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Comunicazione politica: mancano i progetti

È quanto è emerso oggi, 21 febbraio, nell'incontro "Politica e comunicazione", promosso da IAA. Moderati da Nando Pagnoncelli, presidente e ad Ipsos , si sono confrontati Cesare Casiraghi, direttore creativo di Casiraghi Greco&, e Angelo Maria Perrino, direttore ed editore di Affaritaliani.it e portavoce di Bruno Ferrante.

In vista delle imminenti elezioni politiche, in un periodo "caldo" anche per la comunicazione, IAA- International Advertising Association ha promosso oggi a Milano l'incontro "Politica e comunicazione". Moderati da Nando Pagnoncelli, presidente e ad Ipsos e presidente Assirm, si sono confrontati sul tema Cesare Casiraghi, direttore creativo di Casiraghi Greco&, e Angelo Maria Perrino, direttore ed editore di Affaritaliani.it e portavoce di Bruno Ferrante, candidato alla poltrona di sindaco di Milano. Alla domanda di Pagnoncelli, su come cambia la comunicazione, Casiraghi ha risposto: "Nella realtà il problema è avere il prodotto, che deve essere chiaro. La comunicazione attuale è orientata verso l'accostamento di una frase a una faccia, il prodotto è il candidato. Ma in mancanza di una vera strategia, i messaggi finiscono per assomigliarsi tutti: i concetti di legalità e onestà compaiono nelle campagne di Fini come di Di Pietro, e di famiglia parlano sia Casini che Rifondazione Comunista. Siamo entrati in una fase della comunicazione politica in cui si spera che la faccia sia sufficiente".

Casiraghi ha poi raccontato di quando, in seno alla Euro Rscg, si occupò della campagna pubblicitaria della Democrazia Cristiana, nel 1987. Il risultato fu il claim "Forza Italia" che si accompagnava a un fondo azzurro cielo, gli stessi elementi riapparsi anni dopo con la creazione del partito di Silvio Berlusconi. "Ora la modalità in voga è quella della campagna comparativa denigratoria, dove non si parla dei propri programmi ma, in negativo, di quelli dell'avversario" ha osservato Casiraghi.

"La comunicazione oggi è la politica, o almeno una buona parte di essa". Questa l'opinione di Perrino, che ha spiegato: "A dettare le strategie e la mission dei partiti oggi è il marketing. Nella politica del passato ci si ispirava a un patrimonio ideologico, valoriale, oggi prevalgono le considerazioni di marketing". "Anche se questo – ha precisato - non ha necessariamente una valenza negativa".

All'osservazione di Pagnoncelli, secondo il quale "nonostante la politica si stia dotando di strumenti di marketing, si assiste al progressivo allontanamento delle persone dalla politica, forse perché questa appare sempre più finta", Casiraghi ha sottolineato ancora una volta che ciò che manca è un prodotto specifico da comunicare. "Non c'è una Usp, o comunque non è comunicata. Non a caso, chi ha idee radicali (come la Lega o Rifondazione Comunista) va meglio, perché avere un'identità chiara aiuta la comunicazione". E la mancanza di progetti concreti è il vero problema anche per Enrico Montangero, ex presidente di AssoComunicazione e titolare dell'agenzia Montangero & Montangero, intervenuto a sostenere che "la politica non può ridursi a inseguire i bisogni dei cittadini per acquisire un pugno di voti, perché rinuncia al suo senso profondo, che è quello di indicare la rotta".

A margine dell'incontro, Angelo Perrino ha spiegato ad Advexpress: "Continuiamo a lavorare con l'agenzia La Scuola di Emanuele Pirella sulla comunicazione di Bruno Ferrante. Per le ricerche di mercato ci affidiamo a Ipsos, per la consulenza sulla campagna elettorale a Marco Marturana. Al momento stiamo ragionando sul marchio per la lista civica. Sviluppo, coesione sociale, qualità della vita sono i concetti chiave della comunicazione su cui sta lavorando Emanuele Pirella, e che entrerà nel vivo dopo le politiche del 9 aprile".