Scenari

Nielsen sulla percezione di contenuti e pubblicità nella comunità LGBTQ+. Per il 27% nessun cambiamento in tema di inclusione; in Italia, Netflix è ritenuta la piattaforma che meglio rappresenta le minoranze

Due ricerche condotte a livello internazionale e su un campione italiano. L’inclusione dello specifico target nei media è aumentato significativamente negli ultimi 20 ann. Ma ai brand si chiede di fare una riflessione sull’opportunità di sviluppare contenuti creativi più inclusivi nella rappresentazione dei consumatori

Nielsen ha pubblicato due ricerche all’interno della sua serie di report LGBTQ+ Diverse Intelligence Series del 2022: Seeking Authenticity: A View of International LGBTQ+ Media Perceptions. 

La prima, basata su un’indagine internazionale effettuata da Dynata nel 2021 e nel primo trimestre del 2022, ha raccolto le risposte di circa 5.500 persone di Stati Uniti, Canada, Messico, Italia, Germania, Francia, Brasile, Spagna e Regno Unito. La seconda, svolta a giugno sempre in collaborazione con Dynata esclusivamente in Italia, ha coinvolto 800 soggetti: 400 persone della comunità LGBTQ+ e 400 della popolazione rappresentativa totale.

La ricerca Nielsen a livello globale. L’indagine internazionale mostra come gli intervistati LGBTQ+ considerino i contenuti in streaming più inclusivi del proprio gruppo di identità rispetto ad altre piattaforme multimediali. In media, il 69% del pubblico LGBTQ+ globale ritiene che si stiano compiendo sforzi per migliorare l’inclusività nei media, ma il 27% afferma che il livello di inclusione non sia di fatto cambiato. Infine, una piccola percentuale è dell’opinione che l’inclusione sia diminuita negli ultimi anni. In Italia, soltanto il 2% degli intervistati appartenenti alla comunità LGBTQ+ percepisce una riduzione dell’inclusione nei media negli ultimi due anni.

In merito alle piattaforme, rispetto agli intervistati di orientamento eterosessuale, il pubblico LGBTQ+ è il 10% più propenso a considerare i servizi di streaming come il canale multimediale più inclusivo ed il 5% più incline a ritenere che i social media siano più inclusivi. In generale, la comunità LGBTQ+ si aspetta che il settore dei media e i brand che lo supportano forniscano una rappresentazione più accurata delle persone LGBTQ+, in grado di evitare gli stereotipi e di fornire un’immagine più autentica e realistica.

Sebbene l’inclusione di persone LGBTQ+ nei media sia aumentata significativamente negli ultimi 20 anni, è necessario fare molto di più. Secondo i dati video globali di Gracenote, nel mese di febbraio 2022 erano presenti oltre 817.000 titoli video unici in servizi TV tradizionali e streaming, ma soltanto 1.000 relativi al tema LGBTQ+. E infatti, tra il 2020 e il 2021, il numero di nuovi titoli riferibili a questo tema è diminuito da 50 a 36.

 

I brand sono chiamati a una riflessione sull’opportunità di sviluppare contenuti creativi più inclusivi nella rappresentazione dei consumatori. Più di un terzo degli intervistati della comunità LGBTQ+ a livello globale si trova a proprio agio con campagne pianificate per il proprio target . In Italia, tra coloro che si ritengono targettizzati in base all’orientamento sessuale (23%), il 36% afferma di sentirsi a proprio agio. Tra i nove Paesi, più della metà degli intervistati LGBTQ+ negli Stati Uniti e in Messico ha indicato di essere aperta a brand message diretti alla loro comunità.

 

La percezione delle persone LGBTQ+ su come l’inclusione nei media e nelle pubblicità si sia evoluta cambia a seconda dell’orientamento sessuale e del Paese. Sebbene l’inclusione globale stia migliorando, si concentra principalmente su identità gay e lesbiche, lasciando molti gruppi ampiamente sottorappresentati. Ad esempio, l’80% di uomini transgender e il 69% di bisessuali / pansessuali ritiene che le pubblicità non siano inclusive.

 

«La comunità LGBTQ+ in tutto il mondo continua ad affrontare sfide significative, ma il settore mediatico globale può svolgere un ruolo nel facilitare cambiamenti positivi e fornire una rappresentazione più accurata sia della nostra società in generale e sia delle persone LGBTQ+- ha dichiarato Sandra Sims-Williams, Nielsen’s Chief Diversity Officer -. Da entrambi i nostri sondaggi emerge che i membri della comunità LGBTQ+ sono pronti a condividere le loro esigenze ed esperienze, in modo tale che i brand e gli editori multimediali possano aprire un dialogo e creare contenuti fedeli alla comunità».

 

La ricerca Nielsen sul campione italiano. La ricerca condotta esclusivamente in Italia su 800 persone in totale aggiunge ulteriori informazioni a quella internazionale. La comunità LGBQT+, ad esempio, si dimostra curiosa verso un’ampia varietà di contenuti mediali. Il 31% manifesta un forte interesse verso quelli che tematizzano la loro identità, percentuale che sale al 42% nel target under 34.  

Netflix è considerata la piattaforma più inclusiva, dove ci si sente maggiormente rappresentati (82% del campione LGBTQ+), nonché quella che, a detta degli intervistati, investe di più nella produzione e nell’acquisizione di contenuti pensati appositamente per loro. Oltre a Netflix e alle altre piattaforme di streaming, i contenuti social di influencer e amici/familiari sono percepiti come maggiormente inclusivi.

Tra tutti i media, i social network, sempre più usati da Millennial e Generazione Z,  sono considerati come un luogo in cui la rappresentazione dell’universo LGTBQ+ viene proposta in maniera organica attraverso la condivisione dei contenuti degli utenti della comunità stessa in un flusso di conversazioni e immagini.

 In questo contesto, Nielsen ha dedicato una sezione dello studio per sondare l’inclusività dei media digitali, sulla base dei loro contenuti e del messaggio che veicolano ogni giorno sulle piattaforme social. Freeda, media digitale nato proprio per rappresentare i valori dell’inclusività e della diversità, è stata considerata tra i soggetti presi in esame dal sondaggio, la più inclusiva sia dalla comunità LGBTQI+ sia dal campione totale, secondo il 66% degli intervistati complessivi.

Le descrizioni e le immagini che accompagnano i titoli sono il principale driver di scelta dei contenuti mediali offerti dalle piattaforme di streaming. Tuttavia, in ottica esplorativa, il 60% del target LGBTQ+ e il 50% del totale della popolazione apprezza l’opportunità di ricevere consigli su produzioni differenti dai propri interessi abituali. Oltre il 50% del target LGBTQ+ ritiene importante che ci siano più personaggi e attori a rappresentare la loro comunità, (della stessa opinione è anche il 30% della popolazione). I più giovani  ritengono fondamentale una corrispondenza tra attori e ruoli LGBTQ+.

Per quanto riguarda i messaggi promozionali, il 71% del target LGBTQ+ ritiene che la pubblicità sia diventata maggiormente inclusiva negli ultimi 2 anni e sono soprattutto i giovani a pensarlo (83%). I canali dove la pubblicità viene considerata maggiormente inclusiva sono gli influencer e i social media (circa 30% ciascuno).  I settori merceologici la cui pubblicità è percepita come più inclusiva sono quelli della Moda, dei Profumi e della Bellezza.

Il 23% del target LGBQT+ pensa di essere stato targettizzato negli ultimi 2 anni in base all’identità sessuale, contro il 9% dell’intera popolazione. Solo il 36% si è sentito molto a proprio agio in seguito a questa targetizzazione. Tanto che il 50% reputa che i brand non dovrebbero targettizzare gli individui in base al loro orientamento sessuale. Ciò non toglie che il target LGBTQ+ sia maggiormente interessato a ricevere messaggi affini al loro stile di vita rispetto alla popolazione nel suo complesso. I brand sono quindi chiamati a fare un riflessione su come bilanciare privacy e rilevanza nelle campagne pubblicitarie. 

Infine, il sondaggio mostra che il 40% del totale della popolazione si sente un alleato della comunità LGBTQ+, la cui percezione di questa solidarietà aumenta con il diminuire dell’età, raggiungendo l’84% negli under 34.

«Ora che è sempre più facile diffondere i contenuti, l’inclusione globale e le rappresentazioni accurate della comunità LGBT+ sono fondamentali e possono avere un impatto duraturo - ha dichiarato Cory Weeks, Internacional expansion director e responsabile“Pride” LGTBQ+ nel Business Resource Group di Nielsen Spagna, commentando i sondaggi -. I report innovativi di Nielsen non solo forniscono informazioni su come il settore mediatico possa coinvolgere meglio il pubblico LGBTQ+ in diversi Paesi e in Italia, ma rappresentano anche un chiaro incentivo a creare racconti globali più variegati e a coltivare la diversità dei talenti LGBTQ+ sia sullo schermo che dietro le quinte».