Live Communication
Milano, grande spettacolo di videomapping sulla facciata del Duomo. Coordinamento di produzione: SBH Milano
Due serate per far rivivere la storia della cattedrale, con musiche tratte dalle opere di Giuseppe Verdi. Giovedì 9 e venerdì 10 in Piazza Duomo. L'accesso per il pubblico è libero.
Giovedì 9 e venerdì 10 luglio, la quinta marmorea del Duomo di Milano si fa schermo. Una storia affascinante, narrata attraverso il videomapping.
Guarda il video'Videomapping Pietra e Preghiera 9 e 10 luglio 2015' su YouTube
Due serate, il 9 e 10 luglio (ore 21.30), per far rivivere la storia della cattedrale: dalla cava di marmo di Candoglia all’edificazione, dai preziosi ornamenti agli ultimi interventi di restauro. Al centro della trama, il rapporto tra il Duomo e la città: un senso di appartenenza che travalica i confini della fede, per abbracciare uomini e donne di religioni e culture diverse.
Sin dagli albori, la pietra ha accompagnato la vita dell’uomo, è l’elemento che ne ha protetto più di ogni altro la crescita, assecondandone un naturale bisogno di riparo. A partire dalla pietra, l’uomo ha costruito l’ambiente circostante: essa è da sempre segno di protezione, è casa.
Sin dagli albori, la pietra ha accompagnato la vita dell’uomo, è l’elemento che ne ha protetto più di ogni altro la crescita, assecondandone un naturale bisogno di riparo. A partire dalla pietra, l’uomo ha costruito l’ambiente circostante: essa è da sempre segno di protezione, è casa.
Proprio come la Chiesa, casa di Dio. Osservando il Duomo di Milano - al centro della piazza cui dà il nome - ci è dato di ammirare una pietra bella, armonica, definita da infinite sfumature: è il marmo di Candoglia, illuminato nelle proprie venature da scintille di cosmo, portate alla luce dopo secoli di silenziosa gestazione.
In oltre sei secoli di storia, il Duomo di Milano si è nutrito del respiro silenzioso della città, quella stessa città che ha così trovato un segno, uno spazio in cui pregare, in cui i cittadini hanno dichiarato la propria fede, entrando in una dimensione di apertura, da cui proiettarsi verso l’infinito spazio sopra di noi.
Questo rapporto, il rapporto tra pietra e preghiera, è l’anima del progetto: il marmo non è un elemento statico, è bensì una realtà sempre viva, in divenire.