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Cannes Lions 2019. Gli influencer aiutano la pubblicità a essere ricordata, ma solo se vengono usati nel modo giusto
(Cannes. Dalla nostra inviata Serena Piazzi). Il fatto che toccare le corde emotive dei consumatori sia efficace e che le emozioni generino i ricordi e rendano dunque una pubblicità più memorabile non è una novità. Forse però lo è il fatto che la pubblicità che vede protagonisti gli influencer sia in grado di raggiungere in modo efficace entrambi gli obiettivi, ovvero farsi ricordare e connettersi emotivamente con i consumatori.
E' quello che sostiene Ian Forrester, SVP Research and Analytic Whalar, ospite della seconda giornata del Festival Internazionale della Creatività di Cannes, in occasione del seminario 'Has the influencer marketing bubble burst?'.
"E' stato dimostrato scientificamente che l'advertising che coinvolge gli influencer attiva maggiormente il cervello di chi vi entra in contatto stimolando una risposta - ha detto Forrester - . Inoltre, la pubblicità con gli influencer risulta estremamente più efficace di quella veicolata in tv o su YouTube, sempre prendendo a riferimento i parametri della memorabilità e della emozionalità".
Da quanto afferma Forrester, ogni azienda dovrebbe dunque ricorrere in modo massiccio all'influencer marketing. Ma, a un'analisi più completa, si scopre che anche questa forma di comunicazione ha i suoi scheletri nell'armadio, come ha messo in luce Caspar Lee, Chief Marketing Officer di Influencer, il cui intervento ha seguito quello di Forrester.

"In molti casi gli influencer vengono utilizzati in modo sbagliato - ha detto Lee -, senza prestare attenzione alla reale connessione che essi hanno con le loro community di riferimento. Bisogna tenere presente che il numero di follower non è un elemento sufficiente su cui basare la scelta di un influencer per un progetto di advertising: avere tanti follower non porta a nulla se si è perso il contatto con loro. Spesso si fa l'errore di valutare soltanto le metriche principali relative ai profili di un influencer, invece di prendere in considerazione quelle minori, spesso molto più interessanti".
Senza contare il fatto che in un momento storico in cui gli influencer godono di così tanta popolarità, molte persone, nel tentativo di imitarli, si improvvisano influencer magari acquistando fan e follower, ma di fatto non lo sono e non porterebbero dunque alcun vantaggio alle aziende che decidessero di ingaggiarli per le loro campagne.
Per questo motivo la scelta del/degli influencer da contattare deve essere il più possibile attenta e partire da un'analisi approfondita non solo dei profili dell'influencer, ma anche delle caratteristiche dell'audience alla quale ci si vuole rivolgere.
"E' importante innanzitutto partire dai dati, meglio se di prima parte, per avere più informazioni possibili relative ai propri consumatori - ha dichiarato Lee - . In secondo luogo, una volta identificato il giusto influencer, occorre coinvolgerlo fin da subito nel processo creativo e non soltanto alla fine, per rendere più efficace la connessione con il brand. Infine, tenete presente che reach e impatto sono ugualmente importanti e affinché una campagna di influencer marketing funzioni occorre trovare il perfetto bilanciamento tra le due".