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Landolfi sui diritti tv: "La legge è obsoleta, il calcio individui criteri di mutualità"

In una conferenza stampa tenuta al termine dell’incontro sui diritti tv svoltosi oggi a Roma, il Ministro delle Comunicazioni, senza fare accenno a particolari modifiche del sistema nel prossimo futuro, ha affermato che la questione è affidata "Alla capacità e autonomia del mondo del calcio nell’adottare criteri di equità e assicurare il regolare svolgimento dei campionati di calcio".

Prima di entrare a Largo di Brazzà in occasione del vertice sui diritti Tv convocato dal Ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, Il Presidente del Coni, Gianni Petrucci aveva dichiarato, secondo notizie di agenzia: "Ho le mie idee, ma non sarebbe corretto anticiparle adesso. Aspettiamo quel che dirà il ministro. E' un incontro comunque positivo, il Coni è pronto a intervenire ogni volta che il Ministero lo ritenga utile".

Al termine del vertice invece, tra i primi ad aver rilasciato dichiarazioni alla stampa, Riccardo Perissich, presidente di Telecom Italia Media (gruppo di cui fa parte La7), ha anticipato quella che potrebbe essere la conclusione della vicenda: "E' probabile che si torni alla vendita dei diritti televisivi collettivi, sul superamento dell'attuale sistema è emerso un consenso ampio".

Ed ecco, infine, le parole dello stesso Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, promunciate in una conferenza stampa svolta al termine dell'incontro assieme al sottosegretario Mario Pescante e al presidente della Federcalcio Franco Carraro. Landolfi, senza fare accenno a particolari modifiche del sistema nel prossimo futuro ha affermato che, escluso a priori l'intervento di legge, la questione dei diritti televisivi è affidata "Alla capacità e autonomia del mondo del calcio nell'adottare criteri di equità e assicurare il regolare svolgimento dei campionati di calcio".

"L'attuale legge che regolamenta la vendita dei diritti del calcio – ha aggiunto Landolfi - è ormai obsoleta, perché fa riferimento a un contesto televisivo che non esiste più, e va abrogata. Il settore deve piuttosto essere lasciato alla libera contrattazione, alle regole antitrust e al buon senso".

"Nell'ambito della legislazione vigente e fermo restando il diritto di ciascun club a vendere individualmente i propri diritti - ha detto ancora il ministro - rivolgiamo al mondo del calcio un appello affinché, nell'ambito della sua autonomia, individui nuovi criteri di mutualità, per garantire maggiore equità nella ripartizione delle risorse".