Evento non profit

Volontariato d'impresa a confronto

Un seminario organizzato da Enel Cuore Onlus e Fondazione IBM Italia fa il punto sulla situazione del volontariato in Italia e sull’impegno delle imprese. In dieci anni le associazioni di volontariato sono passate da 8 mila a 25mila.

Con l’obiettivo di aprire un nuovo spazio di confronto tra mondo aziendale e terzo settore, Enel Cuore Onlus e Fondazione IBM Italia raccolgono le diverse esperienze delle aziende nel volontariato d'impresa su un tema centrale per la responsabilità sociale d’impresa, ma altrettanto importante per le associazioni e il mondo del volontariato, sempre attenti a nuove strategie e opportunità di coinvolgimento del privato nella partecipazione attiva.
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Associazioni, Fondazioni, esperti di CSR, hanno discusso per l’intera mattinata di ieri, martedì 16 luglio, presso l’Auditorium Enel, sull’impatto sia all’interno dell’azienda che verso la comunità, delle iniziative di solidarietà portate avanti dai dipendenti attarverso la messa in campo delle competenze o del proprio tempo. Un’occasione di riflessione articolata intorno alle esperienze di aziende quali Enel, IBM, Vodafone, Nokia Italia e Novartis Italia, partendo dall’analisi dello scenario del volontariato in Italia.

Lo scenario
Dal 1995 al 2005, secondo i dati Istat, illustrati dal sociologo Nereo Zamaro, sono triplicate le associazioni di volontariato in Italia, passando da 8.000 a 25.000, mentre le fondazioni sono passate da 700 a 4.000. Oggi le organizzazioni no profit sono 221.412, le cooperative sociali 7.000. Dati sicuramente significativi ma che non bastano, se si pensa che su 3 milioni e mezzo di volontari che operano all’interno di qualche organizzazione, solo 830.000 rappresentano un ”nucleo duro”, che offre un impegno costante e significativo e che se sono 11 milioni e 200 mila (il 22% degli italiani) le persone che hanno partecipato almeno una volta a una riunione nell’ambito del volontariato, la cifra si dimezza (circa 6 milioni) se alla riunione segue un’operatività. Si assiste quindi ad una volatilità e ad una segmentazione della partecipazione civica. Il Nord Est si distingue per una maggior partecipazione attiva, mentre le donne, sebbene assicurino una presenza sistematica, sono spesso fuori dai processi decisionali. Le organizzazioni di volontariato infine sono sempre di più, ma sempre più piccole e questo crea problemi di reperimento delle risorse ma anche una certa vulnerabilità finanziaria.

La partecipazione attiva in azienda
I vantaggi del volontariato d’impresa - commenta il Luciano Hinna, docente dell’Università di Roma Tor Vergata - a livello interno vanno valutati rispetto agli effetti sul clima aziendale, al senso di appartenenza che i dipendenti sviluppano verso l’azienda, così come all’identificazione nei suoi valori, senza alcun compromesso di carattere politico o religioso; a livello esterno, queste iniziative rappresentano invece una leva fondamentale nella gestione del consenso e della reputazione dell’azienda nei confronti della comunità.

Il punto di vista del mondo del Volontariato
L’intervento di Giulio Theodoli, segretario generale della FIVOL, ha messo in evidenza la reciproca mutualità che esiste tra impresa e volontariato: se è vero che la cultura dell’impresa esalta i valori dell’efficienza, della produttività, della razionalità strumentale, si deve pur riconoscere che questi valori sono importanti anche per il volontariato, e che anche il volontariato, per molti aspetti è impresa. Nello stesso tempo, i valori di impegno, professionalità, responsabilità, cooperazione, propri della filosofia del volontariato sono decisivi anche per il successo dell’impresa. Esiste dunque un intreccio fra il sistema di valori proprio di queste due realtà, che corrisponde all’intreccio tra spinte competitive e spinte cooperative. Affinché questo sodalizio avvenga è però necessario che le imprese interiorizzino nella propria cultura il senso del dono e della reciprocità. Quest’ultima non va intesa nella logica del do ut des, bensì come la capacità di produrre valori di legame sociale sia all’interno dell’azienda che all’esterno, nella comunità.

Le esperienze
Enel Cuore
, la onlus di Enel ha aperto la seconda parte dell’incontro, dedicata ad illustrare alcune delle più significative esperienze di volontariato d’impresa portate avanti nel nostro paese. Enel è una realtà di quasi 50 mila persone in Italia. La percentuale di persone che fanno volontariato attivo, da una prima analisi, risulta pari al 7-8%. Alla luce di questo capitale, nei prossimi mesi Enel metterà a punto un programma pilota per valutare le forme con cui offrire in azienda esperienze di volontariato. L’obiettivo è di aprire il 2008 con formule che consentano ai nostri collaboratori di partecipare a progetti concreti rivolti al sociale siano essi di portata locale, nazionale o internazionale; così come di fare della partecipazione attiva, un elemento portante della “cittadinanza d’impresa”.
Nel frattempo Enel Cuore, che in quattro anni è riuscita a dar vita a più di 100 progetti con un contributo pari a circa 16 milioni di euro, ha stretto un rapporto di collaborazione con l’Associazione Nazionale Seniores Enel che comprende dipendenti attivi e dipendenti a riposo. I due momenti di interazione più significativi sono stati la messa a disposizione di collaborazione volontaria nel quadro del progetto “A casa è meglio” in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio in cui soci Anse hanno affiancato i volontari di Sant’Egidio nell’assistenza domiciliare agli anziani, e la collaborazione al progetto di formazione professionale degli studenti ospiti della Fondazione Villaggio dei Ragazzi - don Salvatore D'Angelo a Maddaloni (Caserta).

IBM, attraverso la Fondazione IBM Italia, sostiene l’impegno dei propri dipendenti attivi nel mondo del volontariato, nella consapevolezza che il ruolo di un’impresa innovativa e socialmente responsabile sia quello di favorire lo sviluppo della comunità in cui è inserita. Ciò avviene attraverso donazioni di tecnologia ma, soprattutto, tramite la condivisione delle proprie competenze distintive con associazioni no profit, scuole e altri enti impegnati nel sociale, attraverso il Programma “On Demand Community”. Un sito web che mette a disposizione per esempio soluzioni software, materiali di formazione, presentazioni ondine, video prepararti dai volontari.

Anche Vodafone Italia propone ai suoi dipendenti di scendere in campo mettendo a disposizione competenze e know how. Si chiama “Fellow” ed è un programma  che ad oggi ha coinvolto più di 100 persone su progetti quali: fornire un supporto ai detenuti dell’Istituto Penale Beccarla di Milano per la realizzazione di un cortometraggio; prendersi carico di ragazzi in condizione di grave disagio sociale per combattere l’abbandono scolastico.

Il programma di volontariato d’impresa portato avanti da Nokia, “Helping Hands”, nel 2006 ha coinvolto 7.300 dipendenti in 35 paesi. La formula – sintetizzabile in “Ci facciamo del bene, facendo del bene agli altri e con profitto” – contiene il presupposto per cui un’azienda sta per quel che produce, per i propri obiettivi e per ció in cui crede. Ognuno di questi fattori influenza la scelta e la vita di chi vi lavora. Se i primi due hanno avuto gli onori delle cronache negli ultimi cinquanta anni, oggi è il terzo a doversi trasformare da tacito ad esplicito, acquistando voce attraverso strategie e iniziative. L’universo valoriale dell’azienda si esprime anche attraverso la sua capacitá di creare capitale sociale al proprio interno; nessuno meglio dell’attore privato sa far convergere investimenti sociali, risorse umane, beneficio di business. Questo succede quando un buon programma di volontariato aziendale aiuta la societá, motiva i dipendenti, arricchisce il valore del brand.

Novartis Italia propone infine una giornata di volontariato dedicata alla solidarietà. Nel 2007, al “Community Partnership Day” hanno preso parte nel mondo oltre 10.000 dipendenti Novartis, circa 300 in Italia. La giornata, intitolata “Nessuno Escluso, è stata dedicata alla lotta contro l’emarginazione e l’emarginazione sociale, a favore di sette realtà di centri di accoglienza per l’infanzia disagiata, i senza tetto e i detenuti. Il 95% dei dipendenti che hanno partecipato alla giornata, esprime una valutazione positiva  e praticamente tutti dichiarano il loro entusiasmo a partecipare anche in occasione della prossima edizione.