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Reputation Management e gestione della crisi sui social media al World Communication Forum di Davos
Nel corso della seconda giornata di incontri della manifestazione internazionale sono state illustrate le linee guida per difendere la reputazione dagli attacchi sul web. Tra i relatori anche Franky Saegerman, head of social media della Nato, e Tanuja Kehar, vp corporate communications Unitech (India).
Il Reputation Management e la gestione delle crisi sui Social Media sono stati al centro della seconda giornata di incontri del World Communication Forum di Davos, manifestazione internazionale che ogni anno vede la partecipazione di circa 200 professionisti e opinion leader tra ceo di aziende e agenzie di pr, marketing strategist, direttori della comunicazione, blogger e giornalisti da tutto il mondo.
“Oggi gli attacchi alla reputazione delle organizzazioni - ha spiegato Lorenzo Brufani (nella foto), ceo Competence Communication - partono sempre più spesso dai social network e si allargano a macchia d’olio ai media tradizionali e alle tv. Intervenire con tempestività già nelle prime ore di una crisi diventa, quindi, un fattore determinante per influenzare media e stakeholder e governare, così, il processo di formazione delle opinioni”.
Relatori indiani, asiatici ed europei si sono confrontati sui criteri più adeguati per valutare l’efficacia della comunicazione sui social network durante il panel 'Quantity or Quality? What is your social media top priority?', a cui hanno preso parte, tra gli altri, Franky Saegerman (head of social media & communications for public diplomacy NATO) e lo stesso Lorenzo Brufani.
L'agenzia di comunicazione integrata ha presentato le strategie di prevenzione e gestione di una crisi, confrontandosi con professionisti internazionali sull’applicabilità di questo modello anche in altri mercati.
“Per difendere la reputazione di un’organizzazione - ha aggiunto Brufani - la priorità è assumere una posizione chiara e a volte coraggiosa sul tema in discussione, ma anche avere la capacità di utilizzare lo 'smile marketing' ossia utilizzare un linguaggio ironico per comunicare messaggi anche critici o impopolari. Oltre a questo occorre coinvolgere terze parti autorevoli come associazioni ed esperti di settore per costruire alleanze strategiche e azioni di ingaggio".
AR
“Oggi gli attacchi alla reputazione delle organizzazioni - ha spiegato Lorenzo Brufani (nella foto), ceo Competence Communication - partono sempre più spesso dai social network e si allargano a macchia d’olio ai media tradizionali e alle tv. Intervenire con tempestività già nelle prime ore di una crisi diventa, quindi, un fattore determinante per influenzare media e stakeholder e governare, così, il processo di formazione delle opinioni”.
Relatori indiani, asiatici ed europei si sono confrontati sui criteri più adeguati per valutare l’efficacia della comunicazione sui social network durante il panel 'Quantity or Quality? What is your social media top priority?', a cui hanno preso parte, tra gli altri, Franky Saegerman (head of social media & communications for public diplomacy NATO) e lo stesso Lorenzo Brufani.
L'agenzia di comunicazione integrata ha presentato le strategie di prevenzione e gestione di una crisi, confrontandosi con professionisti internazionali sull’applicabilità di questo modello anche in altri mercati.
“Per difendere la reputazione di un’organizzazione - ha aggiunto Brufani - la priorità è assumere una posizione chiara e a volte coraggiosa sul tema in discussione, ma anche avere la capacità di utilizzare lo 'smile marketing' ossia utilizzare un linguaggio ironico per comunicare messaggi anche critici o impopolari. Oltre a questo occorre coinvolgere terze parti autorevoli come associazioni ed esperti di settore per costruire alleanze strategiche e azioni di ingaggio".
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