Live Communication
IF! Italians Festival. Ali Ali: 10 cose stupide (ma efficaci) imparate sulla pubblicità
Con molto umorismo e altrettanta serietà, il famoso regista egiziano Ali Ali, giunto alla ribalta mondiale grazie agli spot ‘Never say no to Panda’ (guarda il video), invitato a Milano dalla casa di produzione The BigMama, ha tenuto, nell’ambito dell’IF Italians Festival, un interessante workshop sulle dieci cose ‘stupide’ (ma importanti ed efficaci) imparate in oltre un decennio di fortunata attività nel campo della comunicazione pubblicitaria.
Acclamato regista egiziano e fondatore della pluri-premiata agenzia Elephant, Ali Ali (già direttore creativo per Leo Burnett, Jwt e Ddb, vincitore di quattro premi a Cannes e premiato con il Dubai Lynx Grand Prix per quattro anni consecutivi) è stato invitato a Milano dalla casa di produzione The BigMama per partecipare all’IF Italians Festival con un workshop dai toni tanto umoristici quanto seri, intitolato ‘10 stupid things I learned in advertising’.
Prima di passare in rassegna i dieci efficaci consigli di Ali Ali (in foto), vi suggeriamo, se non lo avete già fatto, di dare un occhio alla serie di divertenti spot ‘Never say no to Panda ’ (guarda il video) che, con il loro contagioso potere virale, hanno garantito al regista egiziano rapida visibilità su scala mondiale.
Eccole, dunque, le dieci ‘stupid things’ di Ali Ali, che chiunque operi nel campo della comunicazione pubblicitaria non dovrebbe scordare mai.
1. It’s not rocket science. Non stiamo salvando vite umane, quindi non prendiamoci troppo seriamente, non drammatizziamo cose che drammatiche, per loro natura, non sono.
2. People have better things to do. Dato che il pubblico ha sicuramente altre cose da fare, piuttosto che stare a guardare il nostro spot, è meglio fornirgli contenuti stimolanti e divertenti, e non fargli perdere tempo.
3. It’s good to stay inexperienced. Questo è un invito a rimanere lontani dagli stereotipi e dai pregiudizi, a restare sempre ‘freschi’, e dunque a non diventare troppo esperti di pubblicità.
4. Keep it stupid. Se un’idea sembra stupida, nel senso di ‘semplice’, meglio lasciarla tale e non impegnarsi per renderla più complessa e dunque meno fruibile.
5. Present one idea, your best one. Concentrarsi su un’idea per volta, possibilmente sempre sulla migliore a disposizione.
6. Keep your client uncomfortable. È meglio che il cliente non si senta troppo a suo agio, l’innovazione e il rischio a essa collegato fanno bene alla comunicazione pubblicitaria.
7. The client is not always king. Bisogna saper andare oltre il brief, interpretando le esigenze del cliente con creatività, e non come semplici ‘esecutori’.
8. Respect the product more than you respect the process. Alla fine le persone vedranno il prodotto non il processo seguito per raggiungere l’obiettivo finale. Meglio dunque restare fedele al prodotto finale e al limite ‘tradire’ qualche passaggio relativo al processo, piuttosto che viceversa.
9. The faster the better. Più le idee sono veloci e meglio è. La velocità è salvezza. Se si è coscienti di aver avuto una buona idea, rimandarla è un reato.
10. When you’re not doing anything, go out and do something. L’ispirazione creativa deriva dall’essere radicati in uno specifico contesto sociale e culturale, non dal vivere sulle nuvole.
Mario Garaffa
Prima di passare in rassegna i dieci efficaci consigli di Ali Ali (in foto), vi suggeriamo, se non lo avete già fatto, di dare un occhio alla serie di divertenti spot ‘Never say no to Panda ’ (guarda il video) che, con il loro contagioso potere virale, hanno garantito al regista egiziano rapida visibilità su scala mondiale.
Eccole, dunque, le dieci ‘stupid things’ di Ali Ali, che chiunque operi nel campo della comunicazione pubblicitaria non dovrebbe scordare mai.
1. It’s not rocket science. Non stiamo salvando vite umane, quindi non prendiamoci troppo seriamente, non drammatizziamo cose che drammatiche, per loro natura, non sono.
2. People have better things to do. Dato che il pubblico ha sicuramente altre cose da fare, piuttosto che stare a guardare il nostro spot, è meglio fornirgli contenuti stimolanti e divertenti, e non fargli perdere tempo.
3. It’s good to stay inexperienced. Questo è un invito a rimanere lontani dagli stereotipi e dai pregiudizi, a restare sempre ‘freschi’, e dunque a non diventare troppo esperti di pubblicità.
4. Keep it stupid. Se un’idea sembra stupida, nel senso di ‘semplice’, meglio lasciarla tale e non impegnarsi per renderla più complessa e dunque meno fruibile.
5. Present one idea, your best one. Concentrarsi su un’idea per volta, possibilmente sempre sulla migliore a disposizione.
6. Keep your client uncomfortable. È meglio che il cliente non si senta troppo a suo agio, l’innovazione e il rischio a essa collegato fanno bene alla comunicazione pubblicitaria.
7. The client is not always king. Bisogna saper andare oltre il brief, interpretando le esigenze del cliente con creatività, e non come semplici ‘esecutori’.
8. Respect the product more than you respect the process. Alla fine le persone vedranno il prodotto non il processo seguito per raggiungere l’obiettivo finale. Meglio dunque restare fedele al prodotto finale e al limite ‘tradire’ qualche passaggio relativo al processo, piuttosto che viceversa.
9. The faster the better. Più le idee sono veloci e meglio è. La velocità è salvezza. Se si è coscienti di aver avuto una buona idea, rimandarla è un reato.
10. When you’re not doing anything, go out and do something. L’ispirazione creativa deriva dall’essere radicati in uno specifico contesto sociale e culturale, non dal vivere sulle nuvole.
Mario Garaffa