
Scenari
WARC. L’adv globale accelera (+8,9%) e chiuderà l’anno a quota 1,19 trilioni di $. Ma la crescita si concentra nelle mani delle Big Tech. Per l’Italia stime di chiusura 2025 al +7.4%, +6.8% nel 2026, e +4.1% nel 2027
Il nuovo report Global Ad Trends: Media’s New Normal di WARC fotografa un mercato pubblicitario in piena espansione, ma anche profondamente trasformato rispetto al passato. Secondo le ultime stime, il 2025 si chiuderà con un incremento dell’8,9% degli investimenti pubblicitari, per un totale complessivo di 1.190 miliardi di dollari, una revisione al rialzo di 1,5 punti percentuali rispetto alle previsioni formulate a settembre. La crescita sarà trainata soprattutto dalle piattaforme digitali di Big Tech e dal limitato impatto dei dazi commerciali sui flussi internazionali.
La progressione proseguirà nel 2026, quando il mercato salirà del +9,1% sfiorando i 1.300 miliardi di dollari, per poi raggiungere nel 2027 quota 1.400 miliardi con un incremento del +7,9%. In sette anni, dagli shock pandemici del 2020, il valore complessivo del settore risulterà così raddoppiato. Secondo WARC, ciò equivarrebbe auna spesa di 150$ pro-capite investiti per ogni persona oggi in vita sulla terra!
Secondo Alex Brownsell, Responsabile dei Contenuti di WARC Media e autore del rapporto, “La pubblicità è ormai indipendente dal ciclo economico, comportandosi in un modo che non riflette l'economia reale. Nuovi capitali sono arrivati dalle categorie native digitali, mentre il commercio ha ridisegnato la mappa dei media ‘misurati’, e il volano auto-rinforzante delle Big Tech sta consentendo loro di raccogliere quasi tutti i dollari incrementali”.
Le ultime proiezioni globali di WARC si basano su dati aggregati provenienti da 100 mercati in tutto il mondo e sfruttano una rete neurale proprietaria che proietta i modelli di investimento pubblicitario sulla base di oltre due milioni di punti dati.
La concentrazione continua: piattaforme Big Tech verso il 59% del mercato globale

La dinamica di questa crescita è però tutt’altro che omogenea, evidenzia WARC, concentrandosi nelle mani delle tre principali piattaforme digitali: Alphabet, Meta e Amazon. Nel 2025, questi gruppi controlleranno il 56,1% della spesa globale (Cina esclusa), pari a oltre 556 miliardi di dollari; quota che salirà al 58,8% entro il 2027.
Anche altre piattaforme emergenti crescono a ritmi sostenuti, ma partendo da dimensioni molto più ridotte: TikTok, per esempio, dovrebbe raggiungere nel 2027 ricavi pubblicitari per 45,2 miliardi di dollari – meno di un quinto di quelli attesi per Meta.
La capacità di investimento delle Big Tech alimenta un circolo virtuoso che rafforza il loro dominio: infrastrutture proprietarie di dati, automazione creativa, ottimizzazione basata sull’AI e reinvestimento massiccio in R&D. Solo Meta destina circa il 30% degli utili trimestrali alla ricerca e sviluppo, con ricadute dirette sull’attrattività dei prodotti pubblicitari come Reels e Advantage+.
Il risultato è un ecosistema “chiuso” che attrae la quasi totalità dei nuovi budget digitali, mentre l’open web perde terreno: Google Display Network, ad esempio, è atteso al terzo anno consecutivo di calo dei ricavi da display nel 2025.
Budget digital-native e Retail Media spingono la crescita, mentre i consumi restano deboli
L’espansione degli investimenti pubblicitari avanza più velocemente dell’economia reale. In molti mercati sviluppati i salari reali ristagnano, l’inflazione erode il potere d’acquisto e i tassi elevati frenano la domanda. Eppure, gli investimenti aumentano grazie all’ingresso di nuove categorie e alla spinta dei budget digital-native.
Il Retail Media rappresenta oggi quasi il 15% della spesa globale e continua a crescere grazie alla migrazione del Trade Marketing verso ambienti misurabili. Settori come abbigliamento e accessori canalizzano oltre l’80% degli investimenti in Search, Social e Retail Media, spostando la maggior parte della crescita direttamente sulle piattaforme digitali. Lo stesso accade per tecnologia ed elettronica, categorie fortemente orientate verso la parte più bassa del funnel.
Anche i brand più maturi, tuttavia, vedono nell’investimento pubblicitario una leva per sostenere i prezzi in un contesto di domanda debole: oltre la metà degli specialisti intervistati da WARC dichiara di voler incrementare gli sforzi di brand building nel 2026.

Stati Uniti e Cina restano i poli dominanti; Europa in crescita
Il mercato statunitense conferma la sua centralità: nel 2025 assorbirà il 35,3% della spesa globale, pari a 421 miliardi di dollari, con una crescita del +8,9%. Nel 2026 gli USA beneficeranno dell’effetto combinato dei Mondiali FIFA e delle elezioni di Midterm, per poi raggiungere quasi 480 miliardi nel 2027.
La Cina, seconda al mondo, crescerà del +6,9% nel 2025 e accelererà nel 2026 (+8,9%), rallentando leggermente nel 2027 con un +8,3%.
Il Regno Unito, terzo mercato globale e primo in Europa, è stimato a 58,1 miliardi nel 2025 con una crescita del 9,3%. Germania, Francia, Italia e Spagna manterranno tutte un profilo di crescita costante: l’Italia, in particolare, aumenterà del 7,4% nel 2025 fino a 12,4 miliardi, con trend positivi anche nel biennio successivo.
In Nord America, anche Canada e Messico beneficeranno della Coppa del Mondo 2026: il mercato canadese crescerà del +4,6% nel 2026, quello messicano del +6,6% dopo un 2025 in lieve contrazione.
Tra gli altri Paesi in forte espansione spiccano India e Brasile, con crescite previste rispettivamente fino al +9,7% e al +10,7% nel 2026.
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