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Eberhard - Stone: genio e visione ispirano la platea di IAB Forum nella giornata di chiusura
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Nella seconda e ultima giornata di IAB Forum 2015, grande l'attesa per due ospiti internazionali d'eccezione: Martin Eberhard, co-fondatore di Tesla Motors, e il regista Premio Oscar Oliver Stone.
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Eberhard, in apertura di mattinata, ha portato all'attenzione della folta platea la sua esperienza di innovatore, ripercorrendo la strada che ha portato alla Tesla Motors che conosciamo oggi, ovvero l'azienda leader nella produzione di auto elettriche di lusso.
D'altra parte, stiamo parlando di un manager che ha sempre avuto il piglio dell'innovatore: da ingegnere stufo di lavorare a prodotti che lui stesso ha definito 'noiosi', il primo passo fu infatti progettare quello che di fatto può essere definito il primo e-book reader, la cui tecnologia è ancora valida per i modelli più attuali.
Rendersi conto che le auto elettriche rappresentavano la soluzione migliore per limitare i consumi e le emissioni, a tutto vantaggio dell'ambiente, e creare un'azienda in grado di realizzarle in un momento in cui l'industria dell'automotive andava in tutt'altra direzione, non è stato facile. E' stato necessario un lungo lavoro per rendere i modelli più appealing dal punto di vista del design e, certe volte, prendere decisioni audaci è stato inevitabile, come quella di installare sulle auto le batterie normalmente usate per tutt'altro tipo di prodotti, come i laptop.
Eppure, il fatto che oggi tutte le principali case automoblistiche propongano anche modelli elettrici è una dimostrazione che Eberhard e il suo team ce l'hanno fatta, tracciando per primi un percorso poi seguito anche da altri. D'altra parte, fare innovazione vuol dire proprio questo. Come ha ricordato Eberhard, le belle idee non bastano, bisogna anche riuscire a stendere un business plan e a trovare dei fondi: il confronto con la realtà è fondamentale, non si può soltanto sognare a occhi aperti.
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Eberhard, in apertura di mattinata, ha portato all'attenzione della folta platea la sua esperienza di innovatore, ripercorrendo la strada che ha portato alla Tesla Motors che conosciamo oggi, ovvero l'azienda leader nella produzione di auto elettriche di lusso.
D'altra parte, stiamo parlando di un manager che ha sempre avuto il piglio dell'innovatore: da ingegnere stufo di lavorare a prodotti che lui stesso ha definito 'noiosi', il primo passo fu infatti progettare quello che di fatto può essere definito il primo e-book reader, la cui tecnologia è ancora valida per i modelli più attuali.
Rendersi conto che le auto elettriche rappresentavano la soluzione migliore per limitare i consumi e le emissioni, a tutto vantaggio dell'ambiente, e creare un'azienda in grado di realizzarle in un momento in cui l'industria dell'automotive andava in tutt'altra direzione, non è stato facile. E' stato necessario un lungo lavoro per rendere i modelli più appealing dal punto di vista del design e, certe volte, prendere decisioni audaci è stato inevitabile, come quella di installare sulle auto le batterie normalmente usate per tutt'altro tipo di prodotti, come i laptop.
Eppure, il fatto che oggi tutte le principali case automoblistiche propongano anche modelli elettrici è una dimostrazione che Eberhard e il suo team ce l'hanno fatta, tracciando per primi un percorso poi seguito anche da altri. D'altra parte, fare innovazione vuol dire proprio questo. Come ha ricordato Eberhard, le belle idee non bastano, bisogna anche riuscire a stendere un business plan e a trovare dei fondi: il confronto con la realtà è fondamentale, non si può soltanto sognare a occhi aperti.
Poi, impegnarsi a fondo in qualcosa di inutile è sbagliato. Come ha sottolineato il manager, i prodotti che hanno successo sono quelli in grado di rispondere a un bisogno, a un'esigenza. Proporre un prodotto che possa costituire la soluzione a un problemaè senz'altro un buon punto di partenza.
Agli aspiranti startupper e innovatori, Eberhard ha consigliato anche di non sottovalutare l'importanza del team con il quale si lavora: serve il giusto mix di persone esperte, appassionate e smart. Inoltre, bisogna lavorare sodo per farsi conoscere da possibili finanziatori, fornitori e consumatori, in modo da riuscire a ottenere il massimo appoggio.
"Siate coraggiosi, inseguite le idee folli, ma allo stesso tempo restate coi piedi per terra. E ricordate che il fatto che qualcosa sia effettivamente realizzabile non significa che sia necessariamente una buona idea", ha messo in guardia Eberhard.
Agli aspiranti startupper e innovatori, Eberhard ha consigliato anche di non sottovalutare l'importanza del team con il quale si lavora: serve il giusto mix di persone esperte, appassionate e smart. Inoltre, bisogna lavorare sodo per farsi conoscere da possibili finanziatori, fornitori e consumatori, in modo da riuscire a ottenere il massimo appoggio.
"Siate coraggiosi, inseguite le idee folli, ma allo stesso tempo restate coi piedi per terra. E ricordate che il fatto che qualcosa sia effettivamente realizzabile non significa che sia necessariamente una buona idea", ha messo in guardia Eberhard.
Di tutt'altro tono l'intervento di Oliver Stone, che ha chiuso la mattinata di lavori ed è stato accolto con una standing ovation dai professionisti della comunicazione digitale presenti in sala.
Molti gli argomenti toccati nel corso della lunga intervista con Marco Montemagno, fondatore di SuperSummit, relativi al cinema ma non solo. Ad esempio, "come si fa a diventare un buon storyteller?", ha chiesto Montemagno al regista che ha firmato capolavori come 'JFK', 'Platoon', 'Alexander' e 'Wall Street'.
"Merito di mio padre - ha spiegato Stone - che, oltre a essere un ottimo narratore, quando ero bambino ogni settimana mi faceva scrivere una storia, premiandomi con una piccola ricompensa in denaro. In ogni caso, lo storytelling è un'abilità che si impara con il tempo. L'importante è essere in grado di creare curiosità".
Per quanto riguarda l'utilizzo del digitale e delle nuove tecnologie, Stone ha affermato che possono essere molto utili anche in campo cinematografico, anche se molto dipende dalla storia che si vuole raccontare: troppi effetti speciali rischiano di annoiare, meglio focalizzarsi sul racconto di storie vere, di vita vissuta. Anche perché attraverso il cinema si può raccontare la realtà, compresi fatti storici ed episodi particolarmente critici, per informare ma anche per stimolare la riflessione.
Spesso ci si attiene a quanto si apprende dai media, ma essi possono dare una visione solo frammentata e parziale della realtà. Per questo Internet e i social media, a parere di Stone, sono strumenti preziosi: essi consentono a ognuno di noi di informarci da più fonti e di ascoltare diverse voci, sviluppando poi un'opinione critica rispetto a quanto accade.
Anche a un regista del calibro di Stone, è capitato nella vita di ricevere dei 'No'. "Bisogna necessariamente imparare a farci i conti - ha affermato il regista - . D'altra parte, bisogna imparare che non possiamo tenere tutto sotto controllo. Ci sono degli aspetti che non dipendono dalla nostra volontà e dobbiamo essere pronti ad accettarlo".
Serena Piazzi
Molti gli argomenti toccati nel corso della lunga intervista con Marco Montemagno, fondatore di SuperSummit, relativi al cinema ma non solo. Ad esempio, "come si fa a diventare un buon storyteller?", ha chiesto Montemagno al regista che ha firmato capolavori come 'JFK', 'Platoon', 'Alexander' e 'Wall Street'.
"Merito di mio padre - ha spiegato Stone - che, oltre a essere un ottimo narratore, quando ero bambino ogni settimana mi faceva scrivere una storia, premiandomi con una piccola ricompensa in denaro. In ogni caso, lo storytelling è un'abilità che si impara con il tempo. L'importante è essere in grado di creare curiosità".
Per quanto riguarda l'utilizzo del digitale e delle nuove tecnologie, Stone ha affermato che possono essere molto utili anche in campo cinematografico, anche se molto dipende dalla storia che si vuole raccontare: troppi effetti speciali rischiano di annoiare, meglio focalizzarsi sul racconto di storie vere, di vita vissuta. Anche perché attraverso il cinema si può raccontare la realtà, compresi fatti storici ed episodi particolarmente critici, per informare ma anche per stimolare la riflessione.
Spesso ci si attiene a quanto si apprende dai media, ma essi possono dare una visione solo frammentata e parziale della realtà. Per questo Internet e i social media, a parere di Stone, sono strumenti preziosi: essi consentono a ognuno di noi di informarci da più fonti e di ascoltare diverse voci, sviluppando poi un'opinione critica rispetto a quanto accade.
Anche a un regista del calibro di Stone, è capitato nella vita di ricevere dei 'No'. "Bisogna necessariamente imparare a farci i conti - ha affermato il regista - . D'altra parte, bisogna imparare che non possiamo tenere tutto sotto controllo. Ci sono degli aspetti che non dipendono dalla nostra volontà e dobbiamo essere pronti ad accettarlo".
Serena Piazzi