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TGI verso i 40 anni: persone, innovazione e visione senza confini

Il gruppo sta attuando una profonda evoluzione strategica, ponendo le persone al centro e ristrutturandosi in tre Business Unit specializzate (Corporate, Congressi, Istituzionale) più una dedicata a Creatività/Innovazione. La società rafforza la sua proiezione internazionale attraverso tre hub chiave, promuovendo la contaminazione tra sedi. Le acquisizioni strategiche, come Centro Congressi Internazionale, mirano a integrare valore e know-how, in linea con l'impegno dell'azienda come Società Benefit per la sostenibilità.

Triumph Group International si distingue per una visione strategica orientata al futuro e radicata in valori solidi. Sotto la guida di Raffaele Pasquini, la società ha avviato un processo di evoluzione fortemente voluto dalla proprietà aziendale che mette al centro le persone, esalta le competenze in nuove business unit specializzate e rafforza la presenza internazionale.

L’obiettivo è un’organizzazione fondata su chiari centri di competenza, sempre reattiva e pronta nell’affrontare le nuove sfide globali, capace di coniugare efficienza operativa, innovazione e attenzione alla sostenibilità, mantenendo al contempo una forte coerenza identitaria. Come spiega lo stesso Pasquini in questa intervista.

In tema di evoluzione aziendale, Triumph Group International come si sta attrezzando per le sfide che lei stesso ha tratteggiato?

L’azienda che ho l’onore di guidare da alcuni mesi fonda su solide basi valoriali e di business: ci accingiamo ai 40 anni di storia - che festeggeremo nel 2026 – ed è idoneo ragionare sull’opportunità di adattare la propria organizzazione non solo o non tanto al presente, ma direi al tempo futuro. Parlare di organizzazione impone, in primis, di focalizzare l’attenzione sulla parola ‘people’; poi, ma solo poi, ci costringe proattivamente a ragionare sui processi, sui tools, sull’utilizzo dell’innovazione e su tutte le leve che possano essere idonee alla ricerca di una maggiore efficienza ed efficacia aziendale.

In tal senso, abbiamo recentemente varato un nuovo assetto con la creazione di tre business unit - con riferimento ai diversi ‘mondi’ coperti dall’azienda: ‘Corporate & Luxury’, ‘Congress & Association Management’, ‘Institutional & Government’ - affiancate da una quarta dedicata al mondo estero: ‘Foreign Offices & International Develoment’.

Sono mondi evidentemente affini, ma con peculiarità diverse, certamente uniti dall’esigenza sempre più spiccata di creatività e tecnologia: nel riconoscere dunque questa centralità, è stata creata una nuova BU ‘Creative, Digital & Innovation’ che offre il proprio know-how a favore di tutte le linee di business. Non in ultimo, abbiamo e stiamo rafforzando alcune funzioni di staff, dall’IT al Procurement, dall’area Finance a quella HR. Abbiamo dunque intrapreso un processo di evoluzione del Gruppo, al centro del quale - lo ripeto perché la parola ‘people’ ha trovato posto nella nostra rinnovata mission & vision - abbiamo le persone.

In questo quadro, quale è la visione del Gruppo verso l’estero?

Triumph ha lo sviluppo internazionale nel proprio dna, oserei dire nel proprio set valoriale laddove la parola “estero” può e deve essere intesa come una declinazione di opportunità, di conoscenza, di diversità che solo una proiezione oltre i confini italiani può assicurare. Vorrei tradurre la nostra presenza all’estero, in alcuni casi storica, in altri certamente più recente, con la volontà di presidiare non singoli mercati, ma aree di riferimento chiave; parlerei dunque di tre hub: uno in riferimento all’area APAC, con gli uffici di Singapore e Shanghai a presidio di una parte di mondo in sviluppo ed in crescita, con particolare riferimento al sud est asiatico; uno in riferimento al Middle East, con il nascente ufficio in Arabia Saudita, insieme al presidio su Dubai; ed un altro, Europe, che trova in Bruxelles il nostro ufficio di riferimento.

Credo utile specificare che questa presenza fisica non distoglie lo sguardo e la nostra attenzione da tanti altri mercati internazionali, dove abbiamo lavorato e dove anche in queste settimane siamo attivamente impegnati: dal Giappone al Messico, dal Portogallo alla Thailandia.

Quali sono le principali strategie che adottate per espandere la vostra presenza sui mercati internazionali?

Nello sviluppo estero siamo molto attenti alla contaminazione tra le sedi italiane, espressione dei valori e del modus operandi dell’azienda, con il mondo estero: ciò si traduce in una costante contagio tra colleghi italiani che trascorrono periodi all’estero e nuovi colleghi delle realtà locali. Crediamo, come già accennato, in questo arricchimento reciproco che parte dalle persone e si traduce in practices di lavoro dove - come non di rado accade - sono le sedi estere a contaminare le sedi italiane! Vediamo, inoltre, con sempre maggior favore l’individuazione di partner solidi e a valore: è il recente caso dell’Arabia Saudita dove debuttiamo in JV con un socio locale.

Come vengono selezionate le aziende da acquisire e quale impatto hanno avuto le recenti acquisizioni sul posizionamento competitivo e sull’innovazione di Triumph?

Ricerchiamo valore industriale, verticalità sul business e contaminazione intra-company, affinchè si generino delle sintesi più che positive per il Gruppo. Cerchiamo aziende che abbiano un set valoriale idoneo e in linea con la nostra visione.

È il caso della recente acquisizione della Centro Congressi Internazionale di Torino, realtà della quale già controllavamo una quota di riferimento e recentemente entrata a pieno titolo nel Gruppo Triumph; un esempio di azienda che apporta valore e know-how specifico nella sfera dell’association management.

Ricerchiamo aziende che sposino la nostra massima attenzione al mondo della sostenibilità, della diversity e dell’inclusion; a riguardo, mi preme ricordare come non solo TGI sia Società Benefit dal 2021, ma che lo è diventata – dunque con impegni, oneri e onori relativi - anche la controllata più importante, Triumph Italy. Triumph Group International sarà tra i protagonisti de Gli Stati Generali degli Eventi.

Qual è la visione della vostra azienda rispetto all’appuntamento?

In primis, credo utile dirvi ‘bravi, ADC Group!’ non solo per questa bella rivista di settore, ma per saper creare momenti di incontro, di ragionamento e di brainstorming a livello industria: gli Stati Generali annuali, come anche gli appuntamenti del Club degli Eventi, mi piace intenderli come veri strumenti di lavoro nell’ambito dei quali offrire visioni aziendali sulle proprie best practices, scambiare know-how tra colleghi e, non in ultimo, provare a far sentire la voce del settore verso gli stakeholder di riferimento e i policy makers.

Triumph vuole contribuire con una partecipazione attiva e costruttiva, forte del proprio posizionamento – forse unico nel panorama - trasversale tra i mondi sopra citati degli eventi corporate, congressuali e istituzionali: mi ripeto, verticali evidentemente affini ma con specificità uniche ma collegate tra loro per la necessità di un approccio sempre più consulenziale e professionale verso il cliente. 

Nel far questo dobbiamo ambire a costruire filiere forti con i player che sono a monte e a valle rispetto all’agenzia, con l’ambizione di professionalizzare il settore, offrire sempre maggior qualità e – in definitiva – veder riconosciuto un idoneo valore all’attività d’impresa. Su tutto ciò penso si debba riflettere e trovare, in luoghi come gli Stati Generali, delle sintesi di lavoro che affrontino l’evoluzione della nostra industry.

Marina Bellantoni