI per confrontare prodotti e prezzi prima di effettuare un acquisto.
"Le aziende devono adattarsi rapidamente a questo nuovo scenario", continua Loguercio. "È fondamentale comprendere come i propri prodotti e servizi vengano presentati da questi nuovi motori di ricerca e sviluppare strategie per ottimizzare la propria presenza su queste piattaforme".
La ricerca fornisce anche indicazioni pratiche per le aziende su come adattarsi a questo nuovo contesto:
1. Monitorare regolarmente come l'azienda e i suoi prodotti vengono rappresentati sui motori di ricerca GenAI.
2. Analizzare il traffico proveniente da queste nuove fonti attraverso le piattaforme di digital analytics.
3. Intervistare clienti e prospect per comprendere il ruolo di questi strumenti nel loro processo decisionale