Premi
Vincitori NC Digital Awards. Gasperini, la tenacia del visionario
Coraggioso, umile, e soprattutto perseverante: così deve essere il manager digitale secondo il fondatore e presidente di Digital Magics, che, grazie a queste caratteristiche e a un grande intuito, ha contribuito in modo importante allo sviluppo e alla crescita della cultura digitale in Italia. Non è un caso, quindi, che a lui venga assegnato quest'anno il premio come ‘Manager Digitale dell’Anno'.
È senza dubbio uno dei primi manager in Italia ad avere intuito e compreso, in tempi poco sospetti, l'importanza della Rete per lo sviluppo e la crescita della comunicazione digitale e, più in generale, del 'sistema Italia': in questi anni Enrico Gasperini (in foto) si è impegnato personalmente nella costruzione e nella diffusione della cultura digitale, mettendo a disposizione le sue conoscenze per le associazioni di categoria - AssoCom, Audiweb - e fondando, nel 2004, Digital Magics, un incubatore di start up innovative di cui è presidente.
Oggi che il mondo digitale è ormai una realtà imprescindibile, può raccogliere con soddisfazione i frutti del suo intenso lavoro: a luglio la quotazione in Borsa di Digital Magics, e ora l'assegnazione del Premio Speciale di 'Manager Digitale dell'Anno', nell'ambito degli NC Digital Awards 2013.
Il Premio 'Manager Digitale dell’Anno' viene assegnato, in accordo con la giuria, al professionista di agenzia o di azienda che si è distinto per meriti particolari nell’area digitale nel corso del 2012. Cosa rappresenta per lei questo riconoscimento?
È senza dubbio un grande onore per chi, come me, ha sempre lavorato a cavallo fra il digitale, l'innovazione e la comunicazione interattiva. E poi, sapere che ad assegnarmelo è ADC Group insieme a una giuria di qualità, è sicuramente una grande soddisfazione.
Quali caratteristiche deve possedere oggi il manager di successo, per affrontare le sfide di mercati sempre più complessi e consumatori sempre più attivi?
Il manager di oggi cresce in un ambito diverso rispetto ad alcuni anni fa. Deve essere innanzitutto un visionario, sapere cioè portare in azienda una visione specifica; inoltre deve essere umile e sapere ascoltare, ma anche bravo nell'individuare i talenti nel proprio team. E, poi, deve necessariamente essere 'allacciato', connesso con la società e con il mondo social, e avere una grandissima capacità di 'sporcarsi le mani', perché non è più il tempo per capi che non conoscono a fondo il mercato.
Si tenga poi presente che chi lavora nell'ambito digitale ha a che fare con un media straordinario che connette tutto e tutti a livello globale: è quindi importante che un manager abbia una visione a 360 gradi di quest'ambito, e che sia, al contempo, capace di un approccio competitivo e cooperativo a quello che avviene in tutto il mondo.
Può raccontare quali fatti hanno caratterizzato la sua attività professionale nell’ultimo anno (2012-2013), con particolare riferimento all’area digitale?
Questo è stato certamente un anno molto importante per la mia attività: a luglio siamo riusciti, dopo anni di lavoro, a quotare in Borsa Digital Magics, l'incubatore di start up innovative da me fondato nel 2004. Il fatto stesso di essere arrivato a questo traguardo con un hub dedicato all'innovazione, in un momento di stallo e di cinismo imperante nel nostro Paese, è per me una grande soddisfazione, e costituisce uno step importante nella creazione di una piattaforma che faciliti l'innovazione a livello nazionale.
Parallelamente, ho continuato l'attività nella vita associativa, in cui ho sempre creduto. In AssoCom, in cui ricopro la carica di vicepresidente e co-presidente ad interim (fino alle prossime elezioni, che si terranno il 18 dicembre, ndr), ci siamo trovati ad affrontare un momento critico di ridefinizione e rilancio sul mercato dell'associazione (in seguito alle dimissioni di Massimo Costa dalla presidenza e all'uscita di alcune agenzie, ndr).
L'impegno in Audiweb, poi, continua a essere per me come un hobby, che svolgo in nome della mia passione per la numerologia digitale. Importante è che quest'anno siamo stati i primi al mondo ad avere realizzato un sistema di misurazione per tutti gli schermi digitali, cioè pc, smartphone e tablet: in questo modo offriamo agli investitori un'unica soluzione, che permette di pianificare la comunicazione sui diversi screen.
Quali sono a suo avviso le maggiori sfide oggi per chi si occupa di comunicazione digitale?
La sfida più grossa è capire come muoversi in un contesto in cui tutta la progettualità e i servizi in ambito digitale si stanno globalizzando. La questione centrale per i manager italiani è quindi come essere global o glocal, in un quadro di competizione sempre più globale. A monte, rimane il fatto che nel mercato italiano, ancora arretrato rispetto ad altri Paesi sul fronte digitale, ci sono ancora molte opportunità di crescita.
Quali consigli darebbe a un giovane manager che aspira a una carriera come la sua?
Essere coraggiosi, accettare le sfide, essere ottimisti e umili. E, soprattutto, crederci: puntare quasi con paranoia a un obiettivo e perseguirlo fino in fondo, senza arrendersi. Certamente il nostro Paese non enfatizza e non premia il talento e il merito; dato però che nel nostro settore le idee competono fuori dai confini nazionali, bisogna avere tanto coraggio ed essere capaci di farsi notare. Prima o poi i risultati arrivano.
Quali saranno le principali tendenze della comunicazione digitale interattiva di domani? Quali sono i settori che ritiene maggiormente strategici e perché?
Per fare la differenza gli operatori della comunicazione devono trasformarsi in piattaforme digitali: in un momento in cui i big data e il pagamento digitale sono sempre più centrali, diventa necessario disporre di una tecnologia importante per automatizzare i processi e diventare per i clienti dei partner strategici per presidiare il mercato. Questo vale per le strutture di tutte le dimensioni e per tutti i mezzi di comunicazione, anche quelli più tradizionali. Chissà, magari in un giorno non lontano si arriverà a usare il Real Time Bidding anche per la televisione.
Ilaria Myr
Oggi che il mondo digitale è ormai una realtà imprescindibile, può raccogliere con soddisfazione i frutti del suo intenso lavoro: a luglio la quotazione in Borsa di Digital Magics, e ora l'assegnazione del Premio Speciale di 'Manager Digitale dell'Anno', nell'ambito degli NC Digital Awards 2013.
Il Premio 'Manager Digitale dell’Anno' viene assegnato, in accordo con la giuria, al professionista di agenzia o di azienda che si è distinto per meriti particolari nell’area digitale nel corso del 2012. Cosa rappresenta per lei questo riconoscimento?
È senza dubbio un grande onore per chi, come me, ha sempre lavorato a cavallo fra il digitale, l'innovazione e la comunicazione interattiva. E poi, sapere che ad assegnarmelo è ADC Group insieme a una giuria di qualità, è sicuramente una grande soddisfazione.
Quali caratteristiche deve possedere oggi il manager di successo, per affrontare le sfide di mercati sempre più complessi e consumatori sempre più attivi?
Il manager di oggi cresce in un ambito diverso rispetto ad alcuni anni fa. Deve essere innanzitutto un visionario, sapere cioè portare in azienda una visione specifica; inoltre deve essere umile e sapere ascoltare, ma anche bravo nell'individuare i talenti nel proprio team. E, poi, deve necessariamente essere 'allacciato', connesso con la società e con il mondo social, e avere una grandissima capacità di 'sporcarsi le mani', perché non è più il tempo per capi che non conoscono a fondo il mercato.
Si tenga poi presente che chi lavora nell'ambito digitale ha a che fare con un media straordinario che connette tutto e tutti a livello globale: è quindi importante che un manager abbia una visione a 360 gradi di quest'ambito, e che sia, al contempo, capace di un approccio competitivo e cooperativo a quello che avviene in tutto il mondo.
Può raccontare quali fatti hanno caratterizzato la sua attività professionale nell’ultimo anno (2012-2013), con particolare riferimento all’area digitale?
Questo è stato certamente un anno molto importante per la mia attività: a luglio siamo riusciti, dopo anni di lavoro, a quotare in Borsa Digital Magics, l'incubatore di start up innovative da me fondato nel 2004. Il fatto stesso di essere arrivato a questo traguardo con un hub dedicato all'innovazione, in un momento di stallo e di cinismo imperante nel nostro Paese, è per me una grande soddisfazione, e costituisce uno step importante nella creazione di una piattaforma che faciliti l'innovazione a livello nazionale.
Parallelamente, ho continuato l'attività nella vita associativa, in cui ho sempre creduto. In AssoCom, in cui ricopro la carica di vicepresidente e co-presidente ad interim (fino alle prossime elezioni, che si terranno il 18 dicembre, ndr), ci siamo trovati ad affrontare un momento critico di ridefinizione e rilancio sul mercato dell'associazione (in seguito alle dimissioni di Massimo Costa dalla presidenza e all'uscita di alcune agenzie, ndr).
L'impegno in Audiweb, poi, continua a essere per me come un hobby, che svolgo in nome della mia passione per la numerologia digitale. Importante è che quest'anno siamo stati i primi al mondo ad avere realizzato un sistema di misurazione per tutti gli schermi digitali, cioè pc, smartphone e tablet: in questo modo offriamo agli investitori un'unica soluzione, che permette di pianificare la comunicazione sui diversi screen.
Quali sono a suo avviso le maggiori sfide oggi per chi si occupa di comunicazione digitale?
La sfida più grossa è capire come muoversi in un contesto in cui tutta la progettualità e i servizi in ambito digitale si stanno globalizzando. La questione centrale per i manager italiani è quindi come essere global o glocal, in un quadro di competizione sempre più globale. A monte, rimane il fatto che nel mercato italiano, ancora arretrato rispetto ad altri Paesi sul fronte digitale, ci sono ancora molte opportunità di crescita.
Quali consigli darebbe a un giovane manager che aspira a una carriera come la sua?
Essere coraggiosi, accettare le sfide, essere ottimisti e umili. E, soprattutto, crederci: puntare quasi con paranoia a un obiettivo e perseguirlo fino in fondo, senza arrendersi. Certamente il nostro Paese non enfatizza e non premia il talento e il merito; dato però che nel nostro settore le idee competono fuori dai confini nazionali, bisogna avere tanto coraggio ed essere capaci di farsi notare. Prima o poi i risultati arrivano.
Quali saranno le principali tendenze della comunicazione digitale interattiva di domani? Quali sono i settori che ritiene maggiormente strategici e perché?
Per fare la differenza gli operatori della comunicazione devono trasformarsi in piattaforme digitali: in un momento in cui i big data e il pagamento digitale sono sempre più centrali, diventa necessario disporre di una tecnologia importante per automatizzare i processi e diventare per i clienti dei partner strategici per presidiare il mercato. Questo vale per le strutture di tutte le dimensioni e per tutti i mezzi di comunicazione, anche quelli più tradizionali. Chissà, magari in un giorno non lontano si arriverà a usare il Real Time Bidding anche per la televisione.
Ilaria Myr