Audipress
Riflettori puntati sulla nuova Audipress
Si è tenuta oggi a Milano la prima tappa del roadshow Audipress, che toccherà nei prossimi giorni anche Torino (10/6), Padova (15/6), Roma (17/6), Bologna (22/6) e Napoli (23/6), per illustrare al mercato tutte le novità strutturali e metodologiche dell'edizione 2010 dell'indagine.

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Nella tabella qui sotto il dettaglio su totale lettori e percentuale di penetrazione per le differenti periodicità:

Vitelli ha poi accennato all'inserimento nel questionario della ricerca di una sezione web, il cui obiettivo è rilevare la duplicazione tra la lettura su supporto cartaceo e la visita del sito web solo per la testata dichiarata, sottolineandone l'attuale scarsa incidenza e rilevanza: “Solo per pochissime testate - ha precisato infatti Vitelli - la percentuale di lettori che duplica la lettura su web della propria testata cartacea supera il 20%; in pochi casi è compresa fra il 10% e il 20%; ma nella maggior parte dei casi risulta inferiore al 10%”.
Dopo una rapida panoramica sui profili sociodemografici dei lettori di quotidiani, settimanali e mensili, Vitelli ha rinnovato l'invito a sfruttare tutte le informazioni che emergono dalla nuova Audipress portando ad esempio un confronto 'indicizzato' sul dato - solitamente sottoutilizzato - riguardante la fonte di provenienza delle copie lette o sfogliate (vedi tabella qui sotto), da cui risulta l'accentuazione delle copie trovate o prestate.

Le ragioni della nuova metodologia

“La prima esigenza era quella dell'affidabilità di campioni probabilistici (estratti dalle liste elettorali) e di grandi dimensioni (per garantire la rappresentatività anche delle testate minori) - ha spiegato Scarpino -. Abbiamo aumentato la frequenza di comunicazione dei risultati: dai due cicli (primavera e autunno) dell'edizione 2008, siamo passati ai tre di febbraio, maggio e settembre. Ad eccezione del periodo natalizio e di quello estivo, la rilevazione è diventata di fatto continuativa coprendo 38 settimane fra gennaio e dicembre. Abbiamo ridotto il questionario e i tempi delle interviste (tutte personali) concentrando le domande esclusivamente sulla lettura. E come ha già ricordato il presidente Vitelli abbiamo esteso la rilevazione alla duplicazione di lettura fra copia cartacea e sito web della testata”.
Il risultato è che oggi dei lettori della carta stampata si sanno molte cose: “Conosciamo il profilo socio-demografico degli intervistati e delle loro famiglie, ma soprattutto abbiamo un quadro preciso dei loro comportamenti di lettura, non solo che cosa leggono e con quale frequenza, ma anche come sono entrati in contatto con la copia, quante volte la prendono in mano, quanta parte ne leggono o sfogliano”.
La ricerca alla prova dei fatti

Sul fronte delle aziende, ogni anno sono circa 18.000 quelle che investono in pubblicità sulla stampa, per un totale di oltre 1,7 miliardi di euro (anche se il dato Nielsen si riferisce alla sola Commerciale Nazionale) con una media di circa 4,7 milioni di euro ogni giorno.
“La stampa è un mezzo di massa - ha proseguito -, un mezzo a pagamento (con l'eccezione dei quotidiani free), e un mezzo accessibile a un ampio numero di aziende. Potrebbe essere tutto ciò se non fosse anche un mezzo efficace? E qual è il valore aggiunto 'specifico' della stampa nel media mix?”.
Per rispondere a queste domande sono state presentate case history diversificate per settore merceologico ((largo consumo, automotive, tlc, finance), target (consumer, business, maschili, femminili, affluent e responsabili acquisto) e utilizzo in seno al mix (solo quotidiana, solo periodica oppure quotidiana insieme a periodica e in diversi abbinamenti con altri mezzi): tutte, in ogni caso, capaci di far emergere alcune regole semplici e comuni di efficacia, anche se spesso dimenticate:
- selezionare le testate secondo il giusto mix di qualità (in affinità al target di comunicazione, sfruttando la flessibilità e la varietà del mezzo) e quantità (un buon numero di testate e di frequenza di uscita);
- scegliere formati impattanti e posizionamentidi qualità garantisce l’efficacia dell’attività di comunicazione, in termini di capacità di generare riconoscimento presso il target;
- puntare sulla durata della campagna: un'adeguata copertura temporale permette di sviluppare tutto il potenziale di reach & frequency;
- la sinergia tra la comunicazione (media & creatività) della stampa con quella degli altri mezzi aumenta la memorabilità della campagna;
- ultimo ma non meno importante, occorre dedicare al mezzo stampa un livello d’investimento adeguato, per avere le risorse per poter realizzare le 4 condizioni di efficacia precedenti.
Un uso più strategico del mezzo

La sua testimonianza ha riguardato la case history dei prodotti Mellin Baby Milks, rivolti al target delle neo mamme, per i quali era sempre stata usata molta Tv, poco web, e la sola stampa specializzata. “Per allargare i contatti a target, e quindi parlare ad altre mamme oltre a lle lettrici delle testate a loro dedicate, abbiamo scelto di allargare la comunicazione alle testate femminili e a quelle salutistiche secondo una strategia di 'cherry picking', scegliendole una per una. Essendo convinti che sia ormai necessario ragionare per tutti i mezzi, quindi anche per la stampa, in termini di flight, abbiamo scelto di utilizzare queste testate per un periodo più breve ma in modo massiccio, con l'obiettivo di incrementare la copertura qualificata e la credibilità del messaggio. Contemporaneamente, abbiamo presidiato i siti internet delle testate pianificate per migliorare la sinergia e l'integrazione a livello di singolo prodotto editoriale”.
I risultati sono stati importanti: “Dal punto di vista media, a parità di investimento, un significativo aumento del +15% della copertura qualificata, +3 rispetto al piano di sole testate specializzate; in un ottica di marketing, uno straordinario aumento della brand communication awareness, con un +44% in termini di brand image e saliency”.
Dati indispensabili in un momento di grandi trasformazioni
Non chiediamo un atto di fede agnostico nei confronti dei dati: sappiamo che la nuova ricerca è un punto di partenza, non di arrivo, e che tutti insieme potremo migliorarla ancora. Ma siamo altrettanto certi e sicuri che questa indagine non abbia nulla da invidiare a quelle di altri paesi”.
La conclusione è stata quindi un appello al mercato a “Credere nella carta stampata, che in tutti i paesi e nel nostro in particolare vuol dire pluralismo e libertà”.
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