Advertising
Broadband, una rivoluzione annunciata
New York. Se i due terzi degli abitanti negli Usa collegati a Internet ha la banda larga, nel prossimo futuro può accadere di tutto. Da questa premessa è partito il workshop più atteso del pomeriggio di ieri, lunedì 25 settembre. La settimana della pubblicità si è infatti arricchita di un importante tassello: il punto di vista di importanti aziende su internet, banda larga e dintorni. Moderati da Scott McLemon, senior vice president advertising sales di CBS Digital Media, e da Alyson Racer, vice president Advertising, del New York Times, i riflettori si sono accesi su David Adelman, media director Johnson & Johnson Global Marketing Group; Mary Bermel, director interactive di HP, e Tim Kopp, vice president worldwide interactive marketing di The Coca Cola Company.
Le aziende citate hanno aumentato in maniera a volte esponenziale gli
investimenti online, oppure vi hanno dirottato una significativa parte
sottraendo risorse dalla tv. Nel primo caso si tratta di Johnson &
Johnson, che di anno in anno ha raddoppiato gli investimenti sulla
rete. Il secondo caso concerne Coca Cola e Hewlett
Packard che, per il lancio di un nuovo computer, ha dedicato alla Rete
il 20% dell'intero budget media. Per Tim Kopp, di Coca Cola, la
questione è semplice: "Le vecchie formule non sono più efficienti,
dobbiamo reinventare l'engagement col consumatore. La fortuna di Internet si
basa sulla possibilità di tenerne sempre sotto controllo i movimenti, e
sulla capacità di produrre piani di comunicazione su scala mondiale. Per questi
motivi gli investimenti sulla Rete sono destinati ad aumentare ancora di più".
"C'è ancora molto spazio per osare, per inventare nuovi contenuti
e modalità di distribuzione, - afferma David Adelman di
Johnson & Johnson - . In questo senso, la banda larga fa emozionare le
persone grazie ai contenuti che riesce a veicolare, e questo la rende un mezzo
di sicuro successo. Se poi colleghiamo la banda larga e la Rete a un programma
di customer relationship management, chiudiamo il cerchio dell'integrazione".
La
consapevolezza che l'integrazione sia ormai la lente attraverso la quale
guardare ogni atto di comunicazione non è ancora chiara alle agenzie di
pubblicità: questo è il parere di David Adelman e degli altri relatori. Tim
Kopp (Coca Cola) insinua il dubbio che le agenzie non sempre impieghino i
talenti creativi migliori per lavorare a un'idea forte e integrata con altri
mezzi o discipline. Insomma, le aziende si sentono avanti rispetto alle agenzie,
hanno fatto formazione, i nuovi media planner hanno una cultura più allargata, e
anche in questo senso si spiega il fenomeno della fuga dalla televisione in
termini di investimenti pubblicitari. Adelman (J&J) sottolinea che lo
'shift' dai media classici dipende molto dall'idea che insieme al consumatore
diventa rilevante, il centro di tutto.
(Per i workshop e gli interventi precedenti, vedi notizie correlate).

