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9° Forum WPP-Ambrosetti. La comunicazione volano per dare valore al Made in Italy e rilanciare l'immagine del Paese. Il modello di Conad, Mutti, Cantine Ferrari e Vittoria. Maggini: "Invitiamo a uno sprint di orgoglio italiano"
Nel difficile momento storico nel quale il Paese, società e il mercato sono pesantemente impattati a livello psicologico ed economico dal coronavirus, cresce la responsabilità sociale della comunicazione per il rilancio dell'Italia, la valorizzazione della sua immagine e del Made in Italy, all'interno e soprattutto all'estero, sui mercati internazionali, per favorire l'afflusso di grandi investitori.
Questo il messaggio emerso dalla nona edizione del Forum WPP Italia / The European House – Ambrosetti , svoltosi lo scorso 6 novembre in versione digitale,
In un 2020 segnato dall’emergenza Coronavirus, l’Italia ha dimostrato di fronte alla prima ondata della pandemia di saper gestire la crisi con efficacia, definendosi a livello europeo una delle best practice più adeguate al contenimento della curva dei contagi. Nonostante questo, l’immagine del nostro Paese è stata troppo spesso penalizzata all’interno dei discorsi pubblici, nazionali e internazionali. Ecco perché la è un elemento fondamentale per favorire lo sviluppo sociale ed economico dell’Italia ed è su questo che il 9° Forum WPP/The European House – Ambrosetti si è voluto concentrare.
A riguardo, è arrivato chiaro e deciso l'invito del country manager del gruppo, Simona Maggini (al centro nella foto), all'industry della comunicazione, a uno sprint di orgolio italiano perchè "il nostro è il Paese dell'espressione e della creatività".
Dopo la testimonianza di importanti multinazionali grazie agli interventi di Maximo Ibarra, Amministratore Delegato SKY Italia; Monica Poggio, Amministratore Delegato Bayer Italia; Marco Travaglia, Amministratore Delegato Nestlé Italia; Massimiliano Di Silvestre, President and CEO BMW Italia (leggi news), hanno preso la parola i manageri di importanti aziende italiane, come Conad, Mutti, Cantine Ferrari e Vittoria, esempi di imprenditorialità e innovazione, che hanno evidenziato il gap tra la potenzialità del sistema-paese e il valore del Made in Italy e quanto viene percepito, soprattutto all'estero. In un momento in cui l’Italia ha l’opportunità di “delineare un nuovo futuro”, si ritiene che debba essere portata avanti anche una profonda riflessione sul vero capitale reputazionale del Paese, cestinando le “narrazioni” sbagliate.
La priorità strategica per il Paese, evidenziata dalle aziende intervenute, è quella di tutelare e potenziare il valore del “Brand Italia”, sia internamente che esternamente, per attrarre investimenti: ricostruirne le caratteristiche distintive comunicandole in modo chiaro, deciso e coinvolgente.
Occorre inoltre andare oltre i tanti stereotipi, per far sì che non manchino delle risposte ad alcune incertezze di fondo, sollevate ben prima della crisi Covid-19, come attrattività sostenibile, sostegno all’internazionalizzazione del Made in Italy, rilancio del Sud Italia e della domanda interna connessa. Per questo serve tuttavia l'impegno del Governo e l'efficacia di misure ad hoc.
Pugliese (CONAD): la comunicazione lo specchio di un'impesa cooperativa italiana sostenibile
Conad, come evidenziato dall'AD Francesco Pugliese (a destra nella foto in alto), ha puntato, in comunicazione, sulla valorizzazione della propria identità di impresa cooperativa italiana di 2500 piccoli imprenditori, della cura e dell'attenzione alla sostenibilità dei territori nei quali è presente che soprattutto nei momenti più critici dell'esperienza sanitaria ha rifornito puntualmente di prodotti e supportato con servizi ad hoc. Mostrando all'impenditoria italiana che 'piccolo può essere bello se ci si comporta da grandi sul mercato". Per farlo, ha scelto di 'mettere insieme i punti di forza delle cooperative mantenendo l'unicità dell'impresa" per recuperare competitività, mantenendo viva nella propria offerta l'eccellenza della produzione italiana, ad esempio con la linea Sapori e Dintorni, che copre la quasi totalitàù di DOP e IPG . Questi gli asset che l'insegna ha deciso di mettere al centro della propria comunicazione, concentrata soprattutto in tv e sul digitale, ma presente anche su tutti gli altri mezzi e resa più efficace da una strategia fondata sui dati, raccolti online, sui social e con le fidelity card, per parlare nel modo più adeguato ai 9,8 milioni di famiglie che ogni settimana fanno la spesa nei negozi Conad. La comunicazione rientra nel piano di investimenti di 1,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni stanziato dall'insegna anche dopo l'acquisizione di Auchan, per "l'ammodernamento della rete, dei punti vendita, la gestione dei dati per conoscere al meglio i consumatori e rivolgere loro i messaggi più efficaci, la messa a punto dell'ecommerce che non sia solo una piattaforma di vendita ma un'offerta di servizi personalizzati e un luogo di experience e comunicazione, con la tecnologia a servizio dei consumatori, perchè, come recita il payoff delle campagne pubblicitarie 'Conad, persone oltre le cose'.
Mutti: dal Governo una politica per valorizzare il Made in Italy
Francesco Mutti (foto sopra), AD dell'azienda e presidente di Centromarca, ha posto l'accento sul futuro della filiera agroalimentare nella percezione del nostro Paese e sullo sviluppo del Made in Italy.
Partendo dal fatto che l'Italia, nonostante le sue eccellenze agroalimentari, non sia al primo posto in Europa per esportazioni, ma terza o quarta, con la Germania in vetta. Il problema sono le dimensioni delle imprese italiane: su 55 mila aziende solo 49 hanno fatturati superiori ai 350 milioni di euro e solo lo 0,1% delle aziende italiane effettua più del 52% delle esportazioni del nostro Paese. Molte sono realtà di piccole dimensioni, con meno di nove dipendenti, che con difficoltà possono approcciare il mercato itailano, investire in ricerca e sviluppo, innovazione, comunicazione e la loro produzione di qualità rischia di venire acquistata all'estero a prezzi poco competitivi vista l'ampia offerta. disponibile. L'eccessiva frammentazione è l’anomalia italiana, per questo, ha dichiarato il manager, è necessario un Governo 'dalla schiena dritta' che faccia politiche che metta le imprese italiane dell'agroalimentare nelle condizioni di competere si mercati internazioanli con le proprie eccellenze.
Camilla Lunelli (Cantine Ferrari): L'Italia, Paese di una tradizione d'eccellenza che si mescola all'innovazione. Ma serve uno sforzo per raccontarlo internamente e all'estero
Uno studio del 2016 indica che se il Made in Italy fosse un brand sarebbe il terzo al mondo ha affermato Camilla Lunelli (a sinistra nella foto in alto), Responsabile della Comunicazione e dei Rapporti Esterni Cantine Ferrari, ma la percezione del valore dei prodotti artigianali italiani al nostro interno, e ancora meno all'esterno, non rispecchia appieno la verità. E' fondamentale diffondere la consapevolezza interna ed esterna delle punte eccellenti del nostro Paese come la moda, il design, la cucina, e la capacità del Paese di rinnovarsi e investire in grandi eventi come il Salone del Mobile, l'Expo, Matera capitale della cultura.Per questo, ha sottolineato la manager, bisogna intervenire con politiche e scelte di comunicazione che favoriscano la consapevolezza, da parte degli italiani, delle proprie eccellenze, così come con attività mirate di valorizzazione dei prodotti artigianali tricolore all'estero. Il sistema produttivo italiano fatto di tante aziende artigianali che si distinguono per un'offerta di qualità è uno dei punti forti del Paese più condivisi, ma serve un ricambio generazionale nelle PMI della penisola e questo chiama in causa la necessità di una formazione adeguata per figure manageriali che sappiano gestire le realtà artigianali del Paese portandole in una nuova dimensione globale del mercato.
Rudie Campagne (Vittoria): 'Innovare per pensare l’impensabile e per poter arrivare all’impossibile. L'unica costante è il cambiamento'.
Vittoria, azienda produttrice di pneumatici da corsa per il cicliso, è un modello esemplare di impresa che è cresciuta scommettendo sull'innovazione e che ha saputo aprirsi con politiche di joint venture, investimenti e alleanze strategiche e che, grazie all'intuizione che l'ha portata a utilizzare il grafene nella filiera produttiva, è diventata tra le principali realtà del settore per fatturato, cresciuto dai 5 milioni della fine degli anni '80 agli attuali 70 e il giro d'affari è raddoppiato anche nel periodo del lockdown. Questa la ricetta, riassunta dal suo fondatore, Rudie Campagne: "Innovare per pensare l’impensabile e per poter arrivare all’impossibile. L'unica costante è il cambiamento".