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Eventi da palcoscenico

L'evento è di per sè un fatto eccezionale, che annovera, tra i suoi elementi, la spettacolarizzazione. Qual è il suo compito? Parlare di un contenuto, evocativo o diretto, ma tailor made ed efficace, che riguardi il brand in questione, per poi provocare la risposta del pubblico in una logica di interazione.

da e20 di febbraio

Coinvolgere, suscitare emozione e dare vita a esperienze memorabili. Sono questi gli obiettivi contemplati dalle aziende per creare eventi ad hoc, capaci di innescare sinergie, sincronizzare relazioni e far funzionare tanti ingranaggi. Un concept creativo brillante e una meccanica efficace sono prerogative base per generare l’energia giusta nel processo di comunicazione.
Come convogliare tutto questo ai partecipanti? Assodato, ormai, che l’evento è oggi il settore più vitale e apprezzato perché in grado di esaltare la valenza relazionale con il pubblico, possiamo procedere a focalizzarci su uno dei suoi tanti aspetti per capirne il valore: la spettacolarizzazione.
Andiamo a scoprire quali sono i ‘modus operandi’ impiegati da aziende, agenzie e partner per rendere un evento unico e realmente emozionante.
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Dove va il mercato
Gli interpellati sono tutti concordi nel ritenere che l’evento debba essere costruito su misura rispetto al prodotto e ai suoi valori. Sfruttare le potenzialità del teatro e della tecnologia è sicuramente una prerogativa base, l’importante è non inserire fattori che potrebbero distogliere l’attenzione da quanto si vuol comunicare. Si registrano inoltre, su un piano più generale, un’accresciuta consapevolezza da parte dei clienti a non voler annoiare o tediare i presenti durante un evento, sensibilità che in passato non era molto sviluppata.
Ne deriva una richiesta di servizi tesa a cavalcare l’ultimo trend: multimedialità più evoluta e potente, attenzione ai tempi e alla durata degli interventi, contributi di autori per rivisitazione di testi in chiave aneddotica/teatrale, performance che sostituiscano momenti parlati, regia anche negli interventi dei relatori, colpi di scena che rendano più intenso il tempo vissuto in sala.
Addirittura, sembrerebbe che per gli eventi di lancio sia in crescita la richiesta di spettacolarizzazioni destinate a comunicare più l’esperienza che il prodotto in questione suggerisce rispetto alle performance del prodotto stesso.
Come è cambiato, dunque, il mercato della spettacolarizzazione negli ultimi anni? Verso quale tendenza sta andando? Quali sono le nuove frontiere tecnologiche e creative della spettacolarizzazione?

tarpini_paolo.JPGUn quadro nitido ci viene fornito da Paolo Tarpini (nella foto), regista specializzato in eventi: “In questi ultimi anni abbiamo assistito a un passaggio da spettacolarizzazioni di tipo televisivo come balletti e numeri comici a performance tipiche del cirque noveau, anche se a mio parere ora se ne fa grande e cattivo abuso. Ormai, in qualunque evento, c’è un artista che vola appeso con cavi o con fasce di tessuto, per un risultato spesso scontato, banale, mal eseguito e a volte anche un po’ noioso.
Questo per denunciare che ogni spettacolarizzazione ha bisogno di una buona mano di regia, senza la quale tutto risulta pesante e sottotono.
Stessa cosa dicasi per le tecnologie. Tutti hanno accesso agli apparati più performanti, ma, se utilizzati senza idee, non danno modo di apprezzarne i vantaggi, oltre a non risultare giustificato l’investimento in termini economici.
In questi ultimi anni non ci sono state grandi innovazioni tecnologiche: i proiettori più potenti, gli schermi in Hd più definiti, i fari più luminosi, ma nulla di sconvolgente. Le nuove frontiere stanno, quindi, nei modi inusuali, creativi e fuori dagli schemi di utilizzare tutti i supporti tecnologici a
disposizione”.

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Fuori dall'omologazione
La spettacolarizzazione è un tassello importante quando viene impiegata come strumento di comunicazione per trasmettere i valori dell’azienda cliente.
Le agenzie di eventi costruiscono il proprio progetto sulla base di una forte conoscenza di quest’ultima, della sua immagine, della sua storia e della strategia di marketing che la contraddistingue, oltre che sulla capacità di essere un consulente in grado di generare quel mix di valore, creatività ed eccellenza esecutiva che trasformano un fornitore in un partner di comunicazione. Che cosa chiedono oggi le aziende per evitare l’omologazione?mineo_milena.JPG
Risponde Milena Mineo (nella foto), titolare Mil: “Innovazione. La scelta di un’agenzia è principalmente dettata da parametri quali creatività, capacità relazionali e negoziali, flessibilità organizzativa, competenze tecniche, portafoglio contatti, proattività e reattività. Il nostro lavoro è creare un trait d’union tra l’azienda e tutti coloro che vengono invitati alle convention, agli eventi, ai viaggi. In questo contesto, la spettacolarizzazione consiste nel provocare la risposta del pubblico in una logica di interazione.

Il successo della comunicazione è determinato dal linguaggio, che deve risultare in perfetta condivisione. In questo senso, le nuove tecnologie aiutano il coinvolgimento della platea grazie a sofisticati giochi ad alto impatto visivo. Mi riferisco alle proiezioni 3D: sistemi ottici consentono di proiettare immagini tridimensionali di un oggetto nel campo visivo dell’osservatore trasformando la sala in una specie di scrigno magico.

Naturalmente, il budget deve consentire una scelta di questo tipo.
A questo si devono aggiungere una scenografia studiata ad hoc e una sapiente regia. La scelta dei partner va fatta sulla base di una ricerca puntuale di professionisti preparati. I circuiti di reclutamento degli artisti che affiancano l’agenzia dovrebbero, sempre in nome dell’innovazione, andare oltre le risorse di una cerchia strettamente italiana per proiettarsi su un piano internazionale. Las Vegas, Asia, Cina, Hong Kong, Bankok e anche Francia hanno già in serbo un interessante know-how per la fabbrica degli eventi, a budget concorrenziali”.

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Una case history esemplare per quel che riguarda la presenza di tutti gli ingredienti necessari a confezionare un evento di notevole portata spettacolare è stata la convention di presentazione, ‘L’idea, La Sinergia, L’azione - Dinamica di una nuova era’, progettata da Mil per Gabetti e tenutasi al Palacassa di Parma il 25 marzo 2006. Un budget altissimo, un presentatore d’eccezione, un impianto scenografico ad alto impatto visivo, proiezioni video su schermi giganti, (sette proiettori Pigi 7000w su tre pareti della sala diventavano una sorta di fondale scenico per le immagini in movimento) hanno dato vita a un’atmosfera davvero particolare, tra scenari ‘esotici’, paesaggi e soggetti tratti dal mondo animale, uniti a luci e colori di grande suggestione.
A coronare l’evento, le spettacolari esibizioni del Cirque Du Soleil.

A proposito di modus operandi impiegato dalle agenzie per arrivare a realizzare quel complesso amalgama di ingredienti destinati alla riuscita di giusti_mario.JPGun evento spettacolare, anche Mario Giusti (nella foto), presidente Bye Bye Baby, fornisce validi spunti: “Cerchiamo di esprimere un contenuto che possa realizzare una regola: è buona norma chiarire che un gesto memorabile deve essere azzardato, raro e difficilmente ripetibile; quindi, se si cerca il fatto straordinario, si presuppone un lavoro creativo altrettanto straordinario. Poi viene la realizzazione dell’idea che corre numerosi rischi di flop: incapacità realizzativa, ad esempio per ignavia dell’agenzia, o quando è stata ‘sparata troppo grossa’, mancanza di mezzi, così tutti vogliono Ramazzotti e Tina Turner alle convention con un budget di soli 30/50.000 euro!!… e via così. La bravura dell’agenzia sta nella capacità di fare un lavoro di ricerca preciso ed efficace rispetto alle attese e al budget. Diciamo che per un target medio la presenza di ‘beniamini Tv’ è sempre garanzia di copertura media. La musica, invece, come intrattenimento generico, è un po’ troppo abusata; funziona molto lo ‘show’ delle tendenze: Parkour, Free Style, Graffiti, Ballo…Ovviamente per noi che
siamo specializzati in un target Young-Adult”.

Coinvolgimento dei sensi
In alcuni casi, la spettacolarizzazione di un evento sembra aver acquisito una funzione più profonda di quella limitata al solo richiamo di attenzione del pubblico, caricandosi di una valenza più legata a un concetto di ‘benessere emotivo’ e di partecipazione-coinvolgimento sensoriale.

La spettacolarizzazione assume così le fattezze di una comunicazione meno invasiva e più raffinata. elementi di disturbo o poco coerenti con il concept: Spettacolarizzare, per l’agenzia Mat Communication, per esempio, vuol dire dare vita al prodotto con l’obiettivo di renderlo protagonista, sublimandolo e immergendolo in un’ambientazione suggestiva e ricca d’emozione.
L’ospite, a sua volta, si trova a vivere sensazioni positive grazie a una serie di atout strategici, a partire dall’accoglienza della location in grado di suscitare un’atmosfera speciale, unica. Non sempre, però, ci si attiene a una strategia predefinita, ma si cerca semplicemente di trovare un ‘vestito’ adatto al target a cui ci si rivolge, spesso anche immedesimandosi nei partecipanti.
Prima si pensa all’effetto finale poi alla realizzazione. A questo proposito, Daniela Cagnoni, event & communication manager On Air, ci racconta un’evoluzione davvero spettacolare: “In occasione del lancio del nuovo Dixan Cenere Attiva abbiamo simulato l’eruzione dell’Etna appena sotto il cratere centrale.
Attraverso un importante lavoro di allestimento durato due giorni per nascondere tutto, per non
recare disturbo ai turisti e generare l’effetto sorpresa, abbiamo dato vita a uno spettacolo emozionante e unico, mai realizzato intorno a un vulcano.
Dopo aver studiato minuziosamente tutte le fasi e i particolari per rendere improvviso e non prevedibile lo spettacolo ai partecipanti, abbiamo fatto credere loro che la classica escursione sarebbe stata una visita speciale a un cratere in procinto di eruttare.
Così, gli ospiti si sono ritrovati in mezzo a 30 fari, cinque macchine del fumo per ricreare l’effetto vapore, casse di amplificazione montate su Jeep, quattro coppie di artisti vestiti di bianco resi fosforescenti dalla luce wood, fuoco delle bolas e spade infuocate, un fachiro, una voce profonda che raccontava la mitologia del vulcano e della cenere. Una simulazione dell’eruzione in piena regola attraverso un’esplosione di fuochi d’artificio studiati appositamente sulla musica dei Carmina Burana. Infine, l’accensione del logo del prodotto infuocato sulla sommità del cratere. Risultato? Al termine un silenzio surreale, qualche lacrima di
commozione per un’emozione fortissima da parte
di tutti”.

Teresa Chiodo