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Il Tar Liguria: “Illegittimo l’affidamento diretto del Festival di Sanremo alla Rai, serve la gara”. La tv pubblica: "L'organizzazione del Festival resta nella titolarità di Rai"

La decisione del tribunale è correlata al ricorso presentato da Sergio Cerruti, presidente dell’Associazione Fonografici Italiani (AFI) e managing director dell’etichetta discografica JE, che aveva contestato la concessione in esclusiva del marchio “Festival della Canzone Italiana” alla Rai.

Il Tar (Tribunale amministrativo regionale) per la Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell’organizzazione del Festival della canzone italiana, ad eccezione dello  svolgimento dell’edizione del 2025, che si terrà  come previsto. Per le successive edizioni, il Comune di Sanremo dovrà procedere mediante pubblica gara, aperta agli operatori del settore interessati.

Lo si legge in 58 pagine di una sentenza che riguarda la definizione legale di marchio (quello del Festival della canzone italiana) e che lo differenzia rispetto al format.

La decisione del tribunale è correlata al ricorso presentato da Sergio Cerruti, presidente dell’Associazione Fonografici Italiani (AFI) e managing director dell’etichetta discografica JE, che aveva contestato la concessione in esclusiva del marchio “Festival della Canzone Italiana” alla Rai.

Attenzione: la sentenza non ha come soggetto il format televisivo (l'organizzazione del programma), cioè un gara canora di cinque giorni composta da un dato numero di cantanti sottoposto al giudizio di una giuria, che rimane di proprietà della RAI. Ma ciò innesca l'inaugurazione di due prospettive. La prima: se una nuova realtà acquisisse il marchio Festival di Sanremo dovrebbe inventarsi un nuovo format, una struttura del programma diversa dall'attuale, cosa non impossibile se si è in possesso di fantasia e talento autoriale; la seconda prospettiva: se la RAI perdesse l'utilizzo del marchio Festival di Sanremo potrebbe organizzare comunque una manifestazione canora, ma con un diverso format rispetto all'attuale, che andrà ideato.

 

Ma quali saranno le conseguenze?

Il Corriere della Sera ipotizza che l'avvento della gara di assegnazione determinerà un aumento dei costi per potersi aggiudicare il format, per cui si potrebbero aprire le porte all'ingresso ai giganti dell'intrattenimento, come ad esempio Warner Bros Italia, che potrebbero alzare la posta economica superando la RAI, acquisendo così i diritti del marchio Sanremo e divenendo i gestori della manifestazione canora.

Una brutta notizia per Viale Mazzini, che arriva in un periodo turbolento, con alcuni programmi che non ottengono gli ascolti desiderati e con lo spauracchio che la prossima legge di Bilancio potrebbe tagliare ulteriormente le spese della RAI, limitandone lo spazio di manovra anche per l'eventuale disputa sui diritti di Sanremo.

Una situazione difficili che ha richiesto an gran voce la presenza dell’amministratore delegato Giampaolo Rossi quanto prima in commissione di Vigilanza.

La tv pubblica replica così in una nota: "I Giudici amministrativi hanno confermato l’efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l’edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival. Il Tar Liguria ha giudicato irregolari soltanto le delibere con le quali il Comune di Sanremo ha concesso in uso esclusivo a Rai il marchio ‘’Festival della Canzone Italiana’’, nonche’ alcuni servizi ancillari erogati in occasione dell’organizzazione del Festival stesso. Dunque, nessun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi".