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Processo Wpp-Fullsix. Ieri perizia sui pc, oggi la difesa: 'Non ci sono prove'

Prosegue a Londra il processo per diffamazione che contrappone il ceo Wpp Sir Martin Sorrell ai due manager FullSix, Marco Benatti e Marco Tinelli . Dopo le deposizioni, fra gli altri, diDanilo Tani, cfo di Wpp in Italia, Daniela Weber , coo, Dominic Grainger, managing director Emea di Group M, oggi è stata la volta dell'avvocato della difesa, Andrew Cadelcott .

Dopo i risultati della perizia sui laptop dei manager di FullSix, esposti ieri, l'arringa della difesa è stato oggi, 21 marzo, il nuovo atto del processo in corso presso l'Alta Corte di Londra, che vede contrapposto Sir Martin Sorrell (nella foto) a Marco Benatti e Marco Tinelli, rispettivamente presidente e a.d. della società di marketing relazionale, da lui accusati di diffamazione. Come noto, l'accusa riguarda in particolare la diffusione di scritti diffamatori attraverso blog apparsi in rete lo scorso anno, nei mesi di marzo e maggio, e il cui autore è ancora ignoto. FullSix aveva tempo fa riconosciuto che il primo blog era partito dai propri server, ammettendo la possibilità che a crearlo fosse stato un proprio dipendente.

Andrew Cadelcott, avvocato difensore di Benatti e Tinelli, ha sottolineato che non esiste alcuna prova che i due siano stati coinvolti nella creazione dei blog. A suo dire, il quadro ricostruito dall'accusa somiglia a un piatto di quelli che ha definito "spaghetti alla milanese" (confondendoli evidentemente con quelli alla bolognese), "in cui sono sparse prove superficialmente significative ma le cui singole componenti non conducono da nessuna parte, o conducono a conclusioni confuse". Secondo Cadelcott, Tinelli aveva mostrato lo scorso anno grande preoccupazione per le ricadute negative che il contrasto fra Sorrell e Benatti poteva avere su FullSix, e aveva scritto in proposito una mail allo stesso Sorrell per esprimergli i suoi timori circa la sopravvivenza e l'indipendenza del gruppo. Pubblicare subito dopo del materiale offensivo come quello contenuto nei blog sarebbe stato, secondo la difesa, "un autogol di proporzioni spettacolari". Anche perché l'autore del blog sembra avere fatto di tutto per coinvolgere il nome di FullSix piuttosto che per nasconderlo. Al punto che l'avvocato ha parlato di una "presenza maligna" nella società.

Come riportato dalle maggiori testate britanniche e statunitensi, di settore e non (BrandRepublic, Advertising Age, ma anche The Times e il Financial Times, per citarne alcuni, stanno appassionatamente seguendo tutte le fasi del processo) la giornata di ieri ha visto la deposizione di Peter Sommer, senior researcher alla London School of Economics, il quale ha fornito una relazione dettagliata delle sue perizie, in particolare di quella sul portatile di Tinelli, e ha concluso: "È impossibile negare completamente l'eventualità che una terza persona abbia usato il laptop di Tinelli in diversi momenti. Ma la cosa sembra relativamente improbabile". Aggiungendo: "Non può essere difficile per gli accusati fornire una lista dei possibili sospetti che possano avere avuto accesso ai loro computer nei periodi considerati. A me non sono state forniti nomi alternativi".

Il ricercatore ha anche sottolineato che a suo parere Tinelli ha minimizzato le proprie abilità informatiche, descrivendolo invece come un utente sofisticato di Internet. E ha aggiunto che per creare un blog riuscendo a mantenere segreta l'identità dell'autore non sono necessarie competenze da fanatici del computer. Tanto più che sul computer di Tinelli sono presenti le tracce di un "Manuale per blogger e cyber-dissidenti", con dettagliate istruzioni che potrebbero corrispondere ai metodi realmente usati per mascherare l'origine dei blog.

Sempre ieri hanno deposto Daniela Weber, chief operating officer di Wpp, e Dominic Grainger, managing director Europe, Middle East and Africa di Group M, il ramo media di Wpp. La prima non era presente in aula ma è intervenuta in video collegamento da Milano, e a porte chiuse. Grainger, invece, è stato interrogato a proposito del licenziamento, risalente allo scorso anno, del managing director di Mediaedge:cia in Germania, e di una mailing list di persone che erano già a conoscenza dell'interruzione del rapporto prima che venisse notificato.

Avviato mercoledì 14 marzo, il processo ha visto una lunga deposizione iniziale di Sir Martin Sorrell, che ha sottolineato come i blog apparsi lo scorso anno abbiano costituito lo strumento di una campagna "ostile e vendicativa" nei suoi confronti, giungendo ad accusarlo di attività criminale, frode e riciclaggio di denaro. Insieme alla Weber, Sorrell ha intentato contro Benatti e Tinelli anche una causa per violazione della privacy. La convinzione del ceo è che dietro la campagna diffamatoria vi sia l'ex country manager di Wpp in Italia, Marco Benatti, il quale a suo dire puntava a creare un "costoso impero" in Italia. Per questo avrebbe reagito duramente alla decisione del ceo di sollevarlo dall'incarico di country manager, nel gennaio 2006. Secondo quanto raccontato dal ceo Wpp ai giudici, l'ex moglie di Benatti lo avrebbe informato del fatto che questi era arrivato a minacciare ogni sorta di azione, anche violenta, ai danni di Sorrell.

Lunedì invece è stata la volta di Danilo Tani , chief financial officer di Wpp in Italia, il quale ha affermato che Marco Benatti già nel 2005 (prima, quindi, del suo licenziamento) gli era apparso "frustrato per la sua posizione e il suo scarso potere".