Mercato

Acqua Sant'Anna presenta l'acqua proteica e punta a un +10-15% del fatturato nel 2023. Progetto di espansione nel mercato tedesco

Alberto Bertone, AD dell'azienda (nella foto), in un'intervista al Corriere della Sera racconta il lancio della nuova acqua in una bottiglia con 15 grammi di proteine e zinco, 33 centilitri al prezzo di 2 euro, per una fascia di consumatori medio alta e gli obiettivi di crescita, anche grazie a diversificazione e sviluppo internazionale.

Acqua Sant'Anna ha da poco lanciato una nuova acqua minerale proteica e anche grazie a questa innovazione,  punta a una crescita del fatturato del +10 - 15%.

Lo ha dichiarato Alberto Bertone (nella foto),  AD dell'azienda che vende 1,5 miliardi di bottiglie d’acqua minerale all’anno, in un'intervista al Corriere della Sera.

Un obiettivo importante, che fa seguito alla ai 302,8 milioni di ricavi del 2022, in crescita dai 292,6 milioni del 2021 con con 45,7 milioni di utile, e che potrebbe essere favorito dalla ripresa dei consumi di acqua minerale.

Occhi puntati sulla novità da poco sul mercato, la bottiglia con 15 grammi di proteine e zinco, 33 centilitri al prezzo di 2 euro, per una fascia di consumatori medio alta.

"È in fase di test all’Esselunga, a breve la porteremo anche nel resto della grande distribuzione, nei discount, negli Autogrill  - dichiara il manager al Corriere —.  C’è una forte richiesta di alimenti con proteine: pasta, yogurt, latte."

La diversificazione è una leva di crescita rilevante per il gruppo di Vinadio. La linea di Beauty & wellness di Sant’Anna, partita negli ultimi anni, oggi vale circa il 10% del fatturato.

Inoltre Bertone vuole espandere il business a livello internazionale e dopo  il mercato francese,  nel quale è entrato l'anno scorso, ora sta sondando quello tedesco. "Per la Germania abbiamo assunto un direttore commerciale che conosce bene la grande distribuzione locale, ma è difficile per un’azienda italiana aprire un mercato all’estero senza appoggi operativi, come fanno i francesi. La concorrenza è durissima. Servono i buyer locali e i magazzini comuni, le basi di logistica nei Paesi oltre ai rapporti diplomatici" dichiara al Corriere. 

 Per il gruppo l’export pesa soltanto il 5% sui ricavi e riguarda Paesi come Dubai e Malta, oltre alle nuove entranti Francia e Germania.

Sant’Anna vorrebbe crescere anche per vie esterne con acquisizione di altre aziende. "Siamo interessati ad aziende in Italia e nel resto d’Europa — sottlinea Bertone —. Stiamo guardando più dossier, ma è difficile trovare chi venda".