Inchieste

Eventi Low Budget. Mameli: ‘Fare di necessità virtù’

Difficile pensare al low budget come a una vera e propria tipologia di evento. La contingenza economica, piuttosto, spinge a parlare di ‘low cost’, di risparmio su tutti i fronti. Ma se questa è la tendenza, e se davvero è destinata a perdurare, tanto vale aguzzare l’ingegno. Parola di Giorgio Mameli, managing director One for One.

Prima la crisi, che con il suo tsunami ha provocato tagli agli investimenti pubblicitari e una diffusa quanto dovuta nuova austerity, ora i segnali di ripresa all’orizzonte. Il settore degli eventi ne esce, rispetto agli altri comparti della comunicazione, a testa alta, ma qualcosa è cambiato. Innanzitutto i budget, a volte ‘congelati’, a volte ridotti.
Tra le tipologie di eventi, il Bea-Best Event Awards ha introdotto il Low Budget, che si caratterizza, quindi, non più in base a una precisa fascia di investimento (meno di 50.000 euro), ma per il fatto di essere una vera e propria tipologia, al pari delle convention e dei lanci di prodotto. Il perché della scelta sta nel fatto che, spesso, a un basso investimento corrisponde una dose di creatività tale da sovvertire anche gli eventi più tradizionali. Sarebbe come dire: ‘fare di necessità virtù’. Ma da parte delle aziende, fare eventi low budget significa pretendere la stessa qualità al minor prezzo, spremendo quindi i margini d’agenzia, oppure essere davvero disposti a sovvertire gli schemi e a rinunciare alle grandi spettacolarizzazioni in nome di una creatività più spinta?

Mameli_Giorgio.JPGAbbiamo voluto girare la provocazione ad alcune agenzie di eventi. Di seguito, l’intervento di Giorgio Mameli, managing director One for One.

Che cosa sono per lei gli eventi ‘low budget’? A suo avviso, qualità e riuscita di un evento possono rimanere alte a fronte di un investimento ridotto?
Non esiste una risposta definitiva e valida in generale. Ci sono, infatti, eventi con budget bassi che si rivelano particolarmente efficaci e impattanti: un esempio chiaro è l’evento ‘The biggest concert in the world’ della Filarmonica di Monaco, vincitore dell’European Bea 2009. In altri casi, la disponibilità economica è utile su molti fronti, come gestire aspetti logistici per realizzare effetti speciali o coinvolgere ospiti di grido. Rimane però il fatto che è l’idea che fa muovere l’evento, e non il budget. In alcune situazioni, certamente, è utile che essa sia supportata economicamente, mentre in altri casi non è necessario.

Per la sua agenzia, quanto ha influito la crisi nella richiesta di questo tipo di eventi?
Prima della crisi non facevamo eventi low budget, mentre ora ci capita di realizzarne. L’obiettivo principale è certamente non sprecare il budget, ma ciò deve essere fatto con attenzione: non sempre, infatti, la soluzione costosa è quella ottimale, e, viceversa, non sempre il risparmio è l’ottica giusta. Fondamentale considerare gli obiettivi dell’iniziativa, il target e la tipologia di evento che viene richiesto.

Le aziende che vi chiedono eventi ‘low budget’ vogliono eventi simili a quelli dei tempi più floridi, ma con budget ridimensionati, oppure si adattano alla disponibilità di un investimento ridotto? Low cost, insomma, oppure low budget?
È difficile generalizzare: sicuramente è diffusa la tendenza low cost: la richiesta cioè di eventi simili a quelli fatti nel passato, ma con budget più ridotti. Allo stesso tempo, è un atteggiamento abbastanza comprensibile che il cliente vada nella direzione che già conosce. Se però non è possibile riproporre operazioni del passato con diverse disponibilità, ragioniamo insieme al cliente per trovare soluzioni concretizzabili, che possano essere anche molto diverse dall’intenzione originale. Difficilmente, però, le aziende vengono da noi per chiederci un consiglio: di solito hanno un’idea di base, su cui poi si riflette insieme.

L’evento low budget ha acquisito una dignità come tipologia definita: non è un caso che anche al Bea vi sia una categoria di premio ad hoc. Che futuro vede per questa tipologia di eventi?
Non credo che ci sia una tipologia definita di evento low budget: è la contingente crisi economica che impone in molti casi di essere più creativi. Come si dice, si fa di necessità virtù. Certamente però quella di aguzzare l’ingegno è una tendenza che rimarrà, sia nelle agenzie che come richiesta da parte delle aziende. Se si è fatto un evento riuscito con un budget ridotto, perché si dovrebbe spendere di più, una volta finita la bufera? E, comunque, quella attuale è una crisi che sarà lunga, e che lascerà il segno.

Se volete partecipare all'inchiesta scrivete a Chiara Pozzoli, chiara.pozzoli@adcgroup.it

C.P.