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Toscani, Milano e la campagna sull'anoressia: è polemica
Ha dominato le pagine di cronaca del week-end la notizia della querelle nata
fra Oliviero Toscani e
il comune di Milano per le fotografie
della campagna Nolita raffiguranti una
ragazza anoressica nuda: quelle stesse immagini che per la loro
crudezza avevano già suscitato critiche e polemiche all'interno di
AssoComunicazione, in cui La Sterpaia
, agenzia di Toscani, è
entrata da poco (vedi notizie correlate). Ora la questione si
è estesa, fino ad arrivare sul tavolo del Giurì della Pubblicità, che dovrà decidere
se gli scatti di Toscani violano il codice di autodisciplina.
Intanto imperversa la bufera, e si parla di
censura.
Tutto ha avuto inizio venerdì 28 settembre quando il
Comune di Milano ha chiesto che venissero tolti i manifesti della campagna
Nolita, affissi proprio durante la
settimana della moda: sotto le immagini
choc di una modella anoressica la frase 'No anorexia'. "Le immagini vanno
tolte perché non centrano alcun obiettivo" aveva dichiarato l'assessore
Giovanni Terzi, aggiungendo anche che quelle gotografie
potevano anzi apparire una forma di istigazione agli occhi di un anoressico.
Dello stesso parere il sindaco Letizia Moratti, che il giorno dopo sui giornali sosteneva: "Ho dato
disposizione di toglierli dagli spazi di nostra competenza". Il problema è che i
manifesti della campagna Nolita non occupavano spazi del Comune. "Sono tutti
spazi privati, sui quali noi non abbiamo competenza", dichiarava l'assessore
all'arredo Urbano Maurizio Cadeo
.
Ma la questione spacca comunque la Giunta comunale. Con Terzi e la Moratti si schiera il presidente della camera della Moda Mario Boselli , che critica l'utilizzo di un tema delicato come l'anoressia per fare pubblicità ad un'azienda. Posizione questa ribadita dall'Aba, Associazione contro anoressia, bulimia e obesità. Contestano invece la decisione del sindaco l'assessore Tiziana Maiolo, che pur considerando "volgare e offensiva" l'immagine, invitava a non fare censura, e Vittorio Sgarbi, che causticamente oggi in un articolo sul Giornale intitolato "Chi fa pubblicità a Toscani" scrive: "E' porprio da quella sofferenza, da quel trauma che deriva una riflessione, una rabbia. E quindi una reazione. Proprio quello che cerca Toscani (...). Cancellare Nolita dalle strade di Milano non è un bel segnale".
Ad aggiungere benzina sul fuoco arriva ieri 30 settembre la dichiarazione del presidente dello Iap (Istituto di autodisciplina della pubblicità) Giorgio Floridia. "Esporre pubblicamente il corpo consunto di un ammalato è disgustoso".
Immediate e inevitabili le reazioni infuocate di Toscani, che parla di censura, di una 'Milano anoressica', che morirà di troppa moda e di anoressia, elegante. A difendere Toscani e questa sua posizione anche Emanuele Pirella che in un'intervista a Repubblica sabato dichiarava: "Milano sta come nella foto di Toscani: nuda, malata, triste. E come spesso accade quando ci si guarda in un ritratto, ciò che si vede non piace".
Ora si attende che il Giurì della Pubblicità si pronunci a proposito. Ma basterà il parere del Giurì a mettere fine a questa querelle? O il dibattito sulla censura della sofferenza monopolizzerà ancora i media e l'opinione pubblica? Si vedrà. Intanto i manifesti da oggi non sono più visibili: l'affissione si è conclusa.