Location
Expo 2015, presentato il 'Future Food District'. Scenari futuri di retail e consumo
Un progetto innovativo, che proietterà i visitatori in quelli che saranno gli scenari futuri del retail. Il Future Food District, nato dalla collaborazione tra Coop, il MIT Senseable City Lab e lo studio Carlo Ratti Associati, rappresenterà un'esperienza di scambio, fruizione e conoscenza dei prodotti e delle filiere di produzione, in un'ottica di sostenibilità e trasparenza tra produttore e consumatore.
Come acquisteremo, cosa mangeremo, chi maneggerà il cibo e i prodotti in un futuro più o meno lontano prima che arrivino sulle tavole dei consumatori?
La sostenibilità e l’interattività sono, infatti, le basi su cui poggia il Future Food District che, nelle intenzioni di Expo Milano 2015, sarà uno spazio coinvolgente e stimolante in grado di raccontare come le tecnologie di ultima generazione e l’applicazione di know-how e conoscenze d’avanguardia possano
contribuire allo sviluppo del tema di Expo e aprire nuove frontiere in campo
agroalimentare.
“Il Future Food District - dichiara Giuseppe Sala (FOTO 4), amministratore delegato di Expo 2015 S.p.A. - è un progetto davvero innovativo, che proietterà i visitatori in quelli che saranno gli scenari futuri della filiera di produzione degli alimenti e del loro consumo. Il Supermercato del futuro di Coop e l’attenzione all’evoluzione in chiave ‘smart’ delle città, proposta da Ratti, rappresentano certamente un valore aggiunto per Expo, arricchendo così la visita di conoscenze e contenuti”.
Sono alcune delle domande a cui troverà risposta il visitatore di
Expo Milano 2015
nel Padiglione del Cibo del Futuro: 6.500 metri quadri nel cuore del sito espositivo tra Cardo e Decumano, uno spazio nato dalla collaborazione tra Coop, il MIT Senseable City Lab e lo studio Carlo Ratti Associati.
Una fusione tra contenuti e valori di Coop e un mondo fatto di idee, design e nuove tecnologie proposte da Carlo Ratti.
Il Future Food District vuole essere un esperimento e incarnare uno dei possibili scenari futuri del retail. È composto da un vero e proprio supermercato - non un laboratorio -, dove chi vorrà vivrà una reale esperienza d’acquisto (ovviamente diversa da quella a cui si è abituati) e dall’Exhibition Area, una struttura polivalente che si proietta verso un orizzonte ancora più lontano.
Il Future Food District vuole essere un esperimento e incarnare uno dei possibili scenari futuri del retail. È composto da un vero e proprio supermercato - non un laboratorio -, dove chi vorrà vivrà una reale esperienza d’acquisto (ovviamente diversa da quella a cui si è abituati) e dall’Exhibition Area, una struttura polivalente che si proietta verso un orizzonte ancora più lontano.
Una sfida che punta in alto ma che ha i piedi ben piantati per terra: innovazione e cooperazione qui viaggiano insieme. Infatti, se Carlo Ratti ha ideato un luogo di incontro e scambio fra produttori e consumatori in cui le barriere verticali lasceranno il posto a un paesaggio orizzontale che favorisce le interazioni, un rimando ai mercati delle origini, internamente il layout dispositivo è suddiviso in cinque vie dedicate ad altrettante filiere. L’idea nasce in casa Coop prima ancora dell’adesione a Expo Milano 2015 da un contest sull’innovazione cui hanno partecipato 80 dipendenti under 35.
“Il progetto originario datato 2013, chiamato GeoCoop, si basava sull’esperienza diretta di un gruppo di giovani dipendenti che hanno enfatizzato valori cari a Coop quali la trasparenza e la genuinità indispensabili per un atto di acquisto consapevole. Valori che noi riteniamo essere sempre più condivisi - spiega Marco Pedroni (FOTO 2), presidente di Coop Italia -. Quello che si visiterà non sarà un padiglione ipertecnologizzato dove la tecnologia è fine a se stessa; a noi di Coop interessava andare in una direzione opposta, dove la tecnologia è utile, a servizio dell'uomo. Ad esempio, nel Supermercato le vie delle filiere comunicheranno a colpo d’occhio informazioni sul processo di lavorazione dei prodotti. Su questa griglia reale si innesta l’etichetta aumentata pensata da Carlo Ratti Associati” .
Tutti gli alimenti - un mare di oltre 1.500 prodotti realizzati da fornitori in stabilimenti italiani - comunicheranno tutte le informazioni di cui sono depositari e sarà il visitatore a formulare le domande con un semplice gesto della mano. Informazioni aumentate, quali l’idea del consumatore che diventa il protagonista.
“Ricordate il signor Palomar di Italo Calvino che, immerso in una fromagerie parigina, ha l’impressione di trovarsi in un museo o in un’enciclopedia? ‘Dietro ogni formaggio c’è un pascolo d’un diverso verde sotto un diverso cielo (…) Questo negozio è un museo: il signor Palomar visitandolo sente, come al Louvre, dietro ogni oggetto esposto la presenza della civiltà che gli ha dato forma e che da esso prende forma’. Ecco, il futuro del mercato – come nel racconto di Calvino – potrebbe partire proprio dalle storie dei prodotti – conferma Carlo Ratti (FOTO 3), direttore del MIT Senseable City Laboratory - . In un futuro prossimo, le informazioni saranno contenute in semplici etichette intelligenti e quindi trasmesse in modo immediato all’utente”.
A essere coinvolti in un assortimento che guarda al presente (l’esperienza è reale, non simulata) sono infatti 90 imprese - dalla multinazionale al piccolissimo produttore - che hanno condiviso la mission originaria di Coop, quella che già oggi applica a circa 1.400 dei suoi prodotti a marchio, ovvero raccontare fino dalle origini la storia dei loro prodotti.
“Il progetto originario datato 2013, chiamato GeoCoop, si basava sull’esperienza diretta di un gruppo di giovani dipendenti che hanno enfatizzato valori cari a Coop quali la trasparenza e la genuinità indispensabili per un atto di acquisto consapevole. Valori che noi riteniamo essere sempre più condivisi - spiega Marco Pedroni (FOTO 2), presidente di Coop Italia -. Quello che si visiterà non sarà un padiglione ipertecnologizzato dove la tecnologia è fine a se stessa; a noi di Coop interessava andare in una direzione opposta, dove la tecnologia è utile, a servizio dell'uomo. Ad esempio, nel Supermercato le vie delle filiere comunicheranno a colpo d’occhio informazioni sul processo di lavorazione dei prodotti. Su questa griglia reale si innesta l’etichetta aumentata pensata da Carlo Ratti Associati” .
Tutti gli alimenti - un mare di oltre 1.500 prodotti realizzati da fornitori in stabilimenti italiani - comunicheranno tutte le informazioni di cui sono depositari e sarà il visitatore a formulare le domande con un semplice gesto della mano. Informazioni aumentate, quali l’idea del consumatore che diventa il protagonista.
“Ricordate il signor Palomar di Italo Calvino che, immerso in una fromagerie parigina, ha l’impressione di trovarsi in un museo o in un’enciclopedia? ‘Dietro ogni formaggio c’è un pascolo d’un diverso verde sotto un diverso cielo (…) Questo negozio è un museo: il signor Palomar visitandolo sente, come al Louvre, dietro ogni oggetto esposto la presenza della civiltà che gli ha dato forma e che da esso prende forma’. Ecco, il futuro del mercato – come nel racconto di Calvino – potrebbe partire proprio dalle storie dei prodotti – conferma Carlo Ratti (FOTO 3), direttore del MIT Senseable City Laboratory - . In un futuro prossimo, le informazioni saranno contenute in semplici etichette intelligenti e quindi trasmesse in modo immediato all’utente”.
A essere coinvolti in un assortimento che guarda al presente (l’esperienza è reale, non simulata) sono infatti 90 imprese - dalla multinazionale al piccolissimo produttore - che hanno condiviso la mission originaria di Coop, quella che già oggi applica a circa 1.400 dei suoi prodotti a marchio, ovvero raccontare fino dalle origini la storia dei loro prodotti.
Questo però non impedisce che il Future Food District (FFD) ospiti prefigurazioni di ciò che mangeremo. L’Exhibition Area dedica uno spazio in collaborazione con la Società Umanitaria di Milano dove si vedranno i primi prodotti commestibili derivanti dalle oltre 1.900 specie di insetti di cui si cibano già oggi circa 2 miliardi di persone; inoltre nella piazza ci saranno prototipi e installazioni volti a esplorare alcune tecnologie innovative in materia di agricoltura urbana e produzione di cibo ed energia.
La sostenibilità e l’interattività sono, infatti, le basi su cui poggia il Future Food District che, nelle intenzioni di Expo Milano 2015, sarà uno spazio coinvolgente e stimolante in grado di raccontare come le tecnologie di ultima generazione e l’applicazione di know-how e conoscenze d’avanguardia possano
contribuire allo sviluppo del tema di Expo e aprire nuove frontiere in campo
agroalimentare.
“Il Future Food District - dichiara Giuseppe Sala (FOTO 4), amministratore delegato di Expo 2015 S.p.A. - è un progetto davvero innovativo, che proietterà i visitatori in quelli che saranno gli scenari futuri della filiera di produzione degli alimenti e del loro consumo. Il Supermercato del futuro di Coop e l’attenzione all’evoluzione in chiave ‘smart’ delle città, proposta da Ratti, rappresentano certamente un valore aggiunto per Expo, arricchendo così la visita di conoscenze e contenuti”.





