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Deloitte Digital e Google Italia: insieme per un data driven marketing sempre più efficace e GDPR compliant

Si è svolto ieri a Milano, presso la Deloitte Greenhouse, l'incontro 'Dal dato alle persone: il rispetto della privacy e del GDPR nel data-driven marketing', il primo evento di Deloitte Digital con la partecipazione di Google in Italia sul tema Privacy e GDPR nel Media Advertising. Al centro del dibattito, il modo in cui la nuova regolamentazione europea sta impattando sulla catena del digital marketing.

Per approfondire come utilizzare al meglio il potenziale dei dati in ambito digital marketing e media campaign restando conformi al GDPR, Deloitte Digital ha organizzato insieme a Google Italia un incontro per analizzare gli impatti sul business, evidenziare le tendenze, generare spunti per affrontare la nuova regolamentazione e continuare a massimizzare i benefici del Data-Driven Marketing.

“I dati sono al centro di ogni processo di marketing, esattamente all’intersezione fra budget,
creatività e media
– ha esordito Elisa Andreatta, Digital Marketing Manager di Deloitte Digital –: lo ha capito il 63% dei brand che hanno incrementato i loro budget destinati al data mining e all’online advertising. L’88% dei marketer utilizza dati di terza parte per migliorare la comprensione dei propri consumatori e personalizzare i messaggi a loro rivolti. E chi lo ha fatto, ha ottenuto un ROAS (RetUrn On Advertising Spend) dalle 5 alle 8 volte superiore”.

Andreatta ha citato diversi casi: Del Monte Foods, che lo scorso anno ha registrato un incremento del +225% delle transazioni direttamente collegate alle impression delle sue campagne digitali: Peugeot, che grazie a un’esperienza di customer journey personalizzata e senza soluzione di continuità attraverso molteplici touchpoint digitali, ha migliorato del +101% la qualità dei lead; e Ikea, che attraverso una piattaforma che permetteva al cliente di personalizzare il proprio percorso ha migliorato del +68% il ROAS e aumentato le visite ai suoi store del +232%.

Oggi, ha aggiunto Andreatta, il vero problema per gli advertiser è quello di trasferire il pensiero ‘alto’, la strategia, in azioni concrete e data driven marketing lungo tutto il marketing funnel, dalla fase di attraction a quella di engagement, fino alla conversion, alla loyalty, alla retention e in ultima istanza al ‘win back’ dei consumatori perduti: “In questo senso la tecnologia gioca un ruolo fondamentale – spiega la manager –: per semplificare i processi, customizzare le soluzioni, ottimizzare la creatività e tradurre in tempo reale i dati in insight significativi. Ma tutto questo va fatto in modo da soddisfare le regole fissate dal GDPR in collaborazione con i reparti IT e legali di ogni azienda”.

Secondo i dati di Deloitte, l’impatto della regolamentazione fino a questo momento è considerato assolutamente positivo dal 56% delle aziende, che nel corso del 2018 hanno registrato un +74% nel tasso di apertura delle mail e del -41% in quello di opt-out, il +75% di click-through rate e il - 55% nelle proteste per spam. Il merito? La maggior trasparenza e, di conseguenza, la maggior fiducia ottenuta da parte dei consumatori.


Proprio dalla maggior consapevolezza del consumatore è partito l’intervento di Nicola Roviaro, Head of Data Privacy di Google Italia: “Più trasparenza, più scelta e maggior controllo – ha esordito – si sono tradotte nel +30% di accessi al proprio ‘pannello di controllo’ da parte degli utenti registrati ai servizi di Google”. Ma la velocità a cui sta cambiando l’industria vuol dire che non si può stare fermi: “La nuova regolamentazione – il GDPR, la direttiva sull’e-Privacy e non solo – hanno un evidente impatto su come i dati possono essere raccolti, gestiti e utilizzati. Browser come Safari e Firefox hanno scelto di ‘bloccare’ il tracking dei cookies in partenza, mentre con Chrome abbiamo preferito lasciare all’utente più controlli a sua disposizione. Ma la strada verso la diminuzione dei cookies è abbastanza chiara e anche questo cambierà le regole del gioco, rendendo più difficile la personalizzazione della pubblicità, così come ‘nascondendo’ la reale dimensione delle conversioni e mettendo sotto pressione la misurazione delle attività online. Al tempo stesso rappresenta un’opportunità per intavolare un dialogo ancora più aperto e trasparente con le persone guadagnandone la fiducia”.

Anche in questo caso, la tecnologia risulta il fattore chiave: “Attraverso la modellizzazione e il machine learning saremo infatti in grado di salvaguardare le performance dell’online adv pur avendo a disposizione meno dati – ha sottolineato Roviaro –. Google continuerà in ogni caso a investire per mantenere in equilibrio l’attuale ecosistema dell’advertising basato sui cookie: trasparenza e fiducia rendono la Google Marketing Platform uno strumento capace di dare agli utenti il pieno controllo, ma incieme di garantire agli advertiser e alle loro agenzie un marketing sempre e comunque efficace, e ai publisher un’altrettanto efficace opportunità di monetizzazione”.

Per prepararsi al futuro, ha concluso Roviaro, è necessario pensare al futuro in ottica ‘privacy-first’: “Serve trasparenza assoluta nella raccolta dei dati, raccogliendo un consenso pieno e informato sull’uso dei cookies e degli altri strumenti di identificazione. Occorre inoltre essere lungimiranti nella condivisione e nell’uso dei dati stessi, così come sulla misurazione dei comportamenti dei navigatori. Servono poi risorse e capacità di innovazione nei modi in cui si intende raggiungere le proprie audience, sia utilizzando i dati di prima parte quando gli utenti hanno fornito il consenso ad adoperarli, sia, in assenza di segnali disponibili, attraverso tool di automation capaci di analizzare il contesto e creare modelli utilizzabili per il targeting, il planning, il frequency capping e così via.
Infine, è necessario lavorare in un ambiente totalmente privacy-safe e a prova di futuro come il cloud: la miglior soluzione possibile per unire diverse fonti di dati, come quelli provenienti dal CRM aziendale e quelli di terze parti o derivati dall’adv online”.


Nell’ultimo speech del convegno, Tommaso Stranieri (nella foto), DCM Privacy & Confidentiality Officer Deloitte, si è focalizzato su tutti i passaggi più critici che sono sorti nell’ambito della raccolta e della gestione dei dati in seguito all’entrata in vigore della GDPR regulation lungo tutto il ciclo di vita del cliente: dal momento della data collection (su quali basi legali è possibile avviarla, come minimizzarne la raccolta, fino alla gestione dei consensi), al data management (Big Data, profiling, visione a 360 gradi del data flow, diritti dei soggetti i cui dati sono stati raccolti), fino alla non meno importante data deletion (per quanto tempo possono essere conservati, quando vanno resi anonimi, fino alla loro vera e propria cancellazione).

TR