Off the records

Gara Honda Motor, le agenzie Wpp non partecipano. Costa (Assocom): un altro caso di ‘mala educaciòn’

Sei le sigle invitate a una gara europea per la produzione di un film per il lancio di un nuovo scooter. Su un budget di 250 mila euro, marginalità minima per l’agenzia vincitrice. Da qui la decisione di 1861 United, JWT e Y&R Roma di ritirarsi. Dopo Autogrill un altro caso  riaccende il dibattito sulla ‘mala educaciòn’ di alcuni clienti, come la definisce il country manager della holding inglese e presidente dell’associazione delle imprese di comunicazione.
Remunerazioni sempre più all’osso e aziende sempre più aggressive in materia di remunerazione. Dopo il caso Autogrill (leggi news), che ha avviato  una gara per la campagna stampa della nuova area di servizio Villoresi Est a Lainate stanziando un compenso di 10mila euro per la vincitrice e nessun rimborso spese per le partecipanti (leggi news), si registra un altro inquietante esempio che la dice lunga sul valore che alcune aziende assegnano al lavoro delle agenzie di comunicazione.
Honda Motor Europe avrebbe chiesto a ben sei agenzie di partecipare a una gara per ideare una campagna per il lancio di un nuovo scooter a livello europeo. Secondo quanto risulta ad ADVexpress le agenzie invitate a partecipare sarebbero le seguenti: 1861 United, Armando Testa, McCann, Young & Rubicam Roma, Jwt e la blasonatissima Mcgarrybowen (appartenente al Gruppo Dentsu). L'agenzia guidata da Jane Reeve e quella di cui Pino Rozzi e Roberto Battaglia sono, rispettivamente, Ad e Presidente e Direttore Creativo Esecutivo, già in passato hanno lavorato per Honda Motor.

La gara è indetta dal marketing di Honda Motor Europe, di cui Teresa Rizza è responsabile marketing. La gara si tiene in Italia e coinvolge sigle prevalentemente italiane perché il nostro insieme alla Spagna, è uno dei paesi più importanti per il brand motociclistico.

Il brief sarebbe stato presentato lunedì scorso. Con un budget a disposizione di 250 mila euro l’agenzia incaricata dovrebbe occuparsi dell’ideazione e produzione del filmato di lancio di un nuovo scooter a livello europeo. Inoltre, l’agenzia vincitrice dovrebbe adattare lo spot in diverse lingue acquisendo i diritti relativi ai vari paesi europei. Lo spot, previsto in un formato da 60 e 90 secondi, avrebbe una veicolazione esclusivamente sul web (principalmente YouTube) e in eventi. Alla fine, tra adattamenti, materiali e diritti per il mercato europeo il margine stimato per l’agenzia vincitrice si aggirerebbe intorno a una somma compresa tra i 30 e i 50 mila euro.
Se, come da studi pubblicati da ADVexpress (vedi news Protagora) i costi di partecipazione a una gara possono oscillare da 40 a 140 mila euro, ecco che il margine per tenere in piedi non solo un’agenzia, ma qualunque azienda, è bello che bruciato (se moltiplichiamo la spesa sostenuta da ogni singola per partecipare alla gara si va, addirittura ben oltre la cifra stanziata).
Per questo motivo diverse agenzie avrebbero deciso di non partecipare alla gara. Tra queste si annoverano le sigle del Gruppo Wpp (1861 United, che si era già ritirata dalla gara su Autogrill, JWT e Y&R Roma) ritiratesi anche per ordine di scuderia dettato dal Gruppo guidato in Italia dal country manager Massimo Costa (nella foto). In merito alle altre sigle da noi contattate non abbiamo ancora avuto alcuna comunicazione in merito. Come pure, non ci è stato possibile raggiungere telefonicamente Teresa Rizza.

Interpellato da ADVexpress, il country manager di Wpp e presidente di Assocom interviene così sulla questione: “ Spiace molto vedere che la comunicazione, asset strategico per la creazione della brand equity, viene considerata come una commodity di ultimo livello. In questo caso, come nel precedente di Autogrill, parliamo di fee semplicemente offensivi, che testimoniano la completa disconoscenza del valore aggiunto che la comunicazione può dare a una marca”. Anche in questo caso l’Italia si distingue rispetto al contesto internazionale, e Massimo Costa cita un noto film di Almodòvar. “Questo modo di intendere la comunicazione è una prassi tipicamente italiana, è una ‘mala educaciòn’, un andazzo con il quale, a quanto pare, dobbiamo convivere”.

La soluzione del problema non può che essere responsabilità dei singoli poiché, come noto, il quadro normativo non consente margini di manovra per fare fronte comune. “Come Wpp possiamo dire la nostra e fare le nostre scelte, come quella di non partecipare. A livello associativo, purtroppo possiamo dare soltanto indicazioni senza alcun vincolo. Il che è assai frustrante”.

Insomma, complice la crisi o la cattiva percezione che alcune aziende hanno del valore della creatività, i casi di ‘mala educaciòn’ si moltiplicano. Seguiremo con interesse l’evoluzione. Chi volesse segnalare altri casi di ‘mala educaciòn’ può scrivere al seguente indirizzo: redazione@adcgroup.it.