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Bea World Festival 2024. Josh Stinton, charity fundraiser, esperto in avventure “impossibili”: “Se la vostra idea sembra folle, voi credeteci seriamente: alla fine, vi seguiranno”
Sul palco dei BEA World, arrivati alla loro 17^ edizione e ospitati per il terzo anno consecutivo a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica, si è parlato di Campionato Mondiale di nascondino a Consonno, paese fantasma in provincia di Lecco, e di gare di uniciclo giù per le montagne.
Cosa hanno a che fare queste esperienze “al limite” con il business e l’organizzazione di eventi? Apparentemente nulla, in sostanza tutto quello che serve: il giusto mindset per raggiungere tutti gli obiettivi che una persona si prefigge, nella vita come sul lavoro. A raccontarlo dal vivo, con l’entusiasmo tipico di chi crede in quello che fa, facendolo per davvero, è stato l’australiano Josh Stinton, benefattore e fundraiser per piccole charity, che non si limita a raccogliere fondi, appunto, ma per farlo si lancia in esperienze al limite, nelle quali ha scarsa dimestichezza, se non pari allo zero.
“Ho affrontato le sfide fisiche più difficili in tutto il mondo, quelle per cui la maggior parte delle persone si chiede: “Perché lo fai?” - racconta Stinton, con un sorriso brillante – Io ho sempre ribaltato la prospettiva: “Perché no?” era la mia risposta. Il solo fatto di non saper fare una cosa mi doveva far desistere dal provarci? Non è mai stato un limite per me. Nella mia esperienza di manager e di avventuriero, ho compreso che la chiave per guidare un cambiamento significativo nelle organizzazioni sta nell'allineare i team attorno a uno scopo condiviso e promuovere una collaborazione autentica”.
Come? In gran parte l’ha capito attraversando il mondo per partecipare a gare in specialità mai sentite prima: “Ho attraversato l'Atlantico in bicicletta, percorso l'intero Giappone usando solo le braccia, rappresentato l'Australia nella più grande gara di discesa in monociclo del mondo (sì, è la discesa in mountain bike su una ruota) e sciato attraverso la Svezia nella gara di sci Vasaloppet di 90 km (nonostante non avessi mai sciato in vita mia e mi allenassi solo con gli sci da strada lungo la Manly Beach di Sydney) – racconta entusiasta Stinton – Cosa mi ha sempre guidato? La domanda: “Leggerei questa vita che sto vivendo, se fosse un libro?”. Ecco, questa risposta, unita alla forte motivazione di aiutare chi aveva bisogno, ha mosso i miei passi e il mio spirito”.
La stampa e i media l’hanno definito “l’avventuriero pazzo che fa cose pazze”: come si fa a convincere anche gli altri a seguirti, a donare e il tuo team a supportarti? “Semplice: se hai chiaro il tuo perché, fallo tuo, che diventi la tua ragione di vita. Puoi essere persuasivo, solo se incarni e vivi quello in cui credi. Inizia a fare dei passi in quella direzione, a raccontarlo come se fosse già realizzato… È incredibile cosa può fare la convinzione di farcela, niente è impossibile – spiega Stinton – Ricordate: la persona che vi ascolta di più mentre parlate… siete voi. Se non credete in voi stessi, chi può farlo? Nel mio caso, ho aggiunto un tassello importante: se dici che vuoi aiutare gli altri, allora aumenta l’impegno e il desiderio di farcela, perché aiutare gli altri non è solo un’opportunità, ma una responsabilità”.
Sta tutto in una presa di consapevolezza del proprio potere: “Se sei connesso al tuo potenziale, e sei serio riguardo a ciò che stai per affrontare, e sei persuaso che ci riuscirai, e ti prendi la responsabilità della buona riuscita e ti impegni per farcela, allora sei già in viaggio verso il successo della tua idea, per quanto folle essa sia – prosegue Stinton – Ricordandovi di mettere in conto anche eventuali fallimenti o errori, e avendo cura di condividerli con chi vi segue o ascolta, perché altri possano imparare da voi e capire che nessuno è infallibile, nemmeno chi sembra realizzare tutto ciò che ha in testa”.
Quale è la prossima avventura folle che vuole realizzare? “Voglio provare a correre nel cielo, con una specie di pallone aerostatico, ancora da prototipare, ma è meglio che non utilizzino la mia bozza – dice Stinton, mostrando un suo disegno abbastanza elementare e poco “ingegneristico” –Ma ce la farò, e sapete perché? Vi racconto questa storia, una di quelle che più mi hanno toccato il cuore in assoluto e che mi hanno cambiato la vita. In Siria ho incontrato una famiglia di rifugiati; tra di loro, uno dei figli più piccoli, mi ha donato l’ultima cosa che era riuscito a prendere da casa sua, prima di essere sfollato. Mi sono commosso, perché era l’unica cosa che possedeva e l’ha donata a me, per aiutare gli altri bambini. Ecco, questa è la magia che succede quando sei davvero autenticamente consapevole delle tue follie e riesci a coinvolgere le persone insieme per uno scopo più grande”.