Advertising
Wren (Omnicom), l’advertising rimane il core business del sistema
New York. L'anno scorso era toccato a Maurice
Levy (Publicis) il ruolo di 'peso massimo' negli
incontri alla settimana della pubblicità che da tre anni si tiene a Manhattan.
Quest'anno il fardello se l'è addossato John Wren
(nella
foto), president and Ceo di Omnicom Group, la prima
holding mondiale della comunicazione: 50 mila clienti in 100 paesi,
1.500 società controllate.
Un incontro fuori dagli schemi, così può
essere tradotta, in sintesi, la performance tenuta a Broadway, presso il
Minskoff Theater, sul palcoscenico del musical King Lion. La location non è
casuale poichè a intervistare John Wren è stato chiamato Tom
Schumacher, president della Disney Theatricals. Unico a non essere
coinvolto in maniera diretta nel mercato dell'advertising in un teatro per la
verità poco affollato, Schumacher ha subito dirottato la sua conversazione col
numero uno dell'advertising mondiale su un piano quasi personale, di tanto in
tanto aprendo la finestra sull'aspetto professionale. Si parte, quindi, con
l'infanzia da immigrato irlandese a Brooklyn, il babbo impiegato in un'azienda
telefonica, la mamma casalinga, sei fratelli, una vita passata a sgobbare per
diventare qualcuno, il sogno di diventare psicologo e, invece, l'incontro con la
pubblicità', i numeri, la finanza, e la creatività. Ma si è parlato anche
dell'origine delle grandi holding, delle fusioni e acquisizioni che non hanno
fatto altro che replicare quanto stava succedendo presso le aziende.
In vena di confidenze Wren ha pure svelato la ricetta che ha reso
Omnicom (Bbdo, Ddb, Tbwa, Omd, ecc.) il
primo gruppo al mondo: il valore delle persone, il prodotto creativo prodotto e,
diretta conseguenza, gli utili che ne derivano. Amalgama del sistema lo spirito
di appartenenza al Gruppo, pur nel rispetto di una sana competizione tra le
diverse sigle, cementato anche attraverso la Omnicom University, un laboratorio
permanente di aggiornamento professionale per i propri manager.
Per
giungere pià al sodo, Wren ha una sua visione su quanto sta accadendo nel
mondo della comunicazione: "Non ci sono dubbi, l'advertising è ancora il core
business dell'industria della comunicazione anche se le idee possono arrivare da
altre discipline o mezzi, siano esse il web, il direct marketing
o l'interattività in generale. E la pubblicità, insieme all'innovazione e
al prezzo dei prodotti, aiuta l'economia".
Omnicom, holding quotata in borsa
(le singole agenzie non lo sono), non è insensibile ai mutamenti in corso: "Nel
'93 tutto cio' che non è advertising classico costituiva il 23% del giro
d'affari, oggi ammonta al 57%, una percentuale destinata a crescere
ulteriormente". Wren tiene a ribadire che nonostante l'advertising sia oggi in
minoranza, rimane centrale in un sistema, in un cerchio come ama definirlo, che
trova nell'integrazione e nella convergenza tra i diversi media, siano essi la
tv, il computer l'Internet television, ecc., il suo punto di
forza.

