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Bucci: 'La sharing economy modello collaterale, non antagonista. Per PHD billing in crescita'

Cambiare paradigma, ovvero disconnettersi, fermarsi ad analizzare ciò che è stato fatto finora e trarne insegnamento, per poi ricaricare le batterie e modificare l'approccio al business. E' questa l'idea di PHD, agenzia media e di comunicazione di Omnicom Media Group che ha scelto di organizzare l'Evolutionary Day 2014 nell'ambito del World Business Forum.
Cambiare paradigma, ovvero disconnettersi, fermarsi ad analizzare ciò che è stato fatto finora e trarne insegnamento, per poi ricaricare le batterie e modificare l'approccio al business. E' questa l'idea di PHD, agenzia media e di comunicazione di Omnicom Media Group che ha scelto di organizzare l'Evolutionary Day 2014 nell'ambito del World Business Forum.

Positivo il bilancio dell'agenzia per l'anno in corso, come ha spiegato Vittorio Buccimanaging director PHD Italy, ai margini dell'incontro: "Pur in un momento difficile, il nostro billing è in lieve incremento - ha detto il manager - . Quest'anno abbiamo vinto 12 gare/consultazioni, sulle 15 totali a cui abbiamo partecipato. La competizione è alta e si concentra in particolare sui clienti locali. Tra i budget acquisiti quest'anno importante ricordare Gruppo Blexton, che ha recentemente acquistato gli outlet di Molfetta e di Franciacorta, Aia, Bauli, Coop Adriatica e Nord Est".

Guarda l'intervista.


"Oggi abbiamo invitato speaker internazionali come Steven Johnson e Jason Silva, oltre all'Ad di Microsoft Carlo Purassanta, per offrire alla platea l'opportunità di ascoltare punti di vista differenti e di lasciarsi ispirare da esperti dell'innovazione -  ha esordito Bucci - . D'altra parte, dobbiamo lavorare tutti insieme per trovare nuovi modelli e nuove strade".

Il concetto di condivisione è stato anche al centro dell'intervento di Bucci, focalizzato sul fenomeno della sharing economy, che negli Usa ha generato in un anno 5,8 miliardi di dollari di indotto ed è ormai radicato e strutturato anche in Italia, dove apre la via a nuove opportunità, all'affermazione di nuovi business model per le aziende e a innovative modalità di consumo. Partendo dal paradigma I have vs. I need, Vittorio Bucci ha proposto una riflessione sull’idea di community, sulla centralità dell’individuo, dello storytelling e dei meccanismi di CRM.

La sharing economy viene definita come lo scambio e la condivisione di beni e servizi (con o senza transazioni di denaro) tra pari e imprese, in network privi di intermediazione.



Come ha spiegato Bucci ai nostri microfoni, sono diversi i settori all'interno dei quali sono nate piattaforme di sharing: viaggi e turismo, trasporti, beni e accessori, istruzione, finanza e credito, lavoro

Airbnb è attiva in 130 nazioni e ha ridefinito il concetto di viaggio; in ambito trasporti ci sono Getaround, Bla Bla Car, Carpooling.com e Uber, presente in 100 città e 45 nazioni. Poi ci sono i MOOC, i corsi universitari online gratuiti basati su piattaforme che danno accesso ai corsi delle principali università nel mondo, cosicchè gli utenti possono seguire lezioni in modo interattivo con video tutorial: è il caso di khan academy, diversity.

In termini di democratizzazione delle produzione, quel che avviene è che per gli utenti è possibile produrre la propria idea tramite piattaforme di crowdfunding quali kickstarter, gofundme, RockThePost, eppela, indiegogo. E poi c'è quirky, grazie al quale chi ha un'idea può vederla rapidamente realizzata. 

In Italia sono già presenti 250 piattaforme attive, il 59% dei consumatori ha sentito parlare di sharing economy e il 13% ha già utilizzato almeno un servizio di questo tipo.



Da una ricerca realizzata dalla stessa PHD insieme a Collaboriamo per mappare il fenomeno, emergono alcuni elementi interessanti:
- il 64% delle startup nasce al Nord
- co-working, trasporti e turismo sono i principali settori di interesse
- (solo) nel 19% dei casi il modello di business è adv based, dal momento che il più diffuso è la remunerazione della transazione e che il 21% non ha ancora individuato il proprio modello di business
- il modello societario dominante è la SRL
- il 56% delle startup si autofinanzia (i finanziamenti sono al 21% e il venture capital al 23%)
- il maggiore auspicio delle aziende di sharing è di riuscire a collaborare con aziende

Le tipologie di approccio alla sharing economy, sono principalmente tre
- brand come servizio (si pensi all'ingresso di Eni nel car sharing con enjoy o alla partnership tra Ferrarelle e Gnammo per l'organizzazione di 7 eventi di social eating)
- brand come marketplace (è il caso ad esempio di H&M che recupera gli abiti usati o di Gap e Devvy che condividono i lavoratori stagionali)
- brand come enabler (vedi la collaborazione tra General electric e Quirky)



Come ha spiegato Bucci ai microfoni di ADVexpressTv, la sharing economy non è, come molti pensano, un modello antagonista rispetto alle logiche di business tradizionali, ma collaterale. Un approccio che, come ha sottolineato Bucci ai nostri microfoni, sicuramente si diffonderà sempre più nel nostro Paese, che dal punto di vista della dotazione tecnologica, soprattutto sul fronte dei dispositivi mobili, è all'avanguardia, così come per la predisposizione alla socializzazione e allo sharing. 

La diffusione delle piattaforme di sharing ha delle ricadute anche nel mondo della comunicazione. Innanzitutto, alla base del successo di queste piattaforme c'è la partecipazione dell'utente alla creazione del brand, del prodotto o del servizio. Questo apre la strada a nuove forme e logiche di marketing e a una maggiore personalizzazione dell'esperienza di business, tendenze che, come ha affermato Buccu ai nostri microfoni, non possono essere ignorati dagli operatori del mondo della comunicazione. Senza contare che le piattaforme offrono nuove modalità di engagement e l'opportunità di migliorare il targeting.



PHD Evolutionary è stato sponsorizzato da Microsoft Italia, mentre main technical sponsor  è stato Copiaincolla.net, agenzia digitale specializzata suprogetti di comunicazione web e mobile ad alto impatto tecnologico, che ha curato lo sviluppo del minisito dedicato e di 'Brainbot', una speciale app game PHD che ha coinvolto i visitatori del World Business Forum per tutta la durata dell’esposizione.

Serena Piazzi