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Internazionalizzazione e sostegno delle istituzioni: ecco le priorità per la meeting industry italiana. Dal Comune di Roma 2 milioni di euro per il turismo

Comune di Roma, Enit e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: l'impegno per aumentare l’appetibilità del paese quale sede di eventi e congressi è corale ed è stato ribadito durante la tavola rotonda a margine della presentazione dell'Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi di Federcongressi&eventi.

Il settore italiano dei congressi e degli eventi gode di buona salute come emerge dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi, lo studio promosso dall’associazione Federcongressi&eventi presentato a Roma il 4 luglio (leggi la news a QUESTO LINK).

Il settore è solido e fuori dalla crisi, ma non basta. Rendere più appetibile il Paese nei mercati internazionali quale sede di eventi è una delle istanze emerse durante la tavola rotonda che, al termine della presentazione della ricerca, ha visto confrontarsi sull’andamento del comparto la Presidente di Federcongressi&eventi Alessandra Albarelli, il Direttore Esecutivo dell’Enit Giovanni Bastianelli, il Sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dorina Bianchi e l’Amministratore Unico di Fiera Roma Pietro Piccinetti.

Il sostegno al processo di internazionalizzazione è stato espresso in maniera unanime dalle istituzioni. Leonardo Costanzo, a capo dello staff dell’assessorato allo Sviluppo economico, turismo e lavoro del Comune di Roma, nel portare i saluti dell’assessore Adriano Meloni ha confermato che il Comune di Roma ha stanziato 2 milioni di euro per il turismo e non farà mancare il sostegno al Convention Bureau di Roma e del Lazio, il neo costituito bureau che, per la valenza della destinazione rappresentata, giocherà un ruolo fondamentale nell’aumentare la competitività dell’Italia.

Il supporto all’internazionalizzazione è sia dell’Enit sia del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: “Promuovere efficacemente l’Italia significa presidiare in maniera efficace le fiere internazionali di settore e tutti gli altri momenti di promozione all’estero e in Italia - dice Bastianelli -. Per farlo organizzeremo e selezioneremo l’offerta con il contributo indispensabile delle realtà pubblico/private dei convention bureau”.

A dare manforte è il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo perché, sottolinea Dorina Bianchi: “Il MIBACT crede molto in questo settore per il quale sono previsti 30 anni di crescita costante. Tra le azioni che mettiamo in campo c’è la possibilità di utilizzare il nostro patrimonio museale per gli eventi, con tutti gli accorgimenti rispetto al luogo e agli spazi che vanno salvaguardati. I dati dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi indicano che i musei sono location per eventi sempre più richieste e noi siamo pronti ad aprirli agli organizzatori, consapevoli sia del forte richiamo che esercitano sia di quanto un evento svolto in un museo è un potente strumento di promozione”.

Internazionalizzazione è la parola d’ordine anche di Pietro Piccinetti: “Con ESC, il maxi congresso di cardiologi (35mila medici partecipanti per un indotto sul territorio di 160 milioni di euro) che abbiamo ospitato lo scorso anno, Fiera di Roma ha dimostrato di quale tipo di accoglienza, allineata con i più alti standard mondiali, può essere capace la struttura. Per essere sempre più competitivi a livello globale nel comparto stiamo lavorando per destinare costantemente 2 dei nostri padiglioni a convention, congressi e meeting”.

Bene gli interventi per accrescere l’appeal internazionale dell’Italia ma l’industria dei congressi e degli eventi chiede di più per essere sempre più competitiva. “La disponibilità dell’Enit e del MIBACT risponde alle richieste del nostro settore che, però, non si esauriscono qui - precisa Alessandra Albarelli -. Gli operatori della meeting industry nel tempo hanno investito e continuano a farlo in professionalità e competenze. Siamo parte attiva della crescita non solo economica ma anche culturale del Paese perché è nei congressi e negli eventi che si diffonde il sapere e l’innovazione. Per questo puntiamo a rafforzare il dialogo con le Università e i centri di ricerca, con il mondo della sanità dialogando con le istituzioni pubbliche e private. Se vogliamo essere un Paese attrattivo anche per congressi internazionali dobbiamo rimuovere delle barriere di eccessiva regolamentazione che fanno perdere competitività”.