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Bea Italia 2024. Il futuro degli eventi, verso un’autentica sostenibilità sociale

Oggi sostenibilità ambientale e sociale vanno di pari passo. Professionisti a confronto per capire quali sono i passi concreti intrapresi fino a oggi. Nella speranza che un giorno, essere sostenibili negli eventi non sarà più una notizia, perché tutti lo saranno.

Quando un evento può essere definito davvero sostenibile? Il rispetto delle norme ambientali da solo non è sufficiente. Budget inadeguati, richieste ambiziose e il mancato rispetto della filiera evidenziano la necessità di considerare anche due aspetti spesso trascurati: la sostenibilità economica e quella sociale. Ai microfoni del Bea Italia 2024 si è parlato di come questi due elementi possano essere integrati nel mondo degli eventi e contribuire a migliorare il settore, creando manifestazioni più responsabili.

Ospiti del talk, moderato da Barbara Bonori, Circular Economy and Sustainability Advisor, sono stati Massimo Consoli, Marketing&Commercial and Communication Purchasing Manager Ferrari, Joe Boncoraglio, direttore creativo Piano B, Andrea Troglio, Education Manager Yves Saint Laurent Beauty & Prada Beauty Italia & National make-up artist, Emanuela Vetere, Responsabile Pubblicità, Eventi e Comunicazione Interna, SIMEST e Jimmy Pallas, ceo 9PM.

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Al centro del discorso, la parola chiave che ruota intorno all’edizione del bea 2024: autenticità. “Autenticità anche nella sostenibilità, green e sociale”, spiega Bonori. “perché si ragiona tanto sulla sostenibilità ambientale, ma spesso non si cita quella sociale perché è più difficile da rendicontare, da misurare”.

Quest’anno Cosimo Finzi, durante la presentazione dell’annuale Monitor sul Mercato degli Eventi, ha fatto emergere un dato interessante. “Tra le keywords, la parola sostenibilità che l’anno scorso aveva un 27% di dominanza, quest’anno è scesa al 14%. Io voglio leggere il dato in positivo, ovvero che ormai essere sostenibili è una questione che viene internalizzata tanto da diventare normalità. Pensate che bello se un giorno non si dovesse nemmeno più parlare di sostenibilità negli eventi perché tutti lo saranno”.

Un altro dato interessante è quello che emerge da una ricerca sulle società benefit in Italia, che riporta un’impennata pazzesca: se nel 2020 erano 800, oggi sono circa 3.600. “Questo ci fa pensare che la definizione di ‘beneficio comune’ sia stata portata all’interno dello statuto delle aziende per un concreto bene collettivo”, sottolinea Bonori.

Ma, parlando di sostenibilità sociale, quali sono i passi concreti intrapresi, oggi, da  professionisti di settore? “Noi, ad esempio, come azienda, stiamo puntando sul rendere il meccanismo delle gare sempre più sostenibile”, spiega Consoli. “Una gara che mette in moto il sistema è uno sforzo da entrambe le parti. Ecco perché ci siamo imposti di coinvolgere poche agenzie - al massimo tre o quattro, compresi degli outsider – e di renderle corte, per un massimo di quattro settimane. Inoltre, cerchiamo di far entrare quelle che iniziano a lavorare per noi in un circuito virtuoso con contratti quadri per non sottoporli continuamente a pitch. Infine, abbiamo stabilito regole ferree per le scadenze dei pagamenti, che partono a inizio lavori”.

Troglio punta l’attenzione sul legame tra autenticità e sostenibilità. “Essere autentici significa esserlo anche nel comunicare quello che si fa, come ci si attiva in termini di sostenibilità. Da noi esiste un grande programma che si chiama ‘Change the rules, change the future’ che comprende tre grandi progetti. Il primo è Abuse Is Not Love per combattere la violenza dei partner intimi attraverso informazione e talk nelle scuole per imparare a riconoscere i segni di violenza. Il secondo è Rewild our Earth, che mira a salvaguardare il pianeta ripristinando la vegetazione dei luoghi in cui vengono reperiti gli ingredienti olfattivi. E poi c’è Reduce our Impact, con cui ci impegniamo a ridurre emissioni, a utilizzare trasporti sostenibili e ingredienti responsabili, a supportare le aziende che promuovono il lavoro femminile e sostengono le persone in difficoltà. Per quanto riguarda le gare, mi collego a un nostro percorso aziendale che prevede quattro livelli di sostenibilità in vigore dall’anno scorso. Esso prevede di imporre dei rigidi paletti se non vengono rispettate norme e condizioni precise. Tra di esse la condizione di non fare gare con tante agenzie: se il budget è oltre 50.000 euro, convochiamo tre agenzie - che devono essere certificate ISO -, se è sotto i 50.000 ne convochiamo due. E tutte devono assicurare che siano presenti nei progetti i temi di diversity e inclusivity”.

La voce istituzionale arriva da Vetere di Simest, società di gruppo cassa depositi e prestiti che sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso l'internazionalizzazione della loro attività. “Già per il nostro dna istituzionale, non potremmo non essere autentici. Implementiamo la sostenibilità da tutti i punti di vista, a partire dalla nostra comunicazione interna. A livello di green, siamo paperless e ci presentiamo alle aziende con qr code come biglietti da visita, dettaglio che sembrerà banale, ma per un’istituzione che parla con le aziende non lo è e vuole essere un chiaro segnale. Inoltre, per i dipendenti ogni anno organizziamo un evento che si è trasformato nella Giornata della Sostenibilità sociale. Li raduniamo in un albergo e poi li mandiamo in tutta Roma a fare volontariato. Cerchiamo, inoltre, di sostenere la parità di genere e l’inclusività: io stessa non posso accettare inviti dove i relatori sono tutti uomini. Per quanto riguarda, invece, il discorso delle gare, le nostre dinamiche sono diverse: non siamo noi a invitare le agenzie, ma sono loro che si candidano e siamo tenuti a dare a tutti un’opportunità”.

Come si declina questo discorso sulla sostenibilità in ambito creativo? “Da creativi, quando riceviamo il brief, iniziamo a pensare già in modo sostenibile e lavoriamo come nativi sostenibili. Questo è l’iter che dovrebbero seguire tutti oggi”, spiega Boncoraglio. "Prendiamo, ad esempio, il tema della scelta delle location. Non ci piace costruire cattedrali nei deserti. Quando scegliamo una location, dobbiamo già pensare che dovremo fare i minori interventi possibili. Se c’è da fare il videomapping, perché non farlo direttamente sulle facciate degli edifici invece di prendere degli schermi? Per quanto riguarda, invece, il discorso gare, come agenzie vorremmo avere più tempo a disposizione per lavorare meglio e rispondere meglio alle aspettative del cliente, perché spesso i tempi sono strettissimi. Sul numero delle agenzie partecipanti alle gare, vi racconto questo episodio:
un brand di cui non farò nome organizza una gara via call e quando ci colleghiamo vediamo che siamo in… 61! Non aggiungo altro. Una buona idea, a mio parere, sarebbe quella che il cliente facesse una prima scrematura a seguito di una presentazione da parte delle agenzie per capire con quali ci sono più affinità per poi coinvolgerne un numero ristretto. Che poi, a noi le gare piacciono, eh! Sono divertenti, sono un’ottima vetrina e ti permettono di misurarti con te stesso e gli altri, ma devono essere ottimizzate
”.

Infine, Pallas affronta il tema della tutela della sostenibilità quando si parla di grandi, grandissimi numeri come nel caso di eventi come concerti e affini. “Quest’anno è stata approvata la norma CRCF relativa all’approccio ‘carbon removal’ negli eventi che entrerà in vigore l’anno prossimo. Ciò significa un grande passo in avanti per la sostenibilità delle location che diventerà parte integrante di tutto quello che faremo. Noi già lavoriamo tanto sulla materia, a partire dall’illuminotecnica sostenibile a uno degli aspetti più complessi, la tutela e la gestione del pubblico. A questo proposito, ad esempio , la Live Communication week di quest'anno verrà compensato da Noloop tramite crediti di carbonio per progetti ad alto impatto ambientale e sociale certificati in Congo e Ghana e da Gigablue tramite la propria Carbon Dioxide Removal technology Dai trasporti al catering, tutto è stato rivisto in ottica green Nella sezione sostenibilità’ del sito del Bea trovate tutti i dettagli”.
 

Serena Roberti