Advertising

Wren (Omnicom), l’advertising rimane il core business del sistema

Dall'Advertising Week di New York. Per il numero uno della prima holding mondiale della comunicazione la pubblicità ha ancora un ruolo determinante, anche se nuovi media e quello che un tempo si chiamava below the line, costituiscono il 57% del giro d'affari.

New York. L'anno scorso era toccato a Maurice Levy (Publicis) il ruolo di 'peso massimo' negli incontri alla settimana della pubblicità che da tre anni si tiene a Manhattan. Quest'anno il fardello se l'è addossato John Wren (nella foto), president and Ceo di Omnicom Group, la prima holding mondiale della comunicazione: 50 mila clienti in 100 paesi, 1.500 società controllate.
Un incontro fuori dagli schemi, così può essere tradotta, in sintesi, la performance tenuta a Broadway, presso il Minskoff Theater, sul palcoscenico del musical King Lion. La location non è casuale poichè a intervistare John Wren è stato chiamato Tom Schumacher, president della Disney Theatricals. Unico a non essere coinvolto in maniera diretta nel mercato dell'advertising in un teatro per la verità poco affollato, Schumacher ha subito dirottato la sua conversazione col numero uno dell'advertising mondiale su un piano quasi personale, di tanto in tanto aprendo la finestra sull'aspetto professionale. Si parte, quindi, con l'infanzia da immigrato irlandese a Brooklyn, il babbo impiegato in un'azienda telefonica, la mamma casalinga, sei fratelli, una vita passata a sgobbare per diventare qualcuno, il sogno di diventare psicologo e, invece, l'incontro con la pubblicità', i numeri, la finanza, e la creatività. Ma si è parlato anche dell'origine delle grandi holding, delle fusioni e acquisizioni che non hanno fatto altro che replicare quanto stava succedendo presso le aziende.

In vena di confidenze Wren ha pure svelato la ricetta che ha reso Omnicom (Bbdo, Ddb, Tbwa, Omd, ecc.) il primo gruppo al mondo: il valore delle persone, il prodotto creativo prodotto e, diretta conseguenza, gli utili che ne derivano. Amalgama del sistema lo spirito di appartenenza al Gruppo, pur nel rispetto di una sana competizione tra le diverse sigle, cementato anche attraverso la Omnicom University, un laboratorio permanente di aggiornamento professionale per i propri manager.
Per giungere pià al sodo, Wren ha una sua visione su quanto sta accadendo nel mondo della comunicazione: "Non ci sono dubbi, l'advertising è ancora il core business dell'industria della comunicazione anche se le idee possono arrivare da altre discipline o mezzi, siano esse il web, il direct marketing o l'interattività in generale. E la pubblicità, insieme all'innovazione e al prezzo dei prodotti, aiuta l'economia".
Omnicom, holding quotata in borsa (le singole agenzie non lo sono), non è insensibile ai mutamenti in corso: "Nel '93 tutto cio' che non è advertising classico costituiva il 23% del giro d'affari, oggi ammonta al 57%, una percentuale destinata a crescere ulteriormente". Wren tiene a ribadire che nonostante l'advertising sia oggi in minoranza, rimane centrale in un sistema, in un cerchio come ama definirlo, che trova nell'integrazione e nella convergenza tra i diversi media, siano essi la tv, il computer l'Internet television, ecc., il suo punto di forza.