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Pro-Meet si apre al food design

L'agenzia di eventi di Francesca Pezzutto aggiunge ai propri servizi il catering, declinato nella 'filosofia' del food design. Applicando al cibo strategie di marketing 'visivo' e 'polisensoriale', il food design ha lo scopo di trasmettere il concept aziendale tramite l’aspetto estetico del cibo e di quanto lo circonda, packaging incluso.
Anche Pro-Meet, agenzia specializzata in eventi di comunicazione fondata nel 1989 da Francesca Pezzutto, si apre al mondo del catering. Il catering come strumento di convivio ma anche di comunicazione: è questo il principio che ha spinto l’event agency milanese ad associare ai propri eventi, se richiesto, le novità del moderno Food design.
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Il 'Food design', che significa letteralmente 'progettazione del cibo', è una disciplina che si basa essenzialmente sull'applicazione di norme derivate dalle arti visive e polisensoriali. Applicato in settori come industrial, interior e product design - ove spazia dalla mise en place all'ambiente, fino al contenuto del piatto - ha lo scopo di regalare emozioni anche tramite l’aspetto estetico del cibo e di quanto lo circonda, packaging incluso.

“Le potenzialità di questo mezzo sono infinite - considera la titolare Francesca Pezzutto -. All’illimitato elenco dei cibi su cui lavorare con la fantasia, infatti, si possono via via incrociare il tema dell’evento, il claim della società, la tipologia d’invitati o persino l’allure della location. Il tutto senza altre regole se non quelle del buon gusto - è proprio il caso di dirlo - e del marketing, dato che pur sempre di comunicazione commerciale si tratta”.

Per il servizio di food design, Pro-Meet si serve di alcuni dei migliori specialisti europei, noti e apprezzati all’estero proprio per l’applicazione alla meeting & incentive industry di questa forma di arte e di comunicazione. Per info: www.pro-meet.it.

thumbpro.JPG"Un esempio - prosegue la titolare - è la convention di Crédit Agricole, da noi organizzata a metà febbraio alla Triennale di Milano. L’azienda utilizza una campagna pubblicitaria impostata sui numeri, sia come concept sia come grafica, e noi abbiamo adeguato l’aspetto visivo e contenutistico al catering. I tavoli del buffet, imbanditi con tovagliati di carta che riproducevano le grafiche della pubblicità, esibivano cibi cui erano associati numeri. E questo è già un primo, semplice ma efficace esempio di food design visivo. Inoltre, per i formaggi, avevamo aggiunto una spiegazione 'polisensoriale' della loro composizione, del loro gusto, della loro provenienza. Con disegni di mani, orecchie, bocca, naso e occhi, appositamente realizzati secondo le stesse linee della campagna istituzionale, illustravamo i presupposti organolettici e geografici di ciò che ognuno dei cinque sensi percepiva da ciascun prodotto. In tal modo sconfinavamo addirittura nel 'meta-food design', dando al corporate visual un’inedita funzione di collegamento tra la filosofia d’impresa e le sue estrinsecazioni più creative ed estemporanee. Una bella dimostrazione della flessibilità di questa disciplina".

Su può fare di più: anche le comunicazioni di sostegno, come l’invito o persino il gadget d’arrivederci, possono essere rese commestibili, e adeguate nell’aspetto estetico alle linee corporate. Ciò è possibile perchè il Food designer è principalmente un comunicatore.