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Speciale Cannes. Grand Prix Cyber a Svezia, Usa e Canada. Orlandi: "Non facciamo 'gli italiani'"

(Cannes) Niente da fare per 'When hunger strikes' Danone Saiwa firmato Dmc Fullsix. Per il giurato italiano Alessandro Orlandi (Creative Director Interactive Italia Saatchi & Saatchi) scarsi investimenti delle aziende e senso di inferiorità le cause del ritardo italiano. 10 short list l'obiettivo Saatchi & Saatchi per Cyber Lions 2008.

"Prima di incontrarsi ho spedito un mail a tutti i giurati per chiedere loro di prepararsi a guardare al di là di ciò che è stato fatto bene e in grande, valorizzando soprattutto la portata innovativa e la spinta al cambiamento dei lavori che sarebbero stati selezionati". Con queste parole il presidente della giuria Cyber Tom Eslinger, Creative Director Interactive and Emerging Technologies di Saatchi & Saatchi New Zealand, ha aperto la conferenza di presentazione dei vincitori della categoria Cyber.

Tre Grand Prix sono stati assegnati rispettivamente ai lavori 'Heidies 15Mb of Fame' firmato Farfar Stoccolma (Svezia) per Diesel, 'Nike+' firmato R/GA New York, e 'Evolution' frimato Ogilvy&Mather Tornonto (Canada) per Unilever Canada.

Per quanto riguarda i leoni d'oro, tre sono stati vinti dagli Usa, due da Giappone, Spagna e Canada, uno da Germania e Inghilterra.

Le speranze tricolori, affidate a Dmc Fullsix con 'When hunger strikes' per Tuc Snacks di Danone Saiwa, unica presenza italiana in short list, sono state del tutto deluse. "Il lavoro di Fullsix non aveva nessuna possibilità di vincere a causa del basso punteggio iniziale" ha dichiarato il giurato italiano Alessandro Orlandi, Creative Director Interactive Italia Saatchi & Saatchi (nella foto), avvicinato da ADVexpress al termine della conferenza. Una performance che palesa, una volta di più, il ritardo del nostro paese nel campo di internet e media digitali.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra i problemi presenti in Italia, secondo Orlandi, piuttosto rilevante è quello della committenza. Se tra i vincitori di Grand Prix e Leoni d'Oro si guardano le aziende piuttosto che le agenzie, si può notare che nella totalità dei casi si tratta di realtà straniere, esclusa Diesel, che però per scelta si rivolge esclusivamente a strutture creative non Italiane. Gli scarsi risultati italiani nel campo della creatività per internet e media digitali, è dunque attribuibile anche al fatto che le aziende nostrane non investono o investono poco in questo campo. "Se un cliente – ha affermato Orlandi – ci desse la possibilità di esprimerci nell'online, potremmo finalmente realizzare un lavoro che funzioni da cavallo di troia per aprire una breccia in un settore, l'online, in cui l'Italia soffre ancora di un complesso di inferiorità. Questo creerebbe un circolo virtuoso, con maggior disponibilità e coraggio da parte delle aziende e una migliore organizzazione da parte delle agenzie".

"Ciò a cui assistiamo invece – ha osservato Orlandi – è un'involuzione. Nel 2006 i lavori italiani in short list erano due ('Run4Cesare' per Nike di Frdb, e Easydriver time to fight back per Drive Service di FullSix ndr), nel 2005 quattro. Questo vuol dire che siamo noi stessi i primi a non crederci".

E nel 2008? "Da qui all'anno prossimo – ha concluso il Creative Director Interactive Italia Saatchi & Saatchi – dobbiamo incrementare quantità e qualità dei lavori. Il segreto è 'non fare gli italiani', non compiangersi, non 'autogiustificarsi'. Il 2008 è l'anno del giudizio, Saatchi & Saatchi dovrà essere presente nei Cyber con almeno 10 lavori in short list, altrimenti continueremo ad essere 'nessuno' ".

Cristina Concari