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OMD e Klaus Davi: nel 2006 vince la Rai. Bene anche La7 e Sky
Il 2006 è stato l'anno del consumatore reattivo, ricettivo delle nuove tendenze, sensibile alle oscillazioni dei gusti e delle tendenze. Un pubblico che diventa giudice della qualità dei prodotti.
E così, nonostante sia stato l'anno dei Mondiali di calcio vinti in Germania, non è stato altrettanto matematico che le trasmissioni tv ne abbiano beneficiato (si veda il calo della categoria sport sulle reti Mediaset). Anche le fiction, per la prima volta, registrano una situazione di assestamento. Bene invece l'informazione, soprattutto il Tg1, diretto da Clemente Mimun e poi da Gianni Riotta, e l'intrattenimento.
Il 2006 è stato anche l'anno della grande integrazione. Integrazione tra canali tradizionali, digitale terrestre e la tv satellitare. In particolare è quest'ultima a crescere, secondo il recente monitoraggio di Eurisko/Audistar, con un'incremento del mercato pay satellitare dell'8% e una penetrazione del 22%. In altre parole, per citare il suo numero uno italiano, Tom Mockridge, 4 milioni di abbonati per Sky Italia equivalgono a 12 milioni di telespettatori. Un numero importante che insidia i canali terrestri tradizionali che comunque continuano a detenere il grosso dell'ascolto: i 7 network raggruppano mediamente 10.457.493 spettatori al minuto, mentre le satellitari 806.706. Anche se, mentre canali sul satellite registrano una variazione di ascolto pari al 24,24 %, le 7 maggiori reti ottengono un incremento dello 0,76 %.
Insomma, quest'anno, i telespettatori hanno finito per premiare la tv di qualità preferendo divertirsi come detto con programmi d'intrattenimento intelligenti e/o ironici (da Le Invasioni Barbariche alla rivelazione dell'anno, La Pupa e il Secchione). E' questa, in sostanza, la fotografia di un anno di tv che si è appena concluso, secondo l' elaborazione dei dati Auditel (dal 1 gennaio al 16 dicembre 2006) effettuato dal centro media OMD in collaborazione con Klaus Davi .
«Il 2006 è stato un anno positivo per la televisione - ha dichiarato Isabella Rota (nella foto), ceo di Omnicom Mediagroup Italia -. I dati di ascolto confermano che gli spettatori premiano quella tv concepita e creata tenendo in grande considerazione soprattutto la qualità dei programmi".
«In un mercato all'interno del quale si riscontra una forte crescita di offerta televisiva con l'arrivo di tanti nuovi canali satellitari sono convinto, e i dati lo confermano, che il pubblico italiano chieda programmi originali e di qualità - ha aggiunto Valter La Tona, presidente del Gruppo Sitcom (editore dei canali Alice, Leonardo, Marcopolo e Nuvolari sulla piattaforma Sky - nei quali riconoscersi in termini di contenuti e identificarsi, all'interno di un panorama televisivo tanto vasto quanto lontano 'culturalmente»'.
Complessivamente, è stata una buona stagione per le tre reti Rai, grazie al traino dei Mondiali di Calcio che hanno riportato la nostra nazionale sul tetto del mondo e a un intrattenimento vincente e variegato (da Domenica In a L'Isola dei Famosi ) ma più sobrio e informato, senza dimenticare le performance positive dei TG.
Un 2006 invece in salita per Mediaset, che accusa defaillance nei suoi tre settori di punta, ovvero l'intrattenimento, lo spettacolo e lo sport, nonostante la detenzione dei diritti del campionato di calcio.
Tempo stabile e sereno sul versante La7, che consolida il proprio zoccolo duro di telespettatori, strizzando un po' più l'occhio al pubblico femminile.
Nel dettaglio, Rai 1 si conferma leader assoluta con il 23,18% di share (2.633.667 spettatori nel minuto medio di una giornata di 19 ore, dalle 7 di mattina alle 2 di notte). Rete amata dalle donne (25,28% di share, raggiungendo 1.544.164 spettatrici), quest'anno registra una variazione in positivo dell'ascolto nella popolazione maschile, con un aumento dell'1,98%, (complici naturalmente i Mondiali di calcio) e uno share del 22,24% (983.046 spettatori in un minuto medio). La rete ammiraglia Rai arranca sempre nel target bambini (4-14 anni) con il 12,76% di share (106.457) in calo percentuale audience dello 1,68 %, terza rispetto a Italia 1 (26,14% di share) e a Canale 5 (18,58% di share).
Canale 5 invece si ferma al 21,00% di share (2.386.265 spettatori, con uno scarto negativo del 4,03%). Perde ascolti, in particolare, tra le file del suo target principale, quello femminile: 23,60% di share e un calo percentuale del 4,44% .
Rai 2 si conferma la terza rete, con l'11,35% di share e 1.289.880 spettatori al minuto, grazie a reality e serial esteri (dall'Isola dei Famosi a Desperate Housewives), tallonata da Italia 1 che ottiene uno share pari all'11,08% e 1.259.316 ascoltatori, prima assoluta nel target dei più piccoli (4-14 anni) con il 26,14% di share (sebbene lo scorso anno fosse del 27,10%).
Rai 3 in crescita, con una variazione percentuale positiva del 2,14, con il 9,37% di share pari a 1.064.986 spettatori, in particolare grazie al target maschile che sale del 2,59% (10.68% di share), distanziando Rete 4 di oltre un punto di share. La rete guidata da Giancarlo Scheri scende all'8,19% di share rispetto all'8.60% dello scorso anno, con una variazione particolarmente negativa nel target maschile: -7,69%.
Ottima annata per La7 che supera la soglia di share del 3 per cento (3,02%) con 343.038 spettatori. Rete sinora più maschile, nel 2006 è riuscita ad intercettare il favore anche del pubblico femminile (grazie a programmi come Le Invasioni Barbariche) che registra una variazione percentuale di ascolto di +13,11 (2,91% di share).
Anche nel riassestamento di orario fortemente voluto da Rai e Mediaset, il prime time conferma sempre di più la primazia di Rai 1: 24,19% di share pari a 5.793.971 spettatori al minuto rispetto al 21,45% di share di Canale 5 e i suoi 5.137.980 ascoltatori. Oltre alla rete ammiraglia Rai, solo Rai 3 e La7 chiudono positivamente il loro prime time: 10,36% di share (rispetto al 10 netto dello scorso anno) per la rete guidata da Paolo Ruffini e 2,65% di share per il canale di Telecom Italia Media (contro il 2,30% dello scorso anno).
Passando all'informazione giornalistica, salta subito all'occhio un dato: la nomina di Antonello Piroso a direttore della redazione giornalistica de La7 ha sortito grandi risultati. Il telegiornale della sera ottiene una variazione di ascolto positiva di 39,22 punti percentuali, con l'1,88% di share e 394.420 spettatori al minuto e quello delle 12.30 del 31,82% (share: 2,58% e 320.708 di audience media) . La rete di Telecom Italia Media ottiene globalmente nella categoria dedicata un incremento di variazione di ascolto tra il 2006 e il 2005 del 33,3% grazie anche ai sempre alti seguiti di programmi come 8 1/2 e l'Infedele.
Bene anche l'informazione di Rai 3: variazione del +6,2% tra le varie edizioni dei tg e programmi che tengono alto il profilo del servizio pubblico come Report, Mi Manda Rai 3 e Chi l'ha Visto. Cresce la percentuale di ascolto dell'edizione delle 12.00 del TG3 (7,01% con 1.275.402 spettatori). Il telegiornale diretto da Antonio Di Bella si conferma il terzo nazionale: l'edizione serale si attesta al 15,48% di share e 2.300.862 spettatori in un minuto. Un 2006 al galoppo per il Tg1 diretto da Clemente Mimun e poi da Gianni Riotta che aumenta il distacco rispetto al TG5 nelle due maggiori edizioni: 31,46% e 6.679.528 ascoltatori al minuto rispetto al 26,59% del TG5 delle 20.00 e i suoi 5.709.519 ascoltatori. La maggiore edizione diurna del tg della rete ammiraglia Rai supera la soglia del 30% di share (30,28%) corrispondente a 4.986.922 spettatori al minutorispetto al 23,89% di share del giornale diretto da Carlo Rossella , pari a 3.707.432 ascoltatori.
Da sottolineare, all'interno della categoria informazione, l'incremento positivo della variazione di ascolto nel pubblico maschile, trasversale tra le varie reti, in particolare a favore del Tg2 (+11,45% nell'edizione delle 20,30). L'edizione serale, inoltre, registra un forte incremento percentuale: +10,07%, raggiungendo l'11,38% di share e 2.669.397 spettatori. Grande seguito di giovanissimi per Studio Aperto e il suo ritmo incalzante, seguito da uno share pari al 22,83% per l'edizione delle 12.25 e del 19,45% per quella delle 18.30 (fascia 4-14 anni). Staffetta di ascolti tra Tg2 e Studio Aperto: il tg diretto da Mauro Mazza vince nell'edizione diurna (21,45% di share rispetto al 19,63% di share ottenuto da Mario Giordano ), ma viene scavalcato dal diretto rivale in quella serale (in due fasce orarie molto diverse tra loro, quella rispettivamente delle 20.30 e delle 18.30) con l'11,38% di share vs il 12,76%. In calo il TG4 di Emilio Fede, in particolare nell'edizione serale che registra uno scarto negativo di percentuale di ascolti pari al 5,63, con il 7,42% di share e 1.120.767 spettatori al minuto.
Per quanto riguarda i programmi d'intrattenimento, Rai 1 registra una crescita percentuale di ascolti dell'8,8% (a trainare in particolare, le donne: variazione d'ascolto pari a +10,8%), tra i vari Domenica In, Affari Tuoi, l'Eredità, Festa Italiana. Italia 1 registra una variazione percentuale positiva del 12,2%, grazie a programmi come Camera Café, le Iene e il reality show rivelazione dell'anno La Pupa e il Secchione, mentre Rai 2 accusa uno scarto percentuale negativo del 19,8%, probabilmente a causa di una scarsa innovazione del palinsesto 'reality', come L'Isola dei Famosi e Music Farm, programmi sempre e comunque campioni di ascolti.
La parte del leone spetta a La7, con una variazione percentuale di ascolti in positivo pari al 28,8%. E' nella categoria dell'intrattenimento che si concentrano le punte di diamante della rete: Invasioni Barbariche, Markette, Crozza Italia. In crescita anche l'intrattenimento di Rai 3 (la variazione è del+2,6%) con programmi di qualità amati dalle più ampie fasce di pubblico, come Che tempo che Fa.
Grande annata anche sul versante sportivo. Rai 1 porta a casa uno scarto percentuale di ascolto del +28,2% (in particolare tra i bambini: +49,2%) grazie agli ascolti stellari dei Mondiali di Germania e della Formula Uno. Bene anche Rai2, con l'intrattenimento di Quelli che il Calcio (variazione di ascolto del +6,8) e il commento post partite di coppa di Martedì Champions. Non decolla invece lo sport di Canale 5 (lo scarto di ascolto è del -15%), né quello di Italia 1 (-12,1%) nonostante programmi di punta quali Guida al Campionato, Controcampo e le dirette del Moto Gp.
Non traggono beneficio dall'ondata antitrash nemmeno i programmi prettamente culturali. Sommando le performance dei programmi di approfondimemto, si nota che Rai 3, ad esempio, registra una variazione negativa degli ascolti pari all'8,4% nonostante l'alto seguito di programmi di punta quali Geo&Geo e la Storia siamo Noi. In discesa anche la divulgazione medico-scientifica di Rete 4 (Pianeta Mare, Vivere Meglio per citare due esempi): la variazione è del -4,9%.
Un anno di transizione inoltre anche per le fiction: Rai 1 registra un calo percentuale del 12,1, pur raccogliendo audience stellari (1.532.313 spettatori al minuto nella categoria dedicata), con una programmazione di grande successo: da Capri a Don Matteo, passando per Il Commissario Montalbano e retrospettive storiche dedicati a grandi personaggi della nostra storia contemporanea, quali Gino Bartali e Giovanni Falcone. Stesso discorso per Canale 5 che accusa uno scarto di ascolto pari al 13,2, nonostante il grande seguito di sceneggiati a puntate come Distretto di Polizia. Cresce invece Rai 3 (variazione +8,0%), premiante lo zoccolo duro di aficionados della soap Un Posto al Sole.
Una curiosità, infine: Rai 1 registra un aumento nella variazione di ascolto del 27,5% nella categoria generi di servizio dove rientrano gli speciali dedicati alle elezioni di aprile.