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MFE e il rilancio del broadcasting europeo nell’era digitale

Il vicepresidente esecutivo e amministratore delegato del Gruppo Mediaset, ha illustrato i successi dell'azienda che con il 37,3% e più di 10 punti di distacco dal secondo, è il gruppo televisivo europeo che fa più share nel proprio mercato di riferimento. Ed è anche la company che produce di più in Europa con oltre 12mila ore di prodotto. MFE genera anche la quota più alta di contatti pubblicitari in Europa.

"Il settore media europeo attraversa una fase di forte turbolenza, determinata da tensioni geopolitiche, dall’introduzione di dazi penalizzanti e da una crescente pressione competitiva esercitata dalle piattaforme globali di streaming. Tali dinamiche pongono un rischio significativo per la sostenibilità economica dei player europei, in particolare per quelli che basano il proprio modello di business su ricavi pubblicitari e sulla fiducia nel mercato". Così Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente esecutivo e amministratore delegato del Gruppo Mediaset, introduce il suo discorso sul posizionamento e la strategia del Biscione in occasione della presentazione dei Palinsesti 2025/2026

In questo contesto, MFE adotta un approccio proattivo, puntando su innovazione, solidità finanziaria e leadership industriale. Il gruppo si conferma primo broadcaster europeo per audience share, con un gap competitivo marcato in Italia, e un rafforzamento della posizione anche in Spagna. Sul fronte produttivo, Mediaset è il gruppo con il più alto volume di contenuti autoprodotti in Europa (oltre 12.000 ore/anno) e detiene la quota maggiore di contatti pubblicitari (GRP), pari al 21% nei principali cinque mercati europei, raggiungendo il 28% considerando anche le attività indirette.

La struttura multi e cross-mediale del gruppo, unica nel panorama europeo, consente di raggiungere una copertura settimanale di 95 milioni di contatti in Italia, evidenziando un vantaggio competitivo in termini di reach e impatto commerciale rispetto ai principali player digitali (es. YouTube).

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Dal punto di vista economico-finanziario, i risultati 2022–2024 evidenziano una crescita dei ricavi del +5,3%, un incremento del risultato operativo del +27% e un utile netto 2024 di €266,5 milioni (+22,7%). Il debito è stato ridotto del 20%, portando il leverage a livelli minimi. Gli analisti riconoscono l’elevata capacità di generazione di cassa, con oltre €1 miliardo di dividendi distribuiti negli ultimi 5 anni, mantenendo al contempo ampi margini per nuovi investimenti.

Sul piano HR, MFE registra un incremento occupazionale del +7,1% negli ultimi tre anni, in netta controtendenza rispetto al mercato (-20.000 posti nel settore media nello stesso periodo). Sono state effettuate 337 nuove assunzioni solo nell’ultimo anno. Il programma giovani, già avviato con riscontri positivi, rappresenta un asset strategico in termini di ricambio generazionale e valorizzazione del capitale umano, sebbene necessiti di una strutturazione operativa più solida.

L’azienda è impegnata in un progetto industriale paneuropeo volto a creare sinergie operative e tecnologiche, favorendo la scalabilità delle infrastrutture e la competitività nel mercato pubblicitario continentale. L’obiettivo è evitare una frammentazione inefficiente e costruire una piattaforma integrata capace di competere con i giganti del digitale. Tuttavia, la presenza di due OPA in corso introduce complessità gestionali e operative, richiedendo una governance riservata e una pianificazione strategica accurata per evitare stalli o disallineamenti nei tempi e negli obiettivi.

In sintesi, MFE si posiziona come un attore solido e in crescita, con una strategia chiara orientata a leadership industriale, integrazione europea e valorizzazione del capitale umano. Rimangono tuttavia aperte criticità su tre assi strategici: gestione delle OPA, mitigazione del rischio dazi, e definizione operativa del programma giovani.