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Bea Expo Festival, lectio magistralis di Marco Balich: "La tecnologia a servizio della creatività'
"E' l'emozione che rende un evento memorabile. I momenti di un evento che restano più impressi sono quelli che hanno toccato il picco emotivo. Una tecnologia, tra 5 anni è già obsoleta". Al Bea Expo Festival di Torino organizzato da Adc Agenzia della Comunicazione, Marco Balich spiega quando il rapporto tra tecnologia e creatività risulta vincente.
Un appuntamento imperdibile quello che oggi, 21 novembre, ha animato la seconda giornata di lavori del Bea Expo Festival di Torino, organizzato da Adc Agenzia della Comunicazione.
A intrattenere la folta platea, l'intevento di Marco Balich (nella foto), responsabile grandi show K-Events e ad FilmMaster Group che ha tenuto una Lectio Magistralis sul tema 'La tecnologia a servizio della creatività'.
Una premessa alla base di tutto: "Credo che le tecnologie per gli eventi siano come le pentole per gli chef - ha esordito Balich: sono un ottimo supporto, ma devono sempre contenere ingredienti di qualità".
Balich, che con il suo team ha realizzato le Cerimonie di Apertura e di Chiusura dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, ha spiegato che in quell'occasione ha avuto a disposizione budget 'stratosferici', che gli hanno permesso di ivestire in tecnologie molto evolute. "Abbiamo voluto dei riders che lanciavano fiammate, per i quali abbiamo creato una speciale tuta in titanio progettata con Dainese. Abbiamo ideato un enorme portale per l'ingresso degli atleti, progettato e costruito da ingegneri di tutto il mondo...Una macchina produttiva complicatissima, che, magicamente, ha funzionato alla perfezione solo la sera dell'evento. Il segreto della buona riuscita? Credo che sia stato il fatto di aver mentenuto sempre saldo l'obiettivo di rappresentazione dell'icona olimpica che ci eravamo prefissati, senza farci sedurre da soluzioni tecnologiche magari accattivanti, ma che ci avrebbero allontanati dal nostro filo conduttore".
Spazio quindi, all'immaginazione e alla creatività. La tecnologia è uno step successivo. "Dietro la tecnologia - spiega Balich - deve sempre esserci una grande umanità. Anzi, talvolta i problemi vanno risolti in modo 'artigianale'. Come, ad esempio, nel caso della Chiusura delle Olimpiadi. Volevamo ricreare l'effetto delle onde del mare: la soluzione migliore è stata quella di un grande telo mosso dalla gente che vi stava sotto".
E, attenzione, dice Balich, non basta sedurre il pubblico con effetti speciali. "Noi facciamo eventi live, dobbiamo raccontare e far vivere emozioni. E' sempre l'emozione che rende un evento memorabile. I momenti di un evento che restano più impressi sono quelli che hanno toccato il picco emotivo. Una tecnologia, tra 5 anni è già obsoleta".
Come esempio di un buon amalgama tra tecnologia e forti emozioni, Balich ha portato la case history dell'evento per il lancio della nuova Fiat 500. "Abbiamo voluto creare un ponte, che doveva simboleggiare l'unione tra il vecchio e il nuovo, tra la vecchia e la nuova Torino e, metaforicamente, tra la vecchia e la nuova 500. Un lavoro che si è rivelato molto complicato, ma che aveva un fine emotivo ben preciso. La tecnologia fine a se stessa non porta a nulla. Un altro momento clou molto apprezzato è stata la creazione di una '500 umana', fatta dalla gente. Un esperimento anche pericoloso, ma oserei dire che rischio e pericolo sono fondamentali ingredienti d'attrazione per un'evento, un po' come il rullo di tamburi nel circo che lascia tutti col fiato sospeso".
A conclusione, un messaggio per tutti gli addetti ai lavori e per chi si sta per la prima volta affacciando al mondo degli eventi: "La tecnologia serve per dare vita ai sogni. Ma, prima di tutto, metteteci cuore e istinto. Sempre".
Serena Roberti