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IAB Forum. Raddoppiano in Italia le Start Up Innovative (+120%), ma si investe meno in quelle Hi-Tech. C'è la rivoluzione dei maker, è tempo di sperimentare
Come rivela lo scenario presentato da Andrea Rangone, Responsabile Scientifico Osservatorio Hi-Tech Startup, School of Management Politecnico di Milano, dopo un +15% del 2013, gli investimenti complessivi in startup Hi-Tech, giuni a 129 mln di euro, quest'anno scenderanno a 110 mln. Cresceranno invece ' i proventi' provenienti da player non istituzionali, arrivando al 50% del valore stimato per il 2014. Professionisti maturi, spesso dell'area marketing i profili di chi scommette in startup. Avere obiettivi ambiziosi e volontà di business internazionali i consigli dei manager di Buongiorno e Immobiliare.it ai giovani startupper. E' tempo di agire sotto la spinta della rivoluzione dei maker, osserva Chris Anderson, Ceo 3D Robotics, consentita dall'interazione tra macchine e internet.
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Positivo il fatto che nel nostro Paese le startup innovative sono cresciute quest'anno del 120%, passando da 1227 nel 2013 a 2716 nel 2014.
L'anno scorso sono cresciuti anche gli investimenti complessivi (sia di player istituzionali che di business angel, family office e venture incubator) in startup Hi-Tech che hanno segnato un +15% rispetto al 2012, toccando i 129 mln di euro. Ma questo valore, sottolinea Rangone, è piccolo se confrontato con quello di altri Paesi. E' un ottavo rispetto a Francia e Germania e un quinto rispetto al Regno Unito.
E quest'anno è previsto un calo degli investimenti a 110 mln per la chiusura di fondi di investimento nel Sud Italia.
Cresceranno invece ' i proventi' provenienti da player non istituzionali, arrivando a valere il 50% del valore stimato per il 2014.
Chi c'è alla guida delle startup in Italia? Il profilo indicato da Rangone è quello di manager, più spesso nell'area marketing, di oltre 40 anni. “ Questo indica come si creda soprattutto a professionisti maturi mentre i giovani restano ancora fuori dalle risorse istituzionali” ha commentato Rangone.
La parola è poi passata 'ai protagonisti', venture capitalist italiani e imprenditori come Andrea Di Camillo, founder di P101 che ha investito 4 milioni di euro in ContactLab; Fausto Boni, co-founder e general partner di 360° Capital Partners; Massimiliano Magrini, co-founder managing partner United Ventures. I tre hanno riflettuto sul fatto che anche nel nostro Paese cresce tra le aziende e i manager la consapevolezza delle potenzialità di business che offrono internet e la tecnologia. E invitano chi ha deciso di scommettere in una nuova società a farsi guidare da obiettivi ambiziosi e da prospettive internazionali di business diversamente da quanto accade in Italia dove i fatturati sono ancora locali.
Non sono mancate case history interessanti di realtà più che affermate, come quelle di Buongiorno con Mauro Del Rio, chairman & founder della società e Carlo Giordano, a.d. di Immobiliare.it, ai quali sono stati chiesti dei consigli da dare ai giovani startapper.
Per Del Rio è fondamentale aprire uffici all'estero recandosi in prima linea nei Paesi prescelti. Per Giordano è importante farsi guidare da obiettivi ambiziosi ma non impossibili. Quali secondo i due manager i settori trainati delle nuove società di business? Intelligenza artificiale, robotica e healthtech per Del Rio, strumenti legati alla connettività per Giordano.
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Una processo che segue una prima rivoluzione meccanica che ha creato l'industria moderna e una seconda digitale, risalente agli anni '80, che ha generato democratizzazione e diffusione dei contenuti tramite i social network.
EC