Case history ed Eventi

Unconventional events

Come per la teoria darwiniana , le modifiche avvengono per selezione naturale e concorrenza vitale. Stiamo parlando del ciclo di evoluzione delle agenzie di pubblicità, costrette a fare i conti con un nuovo modo di pensare la comunicazione, libero dai condizionamenti della forma. Eventi, ma anche molto altro.

da e20 di dicembre-gennaio

Molte realtà nascono, crescono e si consolidano per svolgere strategicamente il ruolo di interfaccia con le aziende che vogliono investire sui mezzi di comunicazione non convenzionali. “Nel gruppo Aegis Media Italia, Global Sponsorship Solutions è un’agenzia che si propone come partner per elaborare piani di comunicazione ‘atipici’- spiega Andrea Bertini, general manager. Le aziende  investono molto fuori dal media classico e perché lo facciano è evidente: quest’ultimo subisce l’influenza della maturità dell’attività in sé. Nonostante abbia aree importanti e di grande visibilità, sconta il fatto di non riuscire a coinvolgere direttamente o in maniera forte e personale il target. Questo scenario dà segni di vivacità importante. Avere la capacità di gestire una vera integrazione tra una leva e un’altra è quello che le aziende oggi cercano. Fra i progetti recenti spicca quello sviluppato per Peroni a Milano, dove uno spazio classico di affissione in outdoor sei per tre è stato acquistato come tale per poi essere impiegato per costruire il messaggio dal vivo. Ovvero, il poster che doveva ritrarre il prodotto è stato realizzato in diretta da pittori acrobati. Questi ultimi, fisicamente, si sono calati dal tetto per dipingere nell’arco del pomeriggio e della sera la campagna di Nastro Azzurro. Ancora, per il lancio della nuova Clio Street l’evento ha coinvolto tre piazze italiane: Milano Roma e Napoli, dove il carattere ‘full of life’ che il prodotto presenta al target è stato declinato attraverso un mix di attività di street marketing e prestazioni spettacolari effettuate da acrobati professionisti. Per il lancio della nuova Megan, invece, è stato scelto un ambiente più familiare come l’outlet e, grazie alla partnership con Studio Universal, è stato creato un evento che attraverso scenografie e animazioni stile ‘Usa anni Venti’ ha ricondotto il pubblico nell’atmosfera della campagna adv”.
Anche una semplice inaugurazione, ormai, non si limita più al buffet, ma diventa mostra d’arte, partecipazione di personaggi, momento interattivo.
Torchetti_Paolo.JPGCi sono clienti per cui, regolarmente, l’attività di comunicazione è contornata da eventi. “La nostra agenzia risulta avvantaggiata dalla sua stessa natura, - dice Paolo Torchetti, (nella foto), amministratore delegato Brand Portal - e i nostri clienti, che conoscono e apprezzano il nostro approccio multidisciplinare, sanno che da noi possono trovare un’offerta articolata, che in qualsiasi momento, a seconda delle necessità, può includere anche l’organizzazione di eventi”.
Risulta quindi più facile richiedere un servizio aggiuntivo quando si fa affidamento su un interlocutore unico, che conosce già la strategia di comunicazione del cliente ed è in grado di comprenderne le esigenze commerciali.
Talvolta, addirittura, le attività di comunicazione di un’azienda possono essere corollario di un evento centrale. “Per esempio, per il cliente Salmoiraghi & Viganò, - continua Torchetti - Brand Portal ha recentemente seguito il lancio della nuova linea di occhiali da sole ‘Emanuele Filiberto’, in occasione del quale ha organizzato una conferenza stampa presso il punto vendita San Babila (Milano, ndr) e un eventospettacolo previsto per la sera stessa all’Acquario di Milano. Oltre alla gestione dei rapporti con la stampa, al coordinamento di tutto il progetto e alla realizzazione del materiale di below the line, Brand Portal ha ideato una campagna pubblicitaria, pianificata su stampa, a supporto dell’iniziativa”.
Da sempre all’interno di Brand Portal è presente una divisione eventi sotto la sigla Loco, l’agenzia di allestimenti ed eventi del network, che di volta in volta completa le proprie competenze interne con partner specializzati.
Lo storyboard si avvia sul viale del tramonto e bisogna muovere verso nuovi prototipi per conquistare il consumatore. Le parole d’ordine del futuro saranno: personalizzazione, peer to peer, entertainment, controllo e marketing esperienziale.
Alcune aziende hanno cominciato a richiedere ufficialmente questo tipo di approccio, che va radicandosi nelle strategie di comunicazione.
Licci_Paolo.JPGA testimoniare l’evoluzione da advertising agency a communication agency di Milano Ad, una case history descritta da Paolo Licci, (nella foto), partner e direttore creativo dell’agenzia. “Il nostro cliente Vicenzi - racconta Licci - ci ha fatto una richiesta esplicita per festeggiare il centenario del 2005. E il compito è stato una sfida stimolante per far vivere due ‘anime’ dello stesso brand. L’intenzione dell’azienda era inizialmente quella di organizzare un evento musicale capace di coinvolgere una sfera qualificata di interlocutori. Interessante, ma con il limite dell’evento di relazione. Milano Ad ha proposto di sotituirlo con un vero evento di comunicazione, organizzando una mostra fotografica di due mesi in Piazza Bra a Verona dal titolo ‘Verona nel cuore di Vicenzi’. Mostra immortalata anche in un prezioso libro fotografico che ripercorre le intenzioni e le immagini dell’evento oltre la storia di Vicenzi. In questo modo, la serata inaugurale, con 450 veronesi illustri e la partecipazione straordinaria dello scrittore Andrea De Carlo, ha coinvolto l’élite della città, mentre l’apertura della mostra ha permesso un importante ampliamento del target in una sinergia che ha trasformato il centenario in un’occasione per crescere nell’immagine e nella percezione della gente. Milano Ad non ha una sezione interna dedicata agli eventi e attualmente non intende crearla. Quando proponiamo eventi ai clienti non è certo per giustificare l’esistenza di un nostro gruppo di lavoro.
Ci piace definirci ‘la mente’, pensare a fondo l’evento e le sue finalità. E appoggiarci a esperti per le necessarie competenze tecniche”.

LA PUBBLICITÀ CHE NON SEMBRA PUBBLICITÀ
L’adv che verrà è frutto di un modo innovativo di pensare, libero dai condizionamenti della forma. Sulla base di questo presupposto nasce il guerrilla marketing, ovvero quell’insieme di nuove tecniche di comunicazione non convenzionale che consentono di ottenere il massimo della visibilità con il minimo degli investimenti concorrendo allo sviluppo delle strategie di mercato attraverso la messa in scena di pseudoeventi concepiti in integrazione all’immagine dell’azienda. A misurarsi con questo rivoluzionario movimento c’è Arnold Worldwide Italy che il luglio scorso ha inaugurato Arnold Guerrilla, la sezione interna dedicata al marketing alternativo. Il nuovo servizio si occupa, a livello strategico e creativo, di tattiche di comunicazione quali ambient media, direct mail, product placement, word of mouth.
Maresca_Maurizio.JPG“Arnold non si presenta ai clienti come l’agenzia dei 30 secondi - spiega Maurizio Maresca, (nella foto), ceo e direttore creativo Arnold Italy -, ma la sua mission racchiude i presupposti fondamentali per fornire servizi integrati di media relation e di marketing activation ad alto valore aggiunto. Nasce un contesto in cui l’approccio creativo parte da un’idea declinabile nel canale di comunicazione più idoneo e i piani sono volti a tradurre le strategie di marketing dell’azienda in azioni mirate a una diretta esperienza del prodotto o del servizio. Nel caso di Arnold Guerrilla, tutto questo trova nuovi spazi e l’elaborazione creativa del messaggio si svolge in funzione di un coinvolgimento emotivo del target, attraverso la costruzione di una brand experience unica. Le aziende hanno capito di potersi servire di nuove tecniche, di nuovi approcci, di nuovi stili di marketing, e se all’inizio la cosa si era configurata come un atteggiamento molto curioso, poi ha preso piede come vera e propria sperimentazione. Da qui l’esigenza di istituzionalizzare un reparto specifico e riorganizzare l’organigramma aziendale”. Per esemplificare, facciamo riferimento a una simpatica impresa realizzata da Arnold per Honda al Motorshow di Bologna. Numerosi cartelli con la scritta vendesi sono stati inseriti sotto il tergicristallo di tutte le macchine parcheggiate davanti alla manifestazione. Sul retro del cartello il proprietario avrebbe trovato l’invito a vedere la nuova Honda Civic.
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“Questa nuova formula impiegata da Arnold - conclude Maresca - vuole raggiungere il consumatore nei momenti e nei luoghi in cui meno se lo aspetta e non è attiva la sua ‘advertising consciousness’, come accade invece davanti alla televisione o ascoltando la radio, quando cioè le sue difese nei confronti dei messaggi pubblicitari sono abbassate. L’obiettivo delle nostre operazioni di guerrilla è quello di avere un impatto immediato sull’end user che deve essere attratto, sorpreso e divertito”.
LoPresti_Luca.JPGAltri invece, come Luca Lo Presti, direttore generale e clienti Bbdo, sostengono che nel nostro Paese si sviluppano più progetti di comunicazione integrata rispetto a quelli che poi vedono effettivamente la luce, per vari motivi. In prima istanza per via di una cultura ormai consolidata da parte di pubblicitari e uomini di marketing, poi perché, in tempi di incertezza, si investe dove si conosce di più. Ancora,in alcuni casi la misurabilità certa dei risultati può spaventare e, infine, la maggiore visibilità dei mezzi tradizionali porta a una maggiore gratificazione dell’ego. Ma nonostante questo, si direbbe che qualcosa stia davvero cambiando.
“Siamo un azienda specializzata nella comunicazione pubblicitaria - dice Lo Presti -. Per gli eventi credo che bisognerà aspettare l’arrivo di altriì segnali forti dal mercato. In tal senso è indicativa, per quello che riguarda il nostro Gruppo, la crescita continua della nostra società Proximity nel settore del crm, del web e nel below the line.
Inoltre, abbiamo avuto ottimi risultati sviluppando progetti di co-marketing tra brand nostri clienti, cercando di cogliere le affinità, come nel caso di Mini e Studio Universal, per realizzare eventi ma anche progetti di comunicazione ad hoc”. Ha suscitato davvero molta curiosità la nuova campagna pubblicitaria, realizzata dall’agenzia Bbdo per festeggiare il secondo Mini Day scelto dal marchio tedesco come giorno ideale per festeggiare la Mini.
La campagna, tenendo fede allo stile Mini, è stata pianificata utilizzando sia mezzi classici che mezzi poco convenzionali: i tetti delle auto in sosta, ad esempio, sono diventati lattine dove sono stati posizionati magneti a forma di linguetta che invitano a ‘Open Here’, mentre le sagome della Mini Cabrio bucate hanno decorato alcune finestre a Milano.
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Tenendo fede al concetto creativo dell’apertura, inoltre, le vetrine delle concessionarie, le hall e le panche di alcuni cinema a Milano e Roma e le porte dei vagoni della metropolitana milanese sono state ‘invase’ dalle sagome ‘bucate’.
L’invito sottinteso è, ovviamente, quello di aprire i tetti, le finestre e le porte per ‘convertirsi’ alla filosofia cabrio che, “seguendo l’unica regola scritta, ‘Always Open’, invita all’apertura mentale ma soprattutto, e per la prima volta, all’apertura fisica - commenta il direttore creativo Giuseppe Mastromatteo. “Questa campagna - continua Mastromatteo - è sensibilmente diversa dalla media, soprattutto per un utilizzo dei media che di solito troviamo sugli annual inglesi”. La pianificazione curata da Carat, infatti, ha previsto la presenza sui principali periodici con la terza e quarta di copertina bucata all’altezza del tetto della Mini, diverseì affissioni tridimensionali all’interno dei cinema, una mailing mirata e un soggetto a doppio sticker sul circuito promocard.
“Per la prima volta - conclude Mastromatteo -, Mini, invertendo una tendenza consolidata, ha lanciato una campagna che per il 30% è pianificata su mezzi classici e per il 70% prevede l’utilizzo di ambient media. A testimonianza della volontà del marchio di investire concretamente nelle forme di comunicazione più innovative che rappresentano il futuro dell’advertising”.
Abbiamo visto come sempre più spesso è diventato necessario a monte saper comprendere da parte delle agenzie i valori delle marche dei clienti e i consumatori ai quali si rivolgono sviluppando piani di comunicazione integrata.
È infatti cambiato il modo in cui il consumatore sceglie la marca e le resta fedele. Da una comunicazione a una via, o al massimo a due vie, si è passati a una comunicazione mediata da molteplici esperienze, spesso non direttamente pubblicitarie.
In conclusione, il ruolo dell’agenzia di advertising oggi è quello di aiutare il marketing a capire, arricchire e gestire queste molteplici e indirette relazioni che, se positive, porteranno alla scelta della marca. Ma non solo, i nuovi strumenti a disposizione permettono al marketing di arricchire la conoscenza del proprio target misurando l’efficacia delle azioni e profilando i consumatori per poter parlare, nel rumore comunicazionale, alle persone giuste col giusto tono.

Teresa Chiodo