
Inchieste
Ambientale, sociale ed economico: i tre pilastri della sostenibilità
Ambientale, sociale ed economico. Cosa rappresentano i tre volti della sostenibilità per le agenzie e come le mettono in pratica? Una cosa è certa: la sostenibilità in tutti i suoi significati e accezioni, rappresenta uno dei pilastri della loro vision, che mettono in pratica nel quotidiano, nella propria offerta e nella scelta dei partner.
La sostenibilità è ormai una realtà, quotidiana, individuale, collettiva, aziendale, trasversale. E in quanto tale, le aree di interesse sono, a oggi e in visione prospettica, tutte.
Rosalba Barro, Lucio Furlani, Mario Viscardi e Maria Criscuolo raccontano alla rivista e20 il concetto di sostenibilità, associato sia alla event industry, sia alla quotidianità.
“Il nostro coinvolgimento - spiega Rosalba Barro, ceo Rossoevolution -, parte dal quotidiano e dalle pratiche virtuose, che, per primi, applichiamo in azienda, come lo smartworking, la volontà di collaborare con partner e fornitori che condividono i nostri valori, l’implementazione della digitalizzazione per un futuro ‘paperless’, la creazione di un clima aziendale sano e sereno anche grazie a un piano di welfare e formazione ad hoc. Il supporto ad Associazioni e Onlus che si occupano di sostenibilità ambientale e sociale è un’altra nostra attività. Tutto ciò si riflette e ha un impatto sostanziale nella scelta delle strategie per rendere ogni evento il più sostenibile possibile. Naturalmente in accordo con i clienti che, come noi, credono nell’importanza di questo percorso”.
Anche per Newton la sostenibilità non è più solo una possibilità, ma una realtà: “Ogni nostro evento - precisa Lucio Furlani, creative director & partner - viene costruito sui tre pilastri della sostenibilità e modellato sulle necessità specifiche del concept. Da amanti della bellezza e dell’equilibrio, non possiamo prescindere da essere anche consulenti della sostenibilità, proponendo ai clienti (e all’interno della nostra stessa azienda) orizzonti che minimizzino l’impatto ambientale e massimizzino quello emozionale. Siamo consapevoli di quanto sia importante proporre soluzioni economicamente sostenibili: co-creiamo eventi e progetti rispettosi dell’ambiente e delle risorse, mirando a disegnare un equilibrio tra la crescita del business e il dovere di preservare l’ambiente e il tessuto sociale. Il quarto pilastro? La sostenibilità umana, che mette al centro le persone e i loro bisogni, modellando ecosistemi rispettosi capaci di guardare al futuro (e di governarlo)”.
Anche Mario Viscardi, partner e direttore artistico Piano B, associa un nuovo vocabolo alla sostenibilità: “Per noi Sostenibilità è Amore. Amore per le cose che facciamo attraverso la creazione di progetti in grado di generare un impatto positivo nella collettività. Per noi la sostenibilità non è qualcosa di noioso, burocratico, obbligatorio… è ‘sexy’. Cosa c’è di più bello e divertente di riuscire a creare valore attraverso delle idee che si traducono in azioni concrete? Da un punto di vista ambientale cerchiamo di dare il nostro contributo per cercare di preservare un pianeta di cui siamo tutti ospiti passeggeri. Da un punto di vista sociale contribuiamo a ‘provocare’ consapevolezza sia nelle persone che lavorano a un evento sia in quelle che vi partecipano. Da un punto di vista economico diciamolo apertamente: la sostenibilità genera fiducia, la fiducia genera speranza e la speranza ricchezza”.
Maria Criscuolo, chairwoman & founder Triumph Group International, parla di due ‘filtri’ attraverso i quali il Gruppo guarda ai tre pilastri della sostenibilità. “Il primo è quello degli eventi: la certificazione Iso 20121, i Cam - Criteri Ambientali Ministeriali (un handbook interno delle pratiche sostenibili che applica a ogni evento, ndr), le partnership con realtà accademiche per garantire un’offerta tecnica e certificata, un team preparato e pronto a realizzare progetti ad hoc. Il secondo è quello aziendale. La nostra vita quotidiana che impatta sui quartieri dove risiedono i nostri uffici, sulle persone che li vivono, sulle infrastrutture che utilizziamo e su tutti gli stakeholder, compresi dunque ambiente e contesto cittadino, che coinvolgiamo – direttamente e non. Qui l’approccio rimane lo stesso del precedente, oscilla tra lo scientifico e l’educativo e mira, con tanta enfasi, a mettere in pratica la sostenibilità incentivando il coinvolgimento con formazione, riflessione sociale e azione condivisa”.
Marina Bellantoni