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Gare pubbliche: 226 bandi nel 2007, +50% nel 2008

Il Comitato istituito da AssoComunicazione stende una proposta di regolamentazione dei servizi di comunicazione nelle gare pubbliche. Terzani: "Stiamo individuando i nostri portavoce, e su quali tavoli si sposterà la discussione". Occorre una figura centralizzata sul modello del COI inglese.

Sotto la lente di AssoComunicazione non solo le gare private, ma anche quelle pubbliche, che da tempo sono al centro dell'attenzione di un apposito comitato composto da Daniela Greco, Gianna Terzani e Peter Grosser, che ora, dopo aver messo a punto una proposta di regolamentazione dei servizi di comunicazione nell'ambito delle gare pubbliche, sensibilizza la Pubblica Amministrazione e cerca un referente per creare un sistema improntato al rispetto, alla chiarezza e alla competenza.

Come descritto oggi in conferenza stampa a Milano da Gianna Terzani (nella foto) vicepresidente AssoComunicazione e responsabile del comitato gare pubbliche, nel 2007 l'Associazione guidata da Marco Testa ha rilevato e inviato agli associati 226 bandi: 143 che richiedevano servizi di comunicazione integrata, 36 solo web, 32 eventi, 12 promozioni, 1 media, 2 adv. Già nel primo semestre di quest'anno i bandi sono passati a 179: 100 per comunicazione integrata, 28 web, 42 eventi, 5 promozioni, 0 media, 4 adv. Nel 2008 si parla quindi di un +50%.

"Confortati dai risultati incoraggianti sul fronte delle gare private – ha commentato Marco Testa, Presidente di AssoComunicazione - abbiamo ritenuto di provare ad affrontare in modo concreto anche il tema delle gare pubbliche, che presenta logiche proprie di metodo e quindi di approccio. La strada è ancora lunga, ma penso di poter dire che abbiamo fatto un passo significativo nella direzione giusta".

 "Le gare d'appalto pubbliche – ha sottolineato Gianna Terzani – numericamente paiono presidiare sempre più il panorama italiano della domanda di servizi di comunicazione. I dati che abbiamo ci permettono di ipotizzare un incremento del 50% su base annua. Incremento ovviamente numerico e che non entra nel merito di una quantificazione dell'investimento né in una valutazione qualitativa dei bandi".

Il Comitato è al lavoro da circa sei mesi (coadiuvato dai consulenti legali dell'Associazione), metà dei quali trascorsi ad approfondire direttive europee e normativa italiana, ad analizzare la situazione all'estero, a sezionare bandi e capitolati, per definire le azioni migliori da intraprendere. Le soluzioni, come delineato dalla Terzani, si sono articolate su due percorsi: uno funzionale e comportamentale all'interno dell'Associazione, l'altro politico indirizzato all'esterno".

L'associazione propone una consulenza mirata e una regolamentazione agli associati che ponga dei limiti sull'impostazione dei bandi, sui criteri di ammissione, sulle procedure di selezione, sui criteri di valutazione e sui termini di aggiudicazione.

Dal 1° gennaio 2008 è attivo un servizio legale gratuito per avere risposte immediate su quesiti relativi a singoli bandi. Dal 1° marzo 2008 un servizio di monitoraggio bandi raccoglie le segnalazioni su storture o anomalie nelle procedure di selezione, nella valutazione e aggiudicazione. Dalla stessa data, inoltre, è in corso la ridefinizione di criteri comportamentali e della relativa applicazione delle procedure dello statuto associativo, a tutela di una corretta concorrenza tra gli associati e della giusta remunerazione.

Per tutto il sistema, inoltre, il Comitato ha messo a punto una Proposta di regolamentazione specifica per le gare d'appalto relative a servizi di comunicazione, concentrata su alcuni punti precisi: termini di impostazione del bando, criteri di ammissione, procedure di selezione, i criteri di valutazione, i termini di aggiudicazione

Ecco nel dettaglio i dieci punti, elencati da Gianna Terzani, contenuti nella proposta:
1) Esatta definizione dell'oggetto della prestazione richiesta, suddiviso nei suoi aspetti (specificare se attività creativa o acquisto media distinguendo i due aspetti).
2) Distinzione tra fatturato d'agenzia e amministrato, e conseguente congrua definizione della soglia minima di fatturato, come pure della fidejussione.
3) Esperienza pregressa non ristretta alla sola P.A.
4) Composizione della commissione giudicatrice.
5) Procedura sempre ristretta.
6) Dialogo competitivo ovvero audizione obbligatoria dei partecipanti selezionati per illustrare l'offerta tecnica.
7) Quesiti scritti e risposta almeno entro 15 gg prima della scadenza del termine per la presentazione delle offerte.
8) Seguire sempre il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa e mai il solo prezzo.
9) Criteri di valutazione del prezzo.
10) Tempi di svolgimento coerenti con quanto richiesto.
La necessità di una precisa regolamentazione si rafforza ulteriormente di fronte alla mancanza, nel nostro Paese, di una normativa specifica in tema di gare pubbliche e della difficoltà ad ottenere riscontri diretti dalla P.A. in merito ai criteri di assegnazione degli incarichi di comunicazione a seguito di gare pubbliche.

Non molto diversa, per certi versi, la situazione in altri Paesi: "In Europa – ha sottolineato la Terzani – sappiamo che un'associazione spagnola simile ad AssoComunicazione si sta muovendo nella nostra stessa direzione. In Francia, invece, esiste già un regolamento specifico sugli appalti in materia di prestazioni intellettuali. Non abbiamo riscontri simili in altri Paesi".

"L'obiettivo ambizioso di pretendere l'attenzione e l'azione delle istituzioni politiche verso una regolamentazione specifica pertinente – ha commentato Gianna Terzani - muove da tre considerazioni: la nostra consulenza, ormai equiparata a mera fornitura, non può più sottostare alle logiche miopi di chi premiando il ribasso vorrebbe qualità; la cultura di comunicazione e la cultura delle regole non possono prescindere l'una dall'altra; un sistema improntato sul rispetto, sulla chiarezza e sulla competenza è un sistema efficiente, che genera risultati e quindi utilità per tutti. La proposta è pronta: stiamo individuando chi sarà o chi saranno i nostri portavoce, come pure su quali tavoli dovrà spostarsi la discussione ed eventualmente con quali alleanze.

Sulla stessa linea Fidelio Perchinelli, che ha dichiarato. "Spesso Ministeri ed Enti Pubblici mostrano scarsa disponibilità a ricevere un coordinamento dal Die e lo stesso dipartimento per l'editoria e l'informazione non si è mai effettivamente attivato in modo deciso in merito. Siamo favorevoli a identificare un interlocutore preciso con cui confrontarci su questa importante questione".

Si auspica la creazione, anche in Italia, di un Central Office of Information, che, in Uk, rappresenta il centro di eccellenza per la comunicazione degli enti governativi.