Monitor Eventi

Monitor 2007 - Al via il Festival degli Eventi

Con il Monitor 2007 del Mercato degli Eventi, si apre il Primo Festival Europeo degli Eventi, nato su iniziativa di ADC Agenzia della Comunicazione. Enrico Finzi, presidente Astra, ha commentato i dati della ricerca, che prospetta un futuro di ulteriore crescita per il settore e che, novità assoluta, si apre allo scenario europeo.

Un passato dalla crescita esplosiva, un presente sostenuto, anche se più rallentato, e un futuro dalle ricche potenzialità. Questo, in sintesi, il mercato degli eventi in Italia, fotografato per il terzo anno consecutivo dal ‘Monitor sul mercato degli Eventi. Tendenze, Prospettive, Operatori’; realizzato da Astra Ricerche per ADC Agenzia della Comunicazione.
L’edizione 2007 è stata presentata stamattina agli East End Studios di Milano, e ha inaugurato il calendario di appuntamenti previsti dal Primo Festival Europeo degli Eventi. L’iniziativa, nata e realizzata da ADC, è in corso nella location milanese e terminerà domani sera, con la proclamazione dei vincitori dell’European Best Event Awards 2007.
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Ha presentato i risultati del Monitor Enrico Finzi (nella foto a destra), presidente Astra Ricerche, introdotto da Salvatore Sagone, presidente di ADC. Anna Martina (nella foto sopra), finzi_enrico.JPGDirettore del Servizio Centrale Comunicazione Strategica, Turismo e Promozione della Città di Torino, ha invece spiegato le ragioni della sponsorizzazione della ricerca da parte della stessa Città di Torino:  “Siamo lieti di poter dare un contributo concreto a questa iniziativa. Torino crede negli eventi come strumento di comunicazione e immagine, per il territorio, ma anche per le imprese private. Sono tantissime le aziende che si rivolgono a noi per portare i propri eventi a Torino, città che ha visto le Olimpiadi Invernali nel 2006 e che ha avuto l’onore di ospitare, quest’anno, il lancio della nuova Fiat 500”.

Il Monitor: valore del mercato e previsioni
Partiamo dalle cifre. L’ultimo anno, infatti, ha visto un investimento complessivo in eventi di circa 1.200 milioni di euro (+9,1% rispetto al 2006), con una prospettiva di crescita al 2009 del 16,6%. Il mercato, quindi, che nel 2005 valeva 960 milioni di euro si avvia, se le previsioni si riveleranno esatte, a sfiorare quota 1.400 milioni di euro nel prossimo biennio. Tuttavia, Il 2007 è l’anno di ‘passaggio’, della stabilità e del consolidamento. Il rallentamento della crescita (+14,5% nel 2006 rispetto al 2005 e +9,1% nel 2007 rispetto al 2006) corrisponde a un rallentamento della prospettiva di crescita (+30,2% nel 2005 sui 2-3 anni successivi, +20,9% nel 2006 sui 2-3 anni successivi e + 16,6% per il prossimo biennio).
“Il mercato degli eventi - ha commentato Finzi durante l’esposizione dei dati (vedi allegati) - continua a essere un mercato espansivo. Negli anni passati è cresciuto straordinariamente, con tassi inferiori solo a quelli registrati da internet. Il 2007, invece, vede un lieve rallentamento, ma a partire dal 2008 si prevede una nuova accelerata, in controtendenza rispetto al sentiment delle aziende, che, allo stato attuale, detta una certa prudenza negli investimenti”.

Le tipologie di eventi
Un’altra considerazione riguarda le tipologie di eventi, sempre più numerose e differenziate. “Mettendo a confronto il tasso di crescita degli investimenti e l’incremento delle tipologie - ha commentato Finzi - ne deduciamo che l’investimento medio per tipologia sta calando. Da questo può derivare, a posteriori, la delusione delle imprese per il mancato ottenimento dei risultati o per la scadente qualità del prodotto; dunque, un’insoddisfazione verso il mezzo evento”. Tra le tipologie, il Monitor 2007 conferma la leadership degli eventi interni, seguiti da congressi/convegni e da convention aziendali. Per quanto riguarda le previsioni al prossimo biennio, invece, il mercato vede un rallentamento dei lanci di prodotto/servizi. “L’Italia - ha spiegato Finzi - sta vivendo un processo di ‘profumizzazione’: come avviene per le nuove fragranze, delle quali solo un terzo riesce a penetrare il mercato, sta crescendo la quota di lanci di prodotto che non vanno a buon fine”.

L’agenzia ideale
Commentando le slide relative alle caratteristiche delle agenzie ritenute molto importanti, Finzi ha fatto notare come il numero delle stesse stia diminuendo: “Pare che le aziende facciano sempre più fatica a mettere a fuoco la qualità professionale delle agenzie, come se percepissero una sorta di omologazione dell’offerta”.

Il mercato europeo – Cenni
Novità di quest’anno, una breve analisi del mercato europeo degli eventi, realizzata sempre da Astra su un campione di 20 compagnie di Portogallo, Spagna, Francia, Uk, Germania e Russia. Nonostante il numero piuttosto esiguo di intervistati, Finzi ha fatto notare come questa parte della ricerca possa essere utile per capire in che direzione sta andando il mercato europeo e quello italiano rispetto ad esso. Il Monitor europeo ha rilevato:
- un mercato in espansione: il 60% degli intervistati afferma che gli eventi cresceranno più di altre forme di comunicazione e il 55% dichiara che aumenterà gli investimenti nel settore;
- una crescita degli eventi a scapito, come in Italia, della pubblicità in Tv;
- un ricorso maggiore all’outsourcing nella realizzazione di eventi rispetto all’Italia;
- più enfasi verso il marketing: i lanci di prodotto sono al primo posto tra le tipologie di eventi realizzate;
- una definizione di agenzia ideale molto simile a quella tracciata dagli operatori italiani, ma con una maggiore attenzione verso la creatività, la consulenza globale di comunicazione e la notorietà;
- un futuro di delocalizzazione e di internazionalizzazione: sia che l’agenzia decida di aprire filiali all’estero o di entrare a far parte di un network internazionale, la capacità di realizzare eventi a livello globale sarà giudicata dalle aziende un valore aggiunto, se non fondamentale.
- Infine, i punti di criticità del mercato degli eventi a livello europeo: l’80% degli intervistati cita la difficoltà di misurazione del Return on Investment, il 45% denuncia il ‘generalismo’ delle agenzie e il 35% il deficit di cultura nel marketing non convenzionale.